• Fenomenologia della Vespa 50



    PREMESSA
    Siccome amo parlare solo di quello su cui sono documentato (per il resto trovo più intelligente chiedere consiglio), scriverò una cosa diciamo introduttiva per chi si avvicina a questo mezzo. Tutti sono benvenuti.
    Cominciamo
    Ovviamente il mio approccio è il meno motoristico possibile e più, diciamo, storico e sociale.

    Benvenuto! Se sei arrivato su queste pagine evidentemente sei stato "toccato" dalla passione per questo mezzo o comunque provi interesse per la Vespa in tutte le sue salse. Qui non troverai cose come alesaggio, corsa e quant'altro, ma solo un semplice discorso tra amici per avvicinarti a questo mondo.

    Intanto cominciamo col dire che la Vespa, sia pure 50, non è un ciclomotore ma una vera e propria motocicletta. E' vero, la legge dice che è un ciclomotore, ma tu pensa che la prima Vespa era 98cc ed è stata brevettata come "motocicletta" il 23 aprile del 1946. Per gli appassionati dell'oroscopo diremo che è del segno del Toro. E come tutte le motociclette ha il cambio con le marce e ti porta in giro. Può farti sorridere, ma pensa che in fondo il cambio della Vespa è una specie di "sequenziale": se vai in giù sali di marcia, se vai in su scali con eccezione della I che è sempre all'insù. Vedi quel puntino bianco a lato della manopola? Ecco, quello è il folle, non c'è trazione e puoi stare fermo. Proprio come in tutte le moto.

    ASPETTO
    Guarda bene il mezzo: effettivamente è diverso da quello che vedi in giro. Sembra una mano a coppa, pensa che Corradino D'Ascanio, l'ingegnere che l'ha progettata (e che è l'inventore dell'elicottero) non amava le moto e ha disegnato la Vespa a partire da un uomo comodamente seduto. Visto? La Vespa ti porta "in palmo di mano" con tutti i riguardi, non devi stringerti a nessun serbatoio o inclinarti alla meno peggio, solo sederti. Anche se ha un po' di panza, come me, alla Vespa non interessa: le interessa trasportarti.
    Ha le ruotine piccole, è vero: però pensa che al tempo in cui è nata l'Italia era un cumulo di macerie. Ruote più piccole voleva dire mezzo più agile e soprattutto meno costoso. Da produrre, vendere e riparare. Guardacaso anche l'altra rivale della Vespa, la Lambretta, aveva le ruotine.
    Ho detto che D'Ascanio non amava le moto e lo ripeto. Infatti la Vespa non somiglia alle motociclette come le immaginiano, magari alla Easy Rider. Però è una motocicletta, e rispetto alle altre è più comoda. Ha il cambio meccanico che costa meno e non si rompe mai rispetto al variatore, e si comanda con la manopola sinistra. Pensa che comodità e sicurezza: non devi mai staccare le mani dal manubrio, a quel tempo invece esistevano le Harley Davidson con la leva del cambio. Sì, proprio come la macchina, e dovevi essere bravo a fare le cambiate (il sistema è stato definitivamente abbandonato nel 1974) sennò ti ritrovavi a terra. Punto, il cambio è a manopola ed è comodissimo: non credere a chi dice il contrario perché evidentemente non ha mai guidato una Vespa.

    MECCANICA
    Come dici? Sì, è bassa e ha le ruotine piccole. Ma questo vuol dire che ha un baricentro più basso, dunque più stabile. Lo so, ha il motore montato sul lato destro e secondo qualcuno questo la renderebbe instabile. A me pare una bufala: la Vespa va, altrimenti non se la sarebbero comprata almeno 16 milioni di primi proprietari (e pensa i secondi, terzi, quarti... ha colonizzato il mondo intero) e non se la sarebbero comprata tante donne! Pensa, in sella alla Vespa tocchi sempre terra, e quando viaggi metti i piedi su un pavimento vero e proprio, come andare in auto. Non ci sono schizzi e non c'è sporcizia sui tuoi vestiti, si va e basta.
    Detto questo, vediamo un pochino come va il motore. E' un motore a due tempi, non sto a spiegarti le particolarità. Diciamo che è un motore più semplice ma anche più scattante del quattro tempi, quello che si monta oggi anche sugli scooter. Perchè ha questo motore? Perché costa meno fabbricarlo e ha molti pezzi in meno rispetto a un 4 tempi (ricordati dell'Italia del 1946 e te ne renderai conto, non c'erano molti soldi allora. Considera poi che la Vespa ha motorizzato posti come l'India - oggi potenza industriale - in un'epoca in cui le condizioni locali non erano molto diverse rispetto a quelle dell'Italia del '46). A differenza del 4 tempi, non ci sono catene o cinghie della distribuzione, né valvole che si aprono e chiudono. Nella testa e nel basamento ci sono delle "luci", feritoie chiamate anche "travasi" che vengono aperte e chiuse dal pistone nel corso del suo ciclo. Fa tutto lui, non pensare ad altro, pensa solo a guardare la strada. In cambio però, la Vespa ha bisogno della miscela. Ora, premesso che tutti i mezzi col motore a scoppio funzionano a miscela di aria e carburante (sennò come si fa a fare lo scoppio), qui ci vuole una percentuale aggiuntiva di olio apposito per lubrificare il motore. Da una cinquantina d'anni la Vespa usa la miscela al 2%, prima era al 5%. Se non sei bravo in matematica come me, la Piaggio vende un misurino a 1,30 euro che ha le tacche graduate. Conta i litri di benzina che metti nel serbatoio e riempi seguendo le tacchette, poi butta l'olio nel serbatoio. Ecco fatta la miscela!

    COME SI GUIDA LA VESPA
    La Vespa si guida come la macchina. Né più né meno. Con qualche piccola differenza. Gira la chiavetta del serbatoio e apri la miscela, poi tira l'aria. Oggi non ce n'è più bisogno, ma la Vespa è vincente per la sua semplicità. Tira l'aria, fai scendere la Vespa dal cavalletto e salici sopra. Se hai l'avviamento elettrico, buon per te: premi il pulsantino e accendi. Altrimenti dietro il piede destro c'è una pedivella. Mettici sopra il tacco e dai un bel calcio, come se fossi un mulo. Non aprire il gas o ingolfi, magari ce ne vorranno due di pedalate ma se tutto è a posto sentirai l'allegro borbottio del motore che si risveglia. Ecco qua l'insettino rombante che si avvia verso una nuova giornata!
    Dai un paio di acceleratine e acolta il motore per chiudere l'aria, dagli il tempo di risvegliarsi: tu salti in piedi dal letto la mattina, o ti fermi un momento? Anche la Vespa si deve svegliare, dalle qualche secondo di tempo (per te magari ci vuole un minuto). Dimenticavo: l'aria non serve quando il motore è bello caldo, devi solo dare una scalciata e vai.
    Allora, i comandi: manopola destra acceleratore e freno anteriore (stai calmo, i freni li facciamo dopo), manopola sinistra cambio e leva frizione. A terra, sul pavimento: pedale a fungo che comanda il freno posteriore. Frizione, la prima, accelera progressivamente e sentirai la spinta in avanti, accelera ancora e lascia la frizione, sei in movimento. Ogni marcia entra con una specie di "tac", è tipico della Vespa. Vai tranquillo e rispetta le regole, casco ben allacciato in testa, luci accese e prudenza. Tanta. Sempre!
    La Vespa può avere due tipi di cambio (escluse quelle a variatore accelera-e-cammina): a 3 o 4 marce. Secondo me è questione di gusti e non ti deve sembrare strano che la Vespa possa avere "solo" tre marce. guarda che fino alle soglie degli anni '70 molte auto avevano solo tre marce, la quarta era un lusso e la quinta nientemeno che per modelli sportivissimi o di lusso tipo Alfa Romeo o Lancia, quindi per gli standard dell'epoca la Vespa è più che adeguata. L'essenziale è arrivare in terza (o quarta, come nel mio caso) per assaporare la regolarità di marcia del motore, il suo borbottio allegro e rassicurante. E consuma poco! 30 e anche più km con un solo litro di miscela.

    FRENI
    Adesso è il momento di frenare. Tanti dicono che la Vespa non frena o che inchiodi e ti vai ad ammazzare. Palle. Ho imparato a frenare con la Vespa da autodidatta (ho imparato ad andare in moto con un Aspes Navaho 50 del 1976 col cambio a pedivella, sì quello come i Chips per capirci) e ti assicuro che non c'è niente di pericoloso. La Vespa è pericolosa se non la conosci e se pretendi di essere Valentino Rossi. In quel caso vai a Monza e buon divertimento. Se invece vuoi un ottimo e agilissimo mezzo di trasporto, che nell'agilità ha la sua capacità di sbottigliarsi dal traffico, allora vai avanti con la Vespa. E vedrai che le emozioni non ti mancheranno.
    La Vespa frena coi tamburi, sono freni che ti permettono di fermare spingendo una ganascia (chiamata ferodo) contro l'intero di un tamburo, appunto. Si chiamano anche freni ad espansione perché fanno un movimento che si allarga per andare a toccare l'interno del tamburo. La Vespa ce li ha perché costano meno e sono più semplici da usare (negli anni '30 li aveva anche la Balilla, sì quella della famiglia Brambilla che va in vacanza), ma poi hanno una particolarità: a differenza dei freni a disco, se ben regolati offrono una frenata progressiva. Ma a dare la progressione e ripartire lo sforzo frenante devi essere tu, l'ABS della Vespa è nel tuo cervello. Quindi: il pedale a terra, quello a fungo è il freno principale. Deve fermare la ruota di dietro, l'anteriore serve solo a complemento. Vai in qualche cortile vuoto o in una stradina di periferia ed allenati. Vedrai che dopo qualche minuto sarai in grado di controllare la tua amica a due tempi.

    PRESTAZIONI
    E qui siamo al punto dolente. La Vespa non supera i 40-45 all'ora e tanti la elaborano. Che fare? Guarda, la mia non è elaborata (la legge lo proibisce, ricordalo) e la sua velocità massima mi va benissimo. Tieni presente che il modello 50 è nato negli anni '60 e si poteva guidare a 14 anni senza patente e senza casco. Sono d'accordo con te che magari un po' di spunto non sarebbe stato male, ma il legislatore (cioè chi fa le leggi) deve garantire che chi esce la mattina di casa possa tornarci la sera sano e salvo, anche se chi guida è bravo come Max Biaggi. In strada non siamo in pista e quindi chi fa le leggi deve preoccuparsi di questo. La Vespa non è molto veloce, però è agile. E quando sei in mezzo all'ingorgo stradale conta di più l'agilità, credimi. Gli altri possono correre, la Vespa non è pensata per correre, è pensata per viaggiare in tranquillità e sicurezza. E siccome negli anni '60 non c'era casco, l'unico modo per garantire la sicurezza dei ragazzi era farli andare piano, (sperando sani) e lontano.

    PERCHE' PRENDERE UNA VESPA?
    A questo punto la domanda è: ma se in giro c'è tanta roba che non va a miscela, non ha il cambio ed è più "user friendly", perché devo pensare alla Vespa? Per un motivo emozionale, innanzitutto: perché certe scelte si fanno col cuore. La Vespa entra in sintonia con te, ti parla: con le sue vibrazioni, i suoi difetti e tanti pregi. E tu devi imparare a parlare la sua lingua. E' più umana di tanti mezzi che sembrano venuti dal futuro e dunque "una di noi". Se tutto questo non ti piace prendi un frullino, possibilmente italiano, e buon viaggio. La Vespa è italiana come me e come te, anche se ce ne sono tante prodotte in India. Certo, la pizza mangiata a Mumbai potrebbe non essere come quella di Napoli, ma sempre pizza resta.
    La Vespa è un pezzo di storia d'Italia e non si compra per fare i fighetti. Te l'ho detto, ha tante cose che potrebbero darti noia. Se ti piace lo slow food, prendi una Vespa. Se ti piace vivere a un ritmo più umano, prendi la Vespa. Se ti piace fare l'amore, sorridere, amare il cielo azzurro (o anche la pioggia, perché no?) ed evitare di dire frasi del piffero come "adesso vi rilascerò il mio speech" o "ecco, trovo interessante la keyword del tuo discorso" (giuro, sentite con le mie orecchie), prendi la Vespa. Se invece sei uno che fa la gara con l'orologio, beh... prendi un'altra cosa.

    Per finire: qui ci sono tanti amici innamorati di questo mezzo. Sono persone eccezionali e con un cuore così per la Vespa e per chi condivide questo amore. Possono darti tutto l'aiuto tecnico di cui hai bisogno, incoraggiarti, consigliarti. E poi, comunque, c'è sempre l'assistenza Piaggio. In ogni caso ricordati: il variatore divide, la Vespa unisce. Sempre e comunque. Buon viaggio!
    Questo articolo era stato originariamente pubblicato nella discussione del forum: Fenomenologia della Vespa 50 iniziato da tonizzo Visualizza Messaggio Originale
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