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Moratti: tutelare la salute. Commercianti: a piedi 30 mila lavoratori
Scattano i divieti antismog. Scontro sulle deroghe
Stop alle Euro 0, Euro 1 diesel e moto a miscela pre Euro 1. Unione: avremmo preferito le targhe alterne, ma ora bisogna tenere duro
Inflessibile. «Siamo consapevoli delle criticità e dei disagi che saranno provocati da questo provvedimento. Ma la salute dei cittadini è un bene e questo interesse collettivo deve essere tutelato». Il sindaco Letizia Moratti insiste sulla necessità del provvedimento di blocco delle auto inquinanti, in vigore dal 1° febbraio, che estende la norma regionale già vigente a tutto l'arco della giornata. E dunque: dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 20, non entrano a Milano le auto pre-Euro 1 e i diesel euro 1, motoveicoli e ciclomotori pre-Euro 1 a due tempi. L'Atm ha rafforzato le linee e ha messo a disposizione un numero verde con le informazioni del caso (800.80.81.81). I controlli saranno affidati ai vigili e la Moratti ne ha promessi 50 in più in strada (anche se Roberto Miglio, della Rsu, fa notare che «non ci sono ordini di servizio e, comunque, spalmati su due turni e su 10 comandi, significa 2,5 operativi in più....»). Il provvedimento resterà in vigore «a titolo sperimentale» per 15 giorni, ma ancora ieri il sindaco ha ribadito che «la nostra ferma intenzione è di prorogarlo fino al 15 aprile, quando si spengono i riscaldamenti». Fioccano le proteste.
L'ordinanza dovrebbe bloccare il 15 per cento dei mezzi in circolazione: in particolare, restano a piedi circa 30 mila tra commercianti, ambulanti e artigiani. Proprio dall'Unione Artigiani è giunta una richiesta di deroghe: «I nostri operatori — spiega il segretario Matteo Accornero a nome dell'organizzazione — non possono usare i mezzi pubblici per motivi legati alla loro attività. E prestano servizi spesso di carattere di urgenza». Ma la Moratti è, appunto, inflessibile: «Non ci saranno deroghe, a parte quelle previste dall'ordinanza della Regione». L'assessore al Commercio, Tiziana Maiolo chiede però «qualora si decidesse la proroga, di concordarla bene con i commercianti, valutando anche il fatto che questa categoria è già tartassata da Prodi. Bisogna decidere incentivi per chi mette i filtri, ragionare sugli orari e così via». A fare pressione è giunta anche la lettera del capogruppo leghista, Matteo Salvini: «Vengano concesse almeno due ore di deroga a chi può autocertificare di avere problemi di lavoro».
La Cdl, insomma, frena. «Certo, non ci spelliamo le mani per questa iniziativa — ammette il capogruppo di An, Carlo Fidanza — che non è nata in sede politica e su cui non siamo stati coinvolti». Più severo Giovanni Bozzetti (An), che ha firmato l'ordine del giorno sul quale la maggioranza ha fatto cadere il numero legale in consiglio (il testo contesta l'introduzione del ticket antismog ed è stato firmato da una quindicina di consiglieri): «Il ticket deve essere applicato in un contesto di altri provvedimenti, altrimenti passa solo come provvedimento demagogico». Incita la Moratti l'azzurro Milko Pennisi: «Spero che il sindaco tenga duro». È la capogruppo dell'Ulivo Marilena Adamo a tirare le conclusioni politiche: «La CdL abbandona la Moratti. Dopo la clamorosa marcia indietro sul ticket, la maggioranza aveva faticosamente trovato questo punto di equilibrio, che ha retto solo 15 giorni». Quanto al provvedimento, l'Ulivo sostiene che «avremmo preferito le targhe alterne», ma «adesso bisogna tenere duro».
di Elisabetta Soglio