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Visualizza Versione Completa : Per esempio io sono un Lambrettista



ruotepiccole
08-12-10, 20:14
Posto le bellissime parole, purtroppo non mie, ma dello scrittore Matteo Rinaldi, perché mi rispecchio molto in quello dice e perché "anch'io sono un Lambrettista...":risata1:

Per la serie i grandi amori della mia vita ecco a voi la Lambretta, moto che è la sintesi dell’Italia intera: geniale, pasticciona, perdente, indistruttibile.

La Lambretta non è una Vespa. Meglio partire da qui perché mezza Italia non le distingueva nemmeno negli anni Sessanta, figurarsi ora. In realtà è impossibile sbagliare: la Vespa non tiene la strada ma in compenso non si ferma mai, corre, non vibra, trovi i ricambi anche in Groenlandia. Tanto basta per adorarla.

La Lambretta è diversa: tiene la strada ma in compenso non va quasi mai, corre poco, vibra come un martello pneumatico e non trovi i ricambi nemmeno a Lambrate. E tanto basta per adorarla.

Negli anni Ottanta, quando sono diventato un Lambrettista, la scelta era obbligata. Milioni di Vespe Piaggio dominavano le strade italiane: un quarto erano terribili cinquantini come la famosa Vespa 50 Special, truccati e rifatti che neanche un moderno premier. Un quarto erano Vespe ET3, che sullo stesso telaio dei cinquantini montavano un portentoso motore 125 con tre travasi e filavano come razzi. (Mai capito cosa fossero i travasi e secondo me neppure i Vespisti più incalliti. Ma era un’epoca così).

Il quarto più pericoloso erano le Vespe Px, le ultime arrivate. Grosse ma snelle, squadrate ma eleganti. Gioielli: correvano, consumavano poco e almeno un paio di volte l’anno riuscivi a restare in piedi dopo una frenata sotto la pioggia. Miracoloso.

L’ultimo quarto erano le Vespe più vecchie: le fenomenali GS, le Rally e un’infinità di modelli che allora ti portavi a casa con trecento mila lire.

A me stavano un po’ sulle balle. Le ET3 erano diventate le moto dei fighetti, i Px dei funghi. I fighetti almeno erano in calo, perché cominciavano a subire il fascino delle auto e in particolare delle prime odiose Golf GTI nere.

I funghi tenevano botta. Sui Px attaccavano enormi adesivi col fricchettone chitarrato spalle al sole. Poi montavano poderose motoradio sul bauletto con cui sparare il giovane Vasco a tutto volume. Quando ti superavano, prima sentivi Ti voglio beeeeene lascia stare il vestito e poi il Vrooom rotondo e potente del motore Px.

Mi buttai sulla Lambretta imitando i fratelli Graziani – miei amici tuttora – che mi presentarono lo scooter con queste sagge parole: “Questa è una Lambretta: motore centrale, grande tenuta di strada, parafango anteriore che non gira assieme alla ruota. E soprattutto: è la moto dei murari (muratori ndr) e va moooolto meglio di quei bidoni della Piaggio“. Non era vero ma ci credetti immediatamente. E poi non sapevo neppure dove fosse il motore. Anzi, non sapevo nemmeno cosa fosse, un motore. Di sicuro la Lambretta era più magra, più filante, meno plasticosa. Quando Antonio mi presentò la sua, la guardammo, carezzammo e annusammo attentamente: “Che buon profumo di ferro minerale – disse lui – Non senti l’odore del ferro anni Sessanta, lavorato da operai con le mani grosse, fieri del loro lavoro?” Cazzo se lo sentivo.

Cercai e trovai la mia Lambretta in un garage a Settecà. Era il 1984. Centocinquanta mila lire e divenni proprietario – col cuore che mi batteva forte – di una Lambretta 150 LI del 1964, rossa, praticamente perfetta.

In tre giorni non era più rossa né perfetta. La colorai con un moderno e combattivo verde militare la prima settimana. Con un cattivissimo grigio-verde mimetico la seconda. Con un romantico blu notte la terza. Con un filante rosso ferrari la quarta. Quando lo strato di colore cominciò a superare lo spessore del materasso del letto, decisi di limitarmi. E magari di imparare a portarla.

Portarla è un modo di dire. La Lambretta non si portava. Ti portava. Era come i muli dei film western: faceva quel che voleva lei. Si accendeva una volta su tre. Le altre due dovevi spingerla finché il sudore ti colava nelle scarpe. Inoltre si spegneva a suo totale piacimento. Preferibilmente mentre sorpassavi un tir e sull’altra corsia sopraggiungeva una corriera.

Bruciava una luce di posizione ogni tre giorni. Quasi sempre a cento metri da una pattuglia di vigili in annoiata attesa. I cavi del freno, della frizione, dell’acceleratore e del cambio saltavano a piacimento e senza alcuna ragione.

Imparai molte cose in quel periodo. A frenare con le suole come Pronto Soccorso, il protagonista (non a caso lambrettista!) di una celebre storia di Stefano Benni. A passare davanti alle pattuglie premendo leggermente il freno per accendere la luce di stop millantandola posizione. A guidare senza la manopola dell’acceleratore, tirando direttamente il filo spezzato come si fa con le redini di un destriero.

Ma soprattutto imparai a guidare. Le Vespe erano più veloci, scattose, moderne e numerose. Per tener testa a un Px, nell’asse principale vicentino da Corso Padova a viale Verona, non c’era alternativa: dovevo guidare con la grinta di Ayrton Senna e la testa di Alain Prost.

La sfida col Vespista iniziava al semaforo. Un rapido scambio di sguardi dava il via. Il vespista si preparava con le classiche accelerate: Vrum! Vruuum! Il lambrettista no. La Lambretta era delicata e permalosa: si sarebbe spenta subito. Scansionavo rapidamente il traffico davanti a me e calcolavo: “Dopo la 131, dopo la 2 cavalli, dopo la Escort c’è il 5. Il 5 fa Villaggio del Sole – Anconetta: quindi all’incrocio svolterà a destra per viale IV novembre. Mumble mumble…”

Semaforo verde, via! Passavo la 131 a destra, la 2 cavalli pure, poi scartavo a sinistra e passavo mentre il Px, sparato e ignaro sulla destra, inchiodava per non spiattellarsi contro il 5 in sterzata.

Battuto, fottuto e umiliato. Imparassero i percorsi dei bus invece di rincoglionirsi coi Black Sabbath.

In Lambretta le ragazze non salivano volentieri. Sono sempre un po’ gelose le donne. Capivano che il tuo vero amore era di ferro minerale, non di carne. E poi le vibrazioni erano davvero eccessive. Antonio diceva, ammiccando, che la sella aveva un piacevole effetto vibratore, ma non era vero. Magari! A una compagna di scuola che avevo accompagnato a casa, le vibrazioni mandarono in frantumi gli occhiali da vista.

Con la mia terza Lambretta raggiunsi Taormina, in Sicilia, nel settembre 1989 (toh, esattamente vent’anni fa), da solo, dopo un viaggio meraviglioso: cinquanta all’ora di media, costa tirrenica all’andata, costa adriatica al ritorno.

Tutti gli odori dell’Italia, chilometro dopo chilometro. Il magnifico motore 150 del 1964, recuperato da una Lambretta abbandonata e montato pezzo per pezzo senza la minima competenza, aveva grippato già all’andata, prima di Roma, con un rumore terrificante. Ma era ripartito senza tante storie dopo un quarto d’ora di raffreddamento e di coccole. A quaranta all’ora ero arrivato a Reggio Calabria, conquistato il traghetto e preso possesso della Trinacria.

Mi arresi alla modernità dopo centoventi forature, sessanta cavi spezzati, quarantanove esplosioni del motore, dodici donne perdute per sempre. Ma da allora continuo a combattere, difendendo la qualità Lambretta in mostruose discussioni contro i Vespisti, sempre troppo numerosi e troppo attrezzati.

Un giorno conobbi un restauratore di moto d’epoca, Lambrettista purosangue ma intelligente. Ero nella sua officina. Mi feci coraggio e sussurrai: “Sono un Lambrettista anch’io ma… secondo me la Vespa è meglio“. Lui si guardò attorno per assicurarsi che fossimo soli. Chiuse la porta a chiave ed estrasse due scatole di legno da un cassetto. Nella prima c’era il cuore di un motore Vespa. Nella seconda un cuore Lambretta. Entrambi erano smontati pezzo per pezzo.

“Conta i pezzi della Vespa – disse – sono quindici. E adesso conta i pezzi Lambretta”. Novantasei! Allargò le braccia: “La Vespa è semplicità assoluta, minor costo, minor manutenzione, sviluppo più semplice e mille altri vantaggi. Come abbiamo fatto a resistere, tenendo loro testa per vent’anni, è un miracolo“.

È stato un miracolo, davvero. Ma la Lambretta era viva. Superata, perdente, pasticciona, complicata, geniale ma viva. Nemmeno alla mia prima chitarra, nemmeno al mio primo orsacchiotto ho mai voluto tanto bene.

Matteo Rinaldi settembre 2nd, 2009

A voi i commenti fratelli Vespisti...:Lol_5:

M

volumexit
08-12-10, 20:22
Beh non mi sembra una cosa di cui vantarsi:risata::risata:

:ciao:

tommyet3
08-12-10, 20:26
Bellissima.......... :applauso: :applauso:

mark68
08-12-10, 20:27
SEI 1 GRANDE! :risata1:
mi sono sempre piaciute entrambi, un pò più la lambretta perchè l'aveva buonanima di mio nonno

Babila
08-12-10, 20:30
bello, molto.

nicotronico
08-12-10, 20:44
Vespa o Lambretta che sia a mio vedere sono i mezzi che hanno fatto rinascere e crescere l'italia del dopoguerra per cui sono parte integrante della nostra storia ,:applauso: e poco conta sè sono in competizione da sempre con i propi pregi e difetti .Evviva i vecchi ferri:ciao:

DeXoLo
08-12-10, 20:53
Bella, mi piace! :-)

orcad83
08-12-10, 21:03
Io sono del'idea che vespa lambretta era una sana competizione, la innocenti faceva le prime lambrette brutte che non si guardavano, invece la piaggio ha fatto un capolavoro già con il primo modello!!!!

ruotepiccole
08-12-10, 21:04
Grazie ragazzi! Sapevo che avreste apprezzato e condiviso lo spirito del mio post. ;-)

M

ruotepiccole
08-12-10, 21:05
Beh non mi sembra una cosa di cui vantarsi:risata::risata:

:ciao:

Il solito spiritoso...:rabbia:
:ok: :ciao:

M

PANZ
08-12-10, 21:06
:ciao: racconto NOTEVOLE dato dal fattore PASSIONE Vespa o Lambretta che sia tutte e due uniscono in amicizia le persone :ok::risata1:

DeXoLo
08-12-10, 21:07
la innocenti faceva le prime lambrette brutte che non si guardavano, invece la piaggio ha fatto un capolavoro già con il primo modello!!!!

Beh... Forse è un po esagerato ;-)

piero58
08-12-10, 21:17
Vespa o Lambretta che sia a mio vedere sono i mezzi che hanno fatto rinascere e crescere l'italia del dopoguerra per cui sono parte integrante della nostra storia ,:applauso: e poco conta sè sono in competizione da sempre con i propi pregi e difetti .Evviva i vecchi ferri:ciao:
Sono d'accordo... anche se la Lambretta mi piace un po di più ;-) :ok:

vespby
08-12-10, 21:24
Bellissima , meravigliosa , la storia la passione e l' amore incondizionato per quello che non è vivente ma che a tutti i costi gli si vuol attribuire.
Grazie Marco che ci hai portato a conoscenza di queste righe che più che dividere ci accomunano e complimenti Matteo.

berto
08-12-10, 21:29
Sui Px attaccavano enormi adesivi col fricchettone chitarrato spalle al sole


bellissimo l'adesivo invece!!

P.S. comunque carina la storia ;-)

teach67
08-12-10, 21:41
bravo ruote, davvero una bella cronistoria...... anche io sono sia vespista che lambrettista, ho aperto motori vespa e motori lambra, e ciò che ti disse quel vecchio meccanico è la pura verità ed è forse anche il motivo per cui la innocenti non esiste più mentre la piaggio ha rpreso a fare il px...
condivido quando descrivi le notevoli vibrazioni, la di gran lunga migliore tenuta di strada ma le prestazioni, le prestazioni a parità di mezzo non mi convincono. ho un lambra li150 2° serie del 61 che marcia che sembra un trattore, ed una vespa vbb del 62 che è stata restaurata di tutto punto..... beh seppure amo la vespa vbb perchè è il mio primo restauro impegnativo, preferisco la lambra in marcia perchè è molto piu' veloce, sopratutto in salita.le conservo nello stesso garage, chissà quante se ne dicono tra loro..... :ciao::ciao::ciao:

PEPPEPX125
08-12-10, 21:41
Bel testo davvero! Permettimi una cosa..W LA VESPAAAA! :mrgreen::mrgreen:
:ciao::ciao:

giaggio
08-12-10, 22:12
bellissimo il testo, la lambretta e la vespa!

signorhood
08-12-10, 22:18
:mrgreen: Condivido in pieno tutto!
Bellissima dichiarazione d'amore e l'amore è quasi sempre cieco.


Per questo, pur piacendomi le lambrette (ne posseggo 4, un LUNA, una LI3 150, una 125 special "biancospino" e una 175 TV2) mi dichiaro senza mezzi termini vespista!!!


Ho spinto una vespa pochissime volte e sempre per colpa mia.
Le lambrette le ho spinte una volta si e l'altra pure e non ho mai capito il perchè si fossero fermate?

Se dovessi andare in Groenlandia, pur piacendomi le lambrette mi pare ovvio che prendo la vespa.

Una del 63, pure lei fatta di ferro pesante forgiato da operai dalle mani grosse, ma progettata da un ingegnere dal cervello fino che ha applicato un assioma della progettazione che a Lambrate non sono riusciti a "copiarlo" nemmeno il giorno prima del definitivo fallimento.

Il progetto si attua individuando è risolvendo ciò che è prioritario, eliminando ciò che è ridondante (Enzo Mari).

La "ridondanza" può far innamorare ma non ti porta in Groenlandia come 16 pezzi progettati bene.

La Vespa è immortale per questo, tanto è vero che pur tentando di farla fuori da chi la produce dopo un po' . . . la devono risuscitare a furor di popolo!!!:Lol_5:

highlander
08-12-10, 22:23
Posto le bellissime parole, purtroppo non mie, ma dello scrittore Matteo Rinaldi, perché mi rispecchio molto in quello dice e perché "anch'io sono un Lambrettista...":risata1:
A voi i commenti fratelli Vespisti...:Lol_5:

M

:applauso:

ricmusic
08-12-10, 22:28
si si si ...... concordissimo.....
Peccato che dove la Piaggio riconosce l'errore e ritorna sui suoi passi ci sono poi le amministrazioni locali a massacrarci......tasse, tangenti e richieste assurde stanno rendendo difficile la circolazione delle nostre passioni.....Vespe o Lambrette che siano.....che incarnino la rinascita Nazionale o che siano oggetti di design industriale universalmente riconosciute poco ci fa......i nostri amministratori le vogliono chiuse nei garage e basta......e noi paghiamo e qualcuno li vota anche......

:ciao: Riccardo
PS mbriaco.....

luciovr
08-12-10, 22:47
Posto le bellissime parole, purtroppo non mie, ma dello scrittore Matteo Rinaldi, perché mi rispecchio molto in quello dice e perché "anch'io sono un Lambrettista..."

Grazie, belle parole che mi hanno ricordato le mie stesse sfide, esattamente nelle stesse strade vicentine. Le percorro ancora, ma in auto...

Fricicchia
08-12-10, 23:57
Bravo ruotepiccole, il tuo bel racconto intriso d'amore x quel mitico mezzo mi ha veramente emozionato. :applauso::applauso::applauso:

Anche se ho amato ed amo + la Vespa mi sento di dire

W la Lambretta!
degna rivale e bellissimo frutto del genio e del gusto italiano.
Genio che ormai ci siamo sputtanati malamente a favore e complici di
coreani, plasticofili, frullisti e pseudomotociclisti.

Vespista46
09-12-10, 00:33
La Lambretta non è una Vespa: la Vespa non tiene la strada ma in compenso non si ferma mai, corre, non vibra, trovi i ricambi anche in Groenlandia. Tanto basta per adorarla.

La Lambretta è diversa: tiene la strada ma in compenso non va quasi mai, corre poco, vibra come un martello pneumatico e non trovi i ricambi nemmeno a Lambrate. E tanto basta per adorarla.

A voi i commenti fratelli Vespisti...:Lol_5:

M

Questo basta per farmi urlare "W LA VESPA!!" :risata1::risata1: L'importante è che corra e sia affidabile, la tenuta di strada non conta, quella la fa il pilota! :Lol_5::Lol_5:
:ciao::mrgreen:

Abakos
09-12-10, 15:38
Alle Lambre preferisco le Vespe, ma a dir il vero, la Lambretta non mi dispiace!! Ad ogni modo sono 2 mezzi che hanno fatto storia!

highlander
09-12-10, 15:43
:ciao: Riccardo
PS mbriaco.....

:risata:

ilsimo
09-12-10, 16:06
Bellissimo testo, scritto veramente bene!! :ok::ok::ok:
...si capisce che sei andato a sciacqua' i panni ...in Lambro! ;-)

vespazack
09-12-10, 16:07
bellissima storia! in parte mi ricorda la vita che ho fatto con l'et3 durante l'inverno 2009-2010! :-)

Diegoz
09-12-10, 16:29
bella!

GiPiRat
09-12-10, 16:50
Bellissima storia! :applauso:

Anch'io sono scooterista, nel senso che ho entrambe: vespa e lambretta e, anzi, quella che mi fece innamorare per prima fu la Lambretta, una 200 SX senza targa e documenti, acquistata da un'asta doganale e regalatami da mio padre quando avevo 17 anni (e che sono riuscito ad immatricolare solo 22 anni dopo!), anche se la prima cosa che ho guidato, ad 11 anni, è stata la VNB2 di mio padre!

Ciao, Gino

Utente Cancellato
09-12-10, 16:58
Per esempio, anch'io sono un lambrettista, anche se la mia LI è smontata da tempo e non l'ho mai usata.
La storia è spassosa e malinconica allo stesso tempo.



Il solito spiritoso...:rabbia:
:ok: :ciao:

M

Lascialo perdere; vedrai, al posto della sua vespa si troverà un lambrettino 48! :Lol_5:

:ciao:

MrOizo
09-12-10, 17:26
Bellissima storia!!!!Mi era sfuggita e, mi fa davvero piacere averla letta ma.......rimango vespista, anche oggi che non ha più senso parlare di rivalità fra i due mezzi, anzi ormai ai raduni le vedi sempre assieme; se posso essere sincero, dal punto di vista estetico in primis, ho sempre ritenuto che la lambretta avesse forme più sguaiate, meno dolci, rispetto alla vespa;e poi questo fatto che durante la produzione ha cambiato davvero aspetto e soluzioni tecniche e ogni anno avevano un motore diverso o quasi; insomma anch'io devo dire che mentre la vespa mi attrae, la lambretta mi spaventa;
però...c'è un però, anch'io ho una lambretta nel cuore: anni fa, quando mi proposero una gs150 che acquistai, nel garage dove l'andai a prendere era parcheggiata accanto una superba 175 TV III Silver; mi parve come separare due fratelli da adottare, tanto che il venditore se ne accorse e mi propose ad un prezzaccio anche la Lambretta;Lì, da ottuso vespista, rifiutai....ma devo dire che me ne sono pentito: mi sarebbe piaciuto, restaurarle entrambe e parcheggiarle accanto come due improbabili "way of life" che si fronteggiano, anche se la lambretta probabilmente l'avrei lasciata parcheggiata soltanto.....non te ne volere, amico lambrettista, si fa per ridere....... o no?:mah::mah::mah::mah:

DeXoLo
09-12-10, 19:00
Una lambretta nel garage ci và! Poi al limite la nascondi con le vespe :mrgreen:

rugge#55
09-12-10, 19:00
La Vespa va bene, la Lambretta è il massimo.
Punto.

signorhood
09-12-10, 19:47
La Vespa va bene, la Lambretta è il massimo.
Punto.

La vespa va bene, la lambretta al massimo . . . non va:mrgreen:

Ne ho due in restauro in terrazzo.
Una ferma in garage che non si capisce che vuolòe per ripartire e il LUNA che è l'unico che parte sempre come una vespa!:mrgreen:


Comunque . . . ad esserci ancora la innocenti:roll:

Ps. Quest'anno alla TRE MARI ci RIsaranno le lambrette!!! :risata1:

mark68
09-12-10, 22:20
Una lambretta nel garage ci và! Poi al limite la nascondi con le vespe :mrgreen:
no, non vale! ora la tiri fuori da lì dietro, la metti in fila con le altre e ci mandi la foto:rabbia::rabbia::rabbia:...:ok:

ruotepiccole
09-12-10, 22:24
non te ne volere, amico lambrettista, si fa per ridere....... o no?:mah::mah::mah::mah:

Certo che si!;-) Però se mi passi l'indirizzo dov'era il TV 175 mi fai ridere ancora di più...:Lol_5:

M

ruotepiccole
09-12-10, 22:24
La Vespa va bene, la Lambretta è il massimo.
Punto.

Amen!

M

Case93
09-12-10, 22:58
Io sono del'idea che vespa lambretta era una sana competizione, la innocenti faceva le prime lambrette brutte che non si guardavano, invece la piaggio ha fatto un capolavoro già con il primo modello!!!!

per me invece le uniche Lambrette belle sono le prime scarenate :mrgreen::sbonk:
quei parafanghi fissi non li posso vedere,mi ricordano il becco di un papero non sò per quale oscuro motivo!

comunque tanta roba il discorso sulla Lambretta,d'altronde un mezzo lo si ama anche(e spesso sopratutto)se spesso ti fà dannare!

ruotepiccole
09-12-10, 23:52
Per esempio, anch'io sono un lambrettista, anche se la mia LI è smontata da tempo e non l'ho mai usata.
La storia è spassosa e malinconica allo stesso tempo.




Lascialo perdere; vedrai, al posto della sua vespa si troverà un lambrettino 48! :Lol_5:

:ciao:

No il Lambrettino no! Sarebbe troppo anche per me...:crazy:

M

ruotepiccole
09-12-10, 23:53
Bellissimo testo, scritto veramente bene!! :ok::ok::ok:
...si capisce che sei andato a sciacqua' i panni ...in Lambro! ;-)

Però non devi fare i complimenti a me. Non è farina del mio sacco...

M

Diegoz
10-12-10, 08:05
riflettendo un pò sul testo immagino che nel mondo degli scooter vintage la lambretta sia come la ducati o la benelli...moto con un carattere decisamente estroverso, sempre in officina o con problemi di vario tipo ma con un cuore e un anima unici...
la vespa, per affidabilità, io la parogonerei a una stradale o una cross jap: semplice ed affidabile, uno la conseguenza dell altro.

signorhood
10-12-10, 08:36
riflettendo un pò sul testo immagino che nel mondo degli scooter vintage la lambretta sia come la ducati o la benelli...moto con un carattere decisamente estroverso, sempre in officina o con problemi di vario tipo ma con un cuore e un anima unici...
la vespa, per affidabilità, io la parogonerei a una stradale o una cross jap: semplice ed affidabile, uno la conseguenza dell altro.

La vespa si paragona solo a se stessa.
Dopo di lei ci sono tutte le altre soluzioni di scooter, lambretta per prima della serie a seguire
Ops . . . si paragonava.

I conocorrenti sono spariti tutti e i frullatori non son degni nemmeno di essere nominati.

Diegoz
10-12-10, 09:04
era un paragone di convenienza, per chiarire meglio le idee che ho (provato) ad esporre.
in effetti la vespa è diventata un mito per centinaia di motivi, ma c è comunque chi preferisce altre categorie di 2 ruote o, per lo meno, le equipara.

ruotepiccole
10-12-10, 09:10
riflettendo un pò sul testo immagino che nel mondo degli scooter vintage la lambretta sia come la ducati o la benelli...moto con un carattere decisamente estroverso, sempre in officina o con problemi di vario tipo ma con un cuore e un anima unici...
la vespa, per affidabilità, io la parogonerei a una stradale o una cross jap: semplice ed affidabile, uno la conseguenza dell altro.

Ragazzi però adesso non vorrei che ci si facesse un'idea sbagliata della Lambretta. Definirla "sempre in officina" mi sembra un'esagerazione. Se a posto, ci si macina un sacco di chilometri senza problemi. Io l'anno scorso ci ho fatto 1000 km in 3 giorni facendomi 11 passi alpini senza neanche cambiare una candela.
Certo la Vespa va sempre (o quasi :Lol_5:), mentre la Lambretta richiede una manutenzione più attenta, così come qualsiasi altra moto di 50 anni o giù di lì. In questo caso credo che sia la Vespa l'eccezione...

M

Diegoz
10-12-10, 09:16
Ragazzi però adesso non vorrei che ci si facesse un'idea sbagliata della Lambretta. Definirla "sempre in officina" mi sembra un'esagerazione. Se a posto, ci si macina un sacco di chilometri senza problemi. Io l'anno scorso ci ho fatto 1000 km in 3 giorni facendomi 11 passi alpini senza neanche cambiare una candela.
Certo la Vespa va sempre (o quasi :Lol_5:), mentre la Lambretta richiede una manutenzione più attenta, così come qualsiasi altra moto di 50 anni o giù di lì. In questo caso credo che sia la Vespa l'eccezione...

M

chiaramente...si può dire che la lambretta è più delicata della vespa, come la ducati è più delicata della suzuki ecco...non intendevo assolutamente essere irrispettoso nbei confronti della lambretta sia chiaro...:Ave_2:

s7400dp21957
10-12-10, 09:20
Io, come la maggior parte di voi, sono possessore di vespa e lambretta.
Ho iniziato ad essere scooterista con la lambretta, una 125 LI 2° serie, in quanto era di mio padre e poi è passata a me.
Da ragazzo, e tuttora, ne ho fatti di chilometri con la lambra e devo dire che tutti sti problemi che voi dite, non parte si ferma quando vuole spernacchia si imbratta non ha coppia non corre ecc ecc, io non li avuti o per meglio dire li ho avuti come li ho avuti con la vespa.
Una cosa è certa ed è data dal fatto che la moda del vintage attuale è la vespa in quanto la piaggio, essendo rimasta sul mercato, ha mantenuto attuale il nome vespa.
Un'altra cosa è altrettanto certa ed è che la innocenti, con le lambrette 2° e 3° serie, ha anticipato i tempi in quanto i moderni scooter utilizzano la stessa struttura che veniva adottata sulle lambre, telaio con tubo centrale e carene asportabili, motore centrale, forcella con doppia molla e doppio ammo, ecc.
Detto questo nel mio garage sono in bella vista sia le vespe che la lambra e devo dire che la seconda non sfigura affatto anzi, agli occhi dei profani come ad esempio amici che mi vengono a trovare, la lambra attira più curiosità delle vespe.
Concludo w la vespa e w la lambretta.
Questo è il mio modesto parere condividibile o no.

signorhood
10-12-10, 09:46
Il fatto è sempre quello citato nel primo testo.
Per smontare e rimontare completamente una vespa servono la chiave a tubo, le 3 chiavi, il cacciavite in dotazione e un estrattore volano (fino al 74 nemmeno quello).
Per smontare e rimontare una lambretta, qualsiasi modello, serve un officina attrezzata di specifici attrezzi innocenti se no bestemmi e fai danni.

Il "complesso" progetto iniziale della vespa ha prodotto una semplicità assoluta che gli ha permesso lunga vita.
Il "semplice" progetto iniziale della lambretta ha prodotto complessità inutili e cambiate anno dopo anno fino alle serie LI.

C'è una vecchia battuta di un dirigente Piaggio che aveva visitato gli stabilimenti Innocenti nel 48 perchè preoccupati dall'ingresso del colosso nel mercato scooter.

Disse più o meno: Non ci dobbiamo preoccupare! Hanno macchinari grandi, grossi e potenti ma li usano per sfornare una quantità di pezzettini piccoli e complessi.

Un esempio.
Il copriclaxon sul PX si monta con tre attacchi tutti uguali.
Sulle LI si monta con 8 attacchi a due a due diversi tra loro!!!
Sulle vespe la bulloneria è di un solo tipo e in 4 o 5 misure principali.
Sulle lambrette ci vuole una ferramenta completa.



Ovvio che questa complicazione aumenta i problemi!!!

GiPiRat
10-12-10, 11:40
Ovvio che questa complicazione aumenta i problemi!!!
Ma il fascino rimane invariato!

Eppoi, è anche vero che le lambrette hanno qualche problemino in più di carburazione e messa a punto, ma quando vanno . . . vanno, anche più delle vespe pari modello! E la 200 DL è certamente una delle massime espressioni di scooter vintage che ci siano! Oltre ad un concentrato di soluzione tecniche all'avanguardia per il periodo (freno a disco ed accensione elettronica), visto che è stata prodotta dal 1969 al 1971. :ok:

Ciao, Gino

Utente Cancellato 002
10-12-10, 12:25
Il fatto è sempre quello citato nel primo testo.
Per smontare e rimontare completamente una vespa servono la chiave a tubo e le 3 chiavi e il cacciavite da in dotazione e un estrattore volano (fino al 74 nemmeno quello).
Per smontare e rimontare una lambretta, qualsiasi modello, serve un officina attrezzata di specifici attrezzi innocenti se no bestemmi e fai danni.

Il "complesso" progetto iniziale della vespa ha prodotto una semplicità assoluta che gli ha permesso lunga vita.
Il "semplice" progetto iniziale della lambretta ha prodotto complessità inutili e cambiate anno dopo anno fino alle serie LI.

C'è una vecchia battuta di un dirigente Piaggio che aveva visitato gli stabilimenti Innocenti nel 48 perchè preoccupati dall'ingresso del colosso nel mercato scooter.

Disse più o meno: Non ci dobbiamo preoccupare! Hanno macchinari grandi, grossi e potenti ma li usano per sfornare una quantità di pezzettini piccoli e complessi.

Un esempio.
Il copriclaxon sul PX si monta con tre attacchi tutti uguali.
Sulle LI si monta con 8 attacchi a due a due diversi tra loro!!!
Sulle vespe la bulloneria è di un solo tipo e in 4 o 5 misure principali.
Sulle lambrette ci vuole una ferramenta completa.



Ovvio che questa complicazione aumenta i problemi!!!


Io sto del tutto con te per quello che dici qui e nei post più in alto!

A me le lambrette non piacciono proprio per niente, per niente, per niente, per niente, ma proprio per niente.

:ciao:

signorhood
10-12-10, 14:05
Io sto del tutto con te per quello che dici qui e nei post più in alto!

A me le lambrette non piacciono proprio per niente, per niente, per niente, per niente, ma proprio per niente.

:ciao:

A me invece piacciono, almeno da quando hanno capito come andavano fatte Almeno esteticamente mi piacciono e molto!

Diegoz
10-12-10, 15:09
ecco, a me invece è proprio esteticamente che non piacciono...la meccanica complessa mi intriga (anche se non ci capisco un tubo) ma l estetica proprio no

DeXoLo
10-12-10, 16:41
... Oltre ad un concentrato di soluzione tecniche all'avanguardia per il periodo (freno a disco ed accensione elettronica)....

E l'avviamento elettrico non lo citi? ;-) :ciao:

signorhood
10-12-10, 17:00
:roll: Vedo che si continua a confondere i concetti.

La meccanica delle lambrette escluse le versioni cardaniche, non ha nulla di complesso ne di innovativo ne di raffinato.
Il motore lambretta è di una "banalità" disarmante.
Non è altro che un motore di motociclo con catena coperta da carter.
La vita se la sono complicata loro e l'hanno complicata a chi la usava.

Il motore di una vespa sin dal primo 98 è un capolavoro di ingegneria meccanica con cascata di ingranaggi coperto da innovativi brevetti.
Un prodotto complesso per semplificare la vita a chi la usava!

:mrgreen: I banali motori degli scooter moderni, guarda caso, non hanno fatto altro che prendere un motore di lambretta, togliergli il cambio e mettere una cinghia al posto della catena.

La raffinatezza della soluzione cardanica è durata qualche anno, poi i costi e la delicatezza non ne giustificarono più la presenza, scegliendo "la stranota" catena.

Dietro la progettazione della vespa c'è un ingegnere aereonautico e si vede.
Non c'è niente di più di quel che serve e quello che non c'è non si rompe e non pesa.
Si smonta e si rimonta con le 4 chiavi in dotazione e qualsiasi intervento lo si può fare a bordo strada con un minimo di capacità.

La vespa è sintesi sublimata e inegualiata.

La lambretta , (anzi "le lambrette" perchè ogni modello è una soluzione meccanica e telaistica a se, visto che soluzioni geniali non gliene uscivano e ritornavano sui loro passi ogni anno . . . ) è "inutile complicazione".
Almeno fino alla serie LI dove infine capirono comecazza si dovevano fare le lambrette. Ma cominciava ad essere tardi.:roll:

giusep46
11-12-10, 21:33
Posto le bellissime parole, purtroppo non mie, ma dello scrittore Matteo Rinaldi, perché mi rispecchio molto in quello dice e perché "anch'io sono un Lambrettista...":risata1:

Per la serie i grandi amori della mia vita ecco a voi la Lambretta, moto che è la sintesi dell’Italia intera: geniale, pasticciona, perdente, indistruttibile.

La Lambretta non è una Vespa. Meglio partire da qui perché mezza Italia non le distingueva nemmeno negli anni Sessanta, figurarsi ora. In realtà è impossibile sbagliare: la Vespa non tiene la strada ma in compenso non si ferma mai, corre, non vibra, trovi i ricambi anche in Groenlandia. Tanto basta per adorarla.

La Lambretta è diversa: tiene la strada ma in compenso non va quasi mai, corre poco, vibra come un martello pneumatico e non trovi i ricambi nemmeno a Lambrate. E tanto basta per adorarla.

Negli anni Ottanta, quando sono diventato un Lambrettista, la scelta era obbligata. Milioni di Vespe Piaggio dominavano le strade italiane: un quarto erano terribili cinquantini come la famosa Vespa 50 Special, truccati e rifatti che neanche un moderno premier. Un quarto erano Vespe ET3, che sullo stesso telaio dei cinquantini montavano un portentoso motore 125 con tre travasi e filavano come razzi. (Mai capito cosa fossero i travasi e secondo me neppure i Vespisti più incalliti. Ma era un’epoca così).

Il quarto più pericoloso erano le Vespe Px, le ultime arrivate. Grosse ma snelle, squadrate ma eleganti. Gioielli: correvano, consumavano poco e almeno un paio di volte l’anno riuscivi a restare in piedi dopo una frenata sotto la pioggia. Miracoloso.

L’ultimo quarto erano le Vespe più vecchie: le fenomenali GS, le Rally e un’infinità di modelli che allora ti portavi a casa con trecento mila lire.

A me stavano un po’ sulle balle. Le ET3 erano diventate le moto dei fighetti, i Px dei funghi. I fighetti almeno erano in calo, perché cominciavano a subire il fascino delle auto e in particolare delle prime odiose Golf GTI nere.

I funghi tenevano botta. Sui Px attaccavano enormi adesivi col fricchettone chitarrato spalle al sole. Poi montavano poderose motoradio sul bauletto con cui sparare il giovane Vasco a tutto volume. Quando ti superavano, prima sentivi Ti voglio beeeeene lascia stare il vestito e poi il Vrooom rotondo e potente del motore Px.

Mi buttai sulla Lambretta imitando i fratelli Graziani – miei amici tuttora – che mi presentarono lo scooter con queste sagge parole: “Questa è una Lambretta: motore centrale, grande tenuta di strada, parafango anteriore che non gira assieme alla ruota. E soprattutto: è la moto dei murari (muratori ndr) e va moooolto meglio di quei bidoni della Piaggio“. Non era vero ma ci credetti immediatamente. E poi non sapevo neppure dove fosse il motore. Anzi, non sapevo nemmeno cosa fosse, un motore. Di sicuro la Lambretta era più magra, più filante, meno plasticosa. Quando Antonio mi presentò la sua, la guardammo, carezzammo e annusammo attentamente: “Che buon profumo di ferro minerale – disse lui – Non senti l’odore del ferro anni Sessanta, lavorato da operai con le mani grosse, fieri del loro lavoro?” Cazzo se lo sentivo.

Cercai e trovai la mia Lambretta in un garage a Settecà. Era il 1984. Centocinquanta mila lire e divenni proprietario – col cuore che mi batteva forte – di una Lambretta 150 LI del 1964, rossa, praticamente perfetta.

In tre giorni non era più rossa né perfetta. La colorai con un moderno e combattivo verde militare la prima settimana. Con un cattivissimo grigio-verde mimetico la seconda. Con un romantico blu notte la terza. Con un filante rosso ferrari la quarta. Quando lo strato di colore cominciò a superare lo spessore del materasso del letto, decisi di limitarmi. E magari di imparare a portarla.

Portarla è un modo di dire. La Lambretta non si portava. Ti portava. Era come i muli dei film western: faceva quel che voleva lei. Si accendeva una volta su tre. Le altre due dovevi spingerla finché il sudore ti colava nelle scarpe. Inoltre si spegneva a suo totale piacimento. Preferibilmente mentre sorpassavi un tir e sull’altra corsia sopraggiungeva una corriera.

Bruciava una luce di posizione ogni tre giorni. Quasi sempre a cento metri da una pattuglia di vigili in annoiata attesa. I cavi del freno, della frizione, dell’acceleratore e del cambio saltavano a piacimento e senza alcuna ragione.

Imparai molte cose in quel periodo. A frenare con le suole come Pronto Soccorso, il protagonista (non a caso lambrettista!) di una celebre storia di Stefano Benni. A passare davanti alle pattuglie premendo leggermente il freno per accendere la luce di stop millantandola posizione. A guidare senza la manopola dell’acceleratore, tirando direttamente il filo spezzato come si fa con le redini di un destriero.

Ma soprattutto imparai a guidare. Le Vespe erano più veloci, scattose, moderne e numerose. Per tener testa a un Px, nell’asse principale vicentino da Corso Padova a viale Verona, non c’era alternativa: dovevo guidare con la grinta di Ayrton Senna e la testa di Alain Prost.

La sfida col Vespista iniziava al semaforo. Un rapido scambio di sguardi dava il via. Il vespista si preparava con le classiche accelerate: Vrum! Vruuum! Il lambrettista no. La Lambretta era delicata e permalosa: si sarebbe spenta subito. Scansionavo rapidamente il traffico davanti a me e calcolavo: “Dopo la 131, dopo la 2 cavalli, dopo la Escort c’è il 5. Il 5 fa Villaggio del Sole – Anconetta: quindi all’incrocio svolterà a destra per viale IV novembre. Mumble mumble…”

Semaforo verde, via! Passavo la 131 a destra, la 2 cavalli pure, poi scartavo a sinistra e passavo mentre il Px, sparato e ignaro sulla destra, inchiodava per non spiattellarsi contro il 5 in sterzata.

Battuto, fottuto e umiliato. Imparassero i percorsi dei bus invece di rincoglionirsi coi Black Sabbath.

In Lambretta le ragazze non salivano volentieri. Sono sempre un po’ gelose le donne. Capivano che il tuo vero amore era di ferro minerale, non di carne. E poi le vibrazioni erano davvero eccessive. Antonio diceva, ammiccando, che la sella aveva un piacevole effetto vibratore, ma non era vero. Magari! A una compagna di scuola che avevo accompagnato a casa, le vibrazioni mandarono in frantumi gli occhiali da vista.

Con la mia terza Lambretta raggiunsi Taormina, in Sicilia, nel settembre 1989 (toh, esattamente vent’anni fa), da solo, dopo un viaggio meraviglioso: cinquanta all’ora di media, costa tirrenica all’andata, costa adriatica al ritorno.

Tutti gli odori dell’Italia, chilometro dopo chilometro. Il magnifico motore 150 del 1964, recuperato da una Lambretta abbandonata e montato pezzo per pezzo senza la minima competenza, aveva grippato già all’andata, prima di Roma, con un rumore terrificante. Ma era ripartito senza tante storie dopo un quarto d’ora di raffreddamento e di coccole. A quaranta all’ora ero arrivato a Reggio Calabria, conquistato il traghetto e preso possesso della Trinacria.

Mi arresi alla modernità dopo centoventi forature, sessanta cavi spezzati, quarantanove esplosioni del motore, dodici donne perdute per sempre. Ma da allora continuo a combattere, difendendo la qualità Lambretta in mostruose discussioni contro i Vespisti, sempre troppo numerosi e troppo attrezzati.

Un giorno conobbi un restauratore di moto d’epoca, Lambrettista purosangue ma intelligente. Ero nella sua officina. Mi feci coraggio e sussurrai: “Sono un Lambrettista anch’io ma… secondo me la Vespa è meglio“. Lui si guardò attorno per assicurarsi che fossimo soli. Chiuse la porta a chiave ed estrasse due scatole di legno da un cassetto. Nella prima c’era il cuore di un motore Vespa. Nella seconda un cuore Lambretta. Entrambi erano smontati pezzo per pezzo.

“Conta i pezzi della Vespa – disse – sono quindici. E adesso conta i pezzi Lambretta”. Novantasei! Allargò le braccia: “La Vespa è semplicità assoluta, minor costo, minor manutenzione, sviluppo più semplice e mille altri vantaggi. Come abbiamo fatto a resistere, tenendo loro testa per vent’anni, è un miracolo“.

È stato un miracolo, davvero. Ma la Lambretta era viva. Superata, perdente, pasticciona, complicata, geniale ma viva. Nemmeno alla mia prima chitarra, nemmeno al mio primo orsacchiotto ho mai voluto tanto bene.

Matteo Rinaldi settembre 2nd, 2009

A voi i commenti fratelli Vespisti...:Lol_5:

M



spettacolare il tuo racconto....pieno di emozioni!!
io sinceramente avendo entrambe non mi considero nè vespista nè lambrettista...sono solo un motociclista con una passione smisurata per le due ruote.............

tonizzo
11-12-10, 22:02
Insomma, cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Io preferirei il mezzo pieno.
Vespa: non si discute, ok. Però la Vespa ha avuto i suoi difettucci, incluso il fatto di non avere - nelle versioni potenti - un freno a disco. La Lambretta ce l'aveva, e questo nel 1969. Ossia quando gli USA hanno mandato due tizi sulla Luna e la TV era in bianco e nero. La Vespa lo ha avuto nel 1999, quando gli USA avevano da un paio d'anni spedito un trattoricchio a sei ruote su Marte.
E' vero, la soluzione telaistica Innocenti ha vinto, nel 1965 era troppo avanti. Un po' come se Nokia avesse inventato i cellulari nel 1930: chi cacchio chiamavi? In effetti, oggi solo il nuovo PX ha ancora il telaio autoportante. Il resto è tutta soluzione Innocenti.

Non voglio intervenire sulla manovrabilità del cambio, c'è chi dice che il Teleflex Lambretta fosse più docile da usare della manopola Piaggio. Questo non lo so. Se il motore si piantasse ogni due per tre non lo so e non entro in questione, però se questi hanno venduto Lambrette fino al 1997 tra Innocenti e SIL e per giunta ad una nazione come l'India che 13 anni fa era davvero in mezzo alla strada e oggi sta diventando un gigante economico... beh, forse tutto 'sto schifo non era 'sta benedetta Lambra. O no?

Semmai, consentitemi di dirlo, vedo un impoverimento. Voglio dire: si poteva discutere tra Vespa e Lambretta, anche litigare gustosamente. Ma lo si poteva fare perché erano DUE gli scooter italiani. Uno più famoso dell'altro, certo: ma erano due. Questo voleva comunque dire: migliorare il prodotto, stimolare la concorrenza, sviluppare cose nuove. Adesso abbiamo soltanto due mezzi, più o meno simili: la Vespa contro se stessa, ossia la LML Star. Come la mettiamo?

mark68
11-12-10, 22:23
Insomma, cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Io preferirei il mezzo pieno.
Vespa: non si discute, ok. Però la Vespa ha avuto i suoi difettucci, incluso il fatto di non avere - nelle versioni potenti - un freno a disco. La Lambretta ce l'aveva, e questo nel 1969. Ossia quando gli USA hanno mandato due tizi sulla Luna e la TV era in bianco e nero. La Vespa lo ha avuto nel 1999, quando gli USA avevano da un paio d'anni spedito un trattoricchio a sei ruote su Marte.
E' vero, la soluzione telaistica Innocenti ha vinto, nel 1965 era troppo avanti. Un po' come se Nokia avesse inventato i cellulari nel 1930: chi cacchio chiamavi? In effetti, oggi solo il nuovo PX ha ancora il telaio autoportante. Il resto è tutta soluzione Innocenti.

Non voglio intervenire sulla manovrabilità del cambio, c'è chi dice che il Teleflex Lambretta fosse più docile da usare della manopola Piaggio. Questo non lo so. Se il motore si piantasse ogni due per tre non lo so e non entro in questione, però se questi hanno venduto Lambrette fino al 1997 tra Innocenti e SIL e per giunta ad una nazione come l'India che 13 anni fa era davvero in mezzo alla strada e oggi sta diventando un gigante economico... beh, forse tutto 'sto schifo non era 'sta benedetta Lambra. O no?

Semmai, consentitemi di dirlo, vedo un impoverimento. Voglio dire: si poteva discutere tra Vespa e Lambretta, anche litigare gustosamente. Ma lo si poteva fare perché erano DUE gli scooter italiani. Uno più famoso dell'altro, certo: ma erano due. Questo voleva comunque dire: migliorare il prodotto, stimolare la concorrenza, sviluppare cose nuove. Adesso abbiamo soltanto due mezzi, più o meno simili: la Vespa contro se stessa, ossia la LML Star. Come la mettiamo?
purtroppo in Italia è il periodo dell'Impoverimento...
ormai non c'è rimasto più nulla, tutte le grandi aziende stanno migrando verso quei paesi "emergenti" (cina, india, messico, etc) dove il lavoro costa nulla ed i guadagni sono alti... tra poco tempo saremo noi, ad essere un paese sottosviluppato...:boxing:

signorhood
12-12-10, 00:52
purtroppo in Italia è il periodo dell'Impoverimento...
ormai non c'è rimasto più nulla, tutte le grandi aziende stanno migrando verso quei paesi "emergenti" (cina, india, messico, etc) dove il lavoro costa nulla ed i guadagni sono alti... tra poco tempo saremo noi, ad essere un paese sottosviluppato...:boxing:

Un paese se si è sviluppato non torna ad essere "sottosviluppato", ma entra nel "declino"!

Noi insieme ad altri paesi occidentali siamo in declino e possiamo solo frenare la caduta!
Ora tocca ad altre nazioni compiere il pieno sviluppo e tra questi ci sono colossi come Cina ed India e poi Brasile, Messico e altri ancora. La Cina addirittura "frena" il suo sviluppo perchè quando si compirà . . . i "sudditi" cinesi non si terranno più sul groppone i vecchi mandarini che li comandano da sempre anche se vestiti da pseudocomunisti.

Ora tocca a loro e tra 50 anni collezioneranno delle vecchie TATA NANO come noi ora collezioniamo vespe, lambrette, topolino e 500.

GiPiRat
12-12-10, 21:06
La Lambretta ce l'aveva, e questo nel 1969.
Mi permetto di correggerti, il freno a disco ce l'ha avuto sin dal 1962! Prima sulla 175 TV 3^ serie e poi sui modelli a 200cc.: SX e DL. ;-)

Ciao, Gino

Giuseppe77
12-12-10, 23:54
[QUOTE=ruotepiccole;511855]Posto le bellissime parole, purtroppo non mie, ma dello scrittore Matteo Rinaldi, perché mi rispecchio molto in quello dice e perché "anch'io sono un Lambrettista...":risata1:

Ciao a tutti!!! Come prima cosa devo dire che il mio cuore batte per la vespa, mentre come seconda vi informo che sto raggruppando un pò di soldi per acquistare o una Lambretta LI seconda serie o una SX Special, il motivo ve lo spiegherò in seguito. Luglio 1991 dopo aver conseguito la licenza media mio padre decide di acquistarmi il tanto atteso cinquantino!! Ci rechiamo nell'unico venditore di moto del mio paese. Appena entrati nel locale i miei occhi cadono su una bella VESPA V bianca nonostante accanto a Lei vi fossero un' Aprilia Futura 50 e una Red Rose 50. Ci salgo su e la faccio già mia, mah...., a questo punto accade una cosa inaspettata, l'allora situazione economica della mia famiglia non era delle più rosee e sui quadri affissi su quella porta d'anticorodal della scuola vi era scritto "sufficiente", mio padre mi disse "ti piace questa custom?". A me non sono mai piaciute le custom però in quel momento avevo l'opportunità di farmi notare fra le vespe dei miei amici (special-pkxl-N) e così commisi un grande errore, scesi dalla sella della Vespa per salire su quella della Red Rose, una moto da 4.000.000 di lire!!!!!!!! che aveva il raffreddamento ad acqua e che raggiungeva la pazzesca velocità di 95 Km/h. in quegli anno non esisteva nè il targhino nè l'assicurazione obbligatoria e il casco non lo metteva nessuno. A contratto chiuso porto la Red Rose a casa e il mio rapporto con questa moto dura appena due anni perchè era vero che ero il più veloce ma era anche vero che io portavo sempre le scarpe e i pantaloni bagnati e spingevo fino a casa la moto quando foravo la gomma. I miei amici, invece, non si fermavano mai. Anno 1993 al diavolo la Red Rose la vendo recuperando 2.500.000 e con quei soldi mi compro una bella Vespa HP verde metallizzata che tuttora conservo gelosamente nel garage, da allora è stato amore puro. E' stata Lei che mi ha accompagnato sotto casa di una ragazza speciale, è stata lei che ci ha accompagnati per decine di migliaia di chilometri per le strade del mio paese e sarà Lei che accompagnerà il figlio che ho avuto da quella ragazza speciale per tanti altri chilometri. Oltre a Lei ho un PX 151 MY ed una COSA2 125. E la lambretta cosa centra? Vi domanderete!!!! Tutti avranno chiesto al proprio padre "ma tu da giovane che moto hai posseduto" il mio, a questa domanda mi ha risposto "una Lambretta 125 special colore carta da zucchero" ed è così che ho cominciato ad interessarmi a questo modello ma è anche carino, proprio per le suo forme più tondeggianti la Lambretta LI seconda serie. Credo che non bisogna disprezzare questo scooter perchè insieme alla VESPA ha contribuito alla motorizzazione di massa del dopoguerra e poi perché non è un frullatore. Mi auguro di non avervi annoiato. :ciao:

Diegoz
13-12-10, 07:55
[. Mi auguro di non avervi annoiato. :ciao:

no anzi, mi hai quasi commosso!:ok:

tonizzo
13-12-10, 12:16
Gipirat, meglio ancora. Grazie per la precisazione.

Utente Cancellato
13-12-10, 16:52
Insomma, cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Io preferirei il mezzo pieno.
Vespa: non si discute, ok. Però la Vespa ha avuto i suoi difettucci, incluso il fatto di non avere - nelle versioni potenti - un freno a disco. La Lambretta ce l'aveva, e questo nel 1969.

Si, va bene, ma era un freno a disco meccanico, mica idraulico; non ti credere che fosse eccezionale.


Non voglio intervenire sulla manovrabilità del cambio, c'è chi dice che il Teleflex Lambretta fosse più docile da usare della manopola Piaggio.

Per mia esperienza personale si, il cambio della lambretta, dalla LI in poi, è meglio.


Questo non lo so. Se il motore si piantasse ogni due per tre non lo so e non entro in questione, però se questi hanno venduto Lambrette fino al 1997 tra Innocenti e SIL e per giunta ad una nazione come l'India che 13 anni fa era davvero in mezzo alla strada e oggi sta diventando un gigante economico... beh, forse tutto 'sto schifo non era 'sta benedetta Lambra. O no?


No che non lo era, scherziamo?

:ciao:

tonizzo
13-12-10, 16:58
Anchor, grazie anche a te delle precisazioni. Ciò non toglie che, disco idraulico o meno, era un mezzo che provava a dire qualcosa di nuovo a modo suo. Dicevo "non era tutto 'sto schifo" perché mi è capitato spesso di leggere cose forse esagerate sulla Lambretta. A proposito, complimenti per il cane dell'avatar, era uno dei fumetti che amavo su Comix ma confesso di non ricordarmi più come si chiamasse... il padrone era uno scienziato pazzo, mi pare. :-)

FedeBO
13-12-10, 17:22
non mi piace la lambretta, ma grazie mille per aver postato quel bellissimo racconto!

Utente Cancellato
13-12-10, 17:50
Anchor, grazie anche a te delle precisazioni. Ciò non toglie che, disco idraulico o meno, era un mezzo che provava a dire qualcosa di nuovo a modo suo. Dicevo "non era tutto 'sto schifo" perché mi è capitato spesso di leggere cose forse esagerate sulla Lambretta. A proposito, complimenti per il cane dell'avatar, era uno dei fumetti che amavo su Comix ma confesso di non ricordarmi più come si chiamasse... il padrone era uno scienziato pazzo, mi pare. :-)


Anch'io ho letto cose che ho reputato esagerate sulla Lambretta (e ho sentito anche di lambrettisti che non si capacitano di come si possa fare uno scooter col telaio portante e col motore tutto da una parte.....:crazy:).

Il cane si chiama Dogbert ed è il "vero" padrone dello scienziato, che si chiama Dilbert.
I loro fumetti piacciono molto anche a me.

Ciao

Utente Cancellato
13-12-10, 17:51
[QUOTE=ruotepiccole;511855] Mi auguro di non avervi annoiato. :ciao:

No, non mi hai annoiato.
Ciao

GiPiRat
13-12-10, 17:59
Insomma, cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Io preferirei il mezzo pieno. Vespa: non si discute, ok. Però la Vespa ha avuto i suoi difettucci, incluso il fatto di non avere - nelle versioni potenti - un freno a disco. La Lambretta ce l'aveva, e questo nel 1969.
Si, va bene, ma era un freno a disco meccanico, mica idraulico; non ti credere che fosse eccezionale.
Ma, comunque, frenava meglio dei freni a ferodi del periodo, Vespa o Lambretta che fossero. ;-)

Ciao, Gino

ruotepiccole
13-12-10, 19:05
Ma, comunque, frenava meglio dei freni a ferodi del periodo, Vespa o Lambretta che fossero. ;-)

Ciao, Gino

Esatto! Ringrazio ancora tutti per le numerose risposte al mio post.

M

PEPPEPX125
16-12-10, 23:06
Mi auguro di non avervi annoiato. :ciao:[/FONT][/COLOR][/QUOTE]

Ma quale annoiato! :mrgreen:
:ciao::ciao:

spinta
26-12-10, 19:42
A me piace molto di più la lambretta. La mia preferita è la 125 C.
capolavoro di meccanica ed estetica.


:ciao:

Vespa 50 L
27-12-10, 15:11
Rivisitando il titolo del topic il mio pensiero-motto sarebbe, che mondo sarebbe senza Vespa??:risata1:
Dedicata a Lei

Con un panno t'accarezzo,
tu rispondi tutta un pezzo,
ora sei un gran splendore...
ti cavalcherò per ore.

Forte sento già l'odore
provocato dal rumore
del tuo mitico motore.

Provo un brivido vivace
andiamo dai, lo sai mi piace
di tirarti su di giri
e se forte tu respiri
al mio provocar rispondi
coi tuoi fianchi tutti tondi
gialli, belli e rubicondi.

Io ti tiro e vai avanti
si stupiscon tutti quanti.
In salita? Qui si svolge la partita...
Quarta, terza, seconda e poi,
tu non mi tradisci mai.

Tutti vogliono goderti in tutti i tuoi particolari
inimitabile e senza pari
coi tuoi segreti belli e rari.

Ormai è sera
torniamo a casa,
dolce gialla, ora riposa,
ti lasciamo, io e la mia sposa.

Or ti lascio riposare,
mentre vado a programmare
un nuovo giorno insieme a te.

Giuseppe77
27-12-10, 23:44
[QUOTE=Vespa 50 L;520483]Rivisitando il titolo del topic il mio pensiero-motto sarebbe, che mondo sarebbe senza Vespa??:risata1:
Dedicata a Lei


Veramente simpatica!!!:-) Posso copiarmela su di un file di word?........... OK!!! Fatto:Lol_5:. Grazieeee!!!!!:ciao:

Utente Cancellato 002
30-12-10, 00:07
Se interessa a qualcuno, tanto ormai sono in ballo e mi fa solo piacere leggete queste 2 paginette ;-)
http://www.vesparesources.com/off-topics/36095-su-moto-storiche-di-gennaio-febbraio.html

PAOLINOPX
28-04-11, 17:18
“Conta i pezzi della Vespa – disse – sono quindici. E adesso conta i pezzi Lambretta”. Novantasei! Allargò le braccia: “La Vespa è semplicità assoluta, minor costo, minor manutenzione, sviluppo più semplice e mille altri vantaggi. Come abbiamo fatto a resistere, tenendo loro testa per vent’anni, è un miracolo“.

complimenti per il racconto , quasi commovente.:cry:

Meganoide
28-04-11, 17:25
Bellissimo il testo, da possessore di entrambe mi ci sono ritrovato con i problemi delle mie povere lambre :)

cinghiale
06-05-11, 18:12
io sono uno di quelli scorretti che hanno l'adesivo con il bimbo che piscia sulla scritta lambretta!
c'è l'ho perchè mi piace lo scontro fra lambrettisti e vespisti, mi ricordo un anno dove in casa del lambretta club toscana ci siamo andati in vespa e alle premiazioni si scatenava la curva! da una parte e dall'altra, da vespista dico che se non ci fosse la labretta andrebbe inventata! chissà che la lotta fra le due fazioni non abbia contribuito al mito degli scooter italiani?!
una bello scontro coppi bartali!!!
ah a proposito da toscanaccio io parteggio per il ginettaccio!!!!:ok:
bel racconto complimenti ruote piccole!

Vespista46
07-05-11, 15:55
io sono uno di quelli scorretti che hanno l'adesivo con il bimbo che piscia sulla scritta lambretta!
c'è l'ho perchè mi piace lo scontro fra lambrettisti e vespisti, mi ricordo un anno dove in casa del lambretta club toscana ci siamo andati in vespa e alle premiazioni si scatenava la curva! da una parte e dall'altra, da vespista dico che se non ci fosse la labretta andrebbe inventata! chissà che la lotta fra le due fazioni non abbia contribuito al mito degli scooter italiani?!
una bello scontro coppi bartali!!!
ah a proposito da toscanaccio io parteggio per il ginettaccio!!!!:ok:
bel racconto complimenti ruote piccole!
Dove lo vendono? :mrgreen: