Voglio riavvolgere un attimo il nastro.
Chi dirige il VCI ha un compito che può essere ingrato, perchè è sotto gli occhi di tutti e dal consiglio dipendono tante cose. Del resto questo essere sotto i riflettori dovrebbe avere la valenza buona di "sprone", perchè dovrebbe incentivare un continuo miglioramento nell'interesse di tutti. I recenti congressi del VCI, in particolare l'ultimo, hanno portato alla ribalta il malconento di alcune persone piuttosto influenti nei confronti dell'attuale consiglio nazionale.
Non è da una parte giusto stare qui a far processo, se non citando chi è intervenuto in materia con cognizione di causa. Ed è la cosa più saggia, senza intentare improponibili difese, e senza commentare a sproposito.
Mi infastidisce di più quando c'è chi parla male di un club solo perchè affiliato - come da prassi - all'organismo centrale. Penso che ogni club possa dare un'impronta personale ed incisiva alla propria attività. E' stato così nel VC che fondammo nel settembre 2007. Qualche scettico c'era, ma si è aggregato per 'assaggiare' e si è ricreduto. Perchè? Perchè tutte le polemiche stanno ad livello più alto, se si analizza le realtà locali, spesso esse sono dei semplici gruppi di amici con un'insegna di ufficialità. VCI o no, poco importa. Perchè alle alte sfere in effetti non si fa molto per la promozione di una passione autentica. Ma ci pensano le persone normali, siano in Vespa Club di amici, siano in un gruppo autonomo, siano in un forum sulla Vespa che organizza scorribande.
Da un parte credo che ci sia più discriminazione nel difendere il VCI "a tutti i costi", tirando nel caso in ballo anche siti come questo... Eppure tutti i contrasti non hanno ragione d'essere, se guardassimo alla passione comune. E se è quella che ci interessa, beh ... pensiamo ad organizzare giri, congiuntamente, ed accettiamo tutte le proposte.
Se quei VC Siciliani avessero accolto la proposta della Transiciliana, avrebbero davvero concorso all'unità dei Vespisti, invece sono stati ostili... ed hanno concretizzato quella spaccatura che, a parole, aborrivano.
Per una volta facciamo un passo indietro e pensiamo "alla sostanza", o meglio all'amicizia che la passione comune dovrebbe suscitare ed assecondare. Se non c'è quella, tutto perde senso e l'unica passione diventerebbe quella il lucro.