Sono d'accordo un po' con tutti, anzi molti, di voi.
E' un'epoca in cui la scala dei valori che per decenni ci sono stati (direttamente od indirettamente) insegnati è sempre più messa in crisi da un mondo che ha sempre meno vergogna di rompere dei tabù o di proporre delle provocazioni. L'etica, come altri valori, è qualcosa di sempre più relativo invece di essere un valore generale e condiviso.
Perchè stupirsi dunque se qualcuno martoria una Cinquanta e la fa sembrare una 90 SS solo per pescare il gonzo di turno che si faccia abbagliare? Ma, dall'altro lato, perchè stupirsi se altri invece (come molti di noi) non sono disposti a vendere un ferraccio rugginoso se non quando avessero l'urgenza di pagare il pane quotidiano?
Penso che oggigiorno abbiamo sempre meno punti di riferimento nel mondo che ci circonda, viviamo un'epoca di instabilità totale. E trovo del tutto naturale (oltre che bellissimo) che ci si aggrappi a tutte quelle piccole cose che per noi hanno un significato vero, più profondo di una moda e più prezioso del denaro. Per me, come per tanti di voi, l'unica vespa che posseggo rappresenta un pezzo della mia vita, è un costante riferimento a fatti, persone, situazioni ed emozioni di ieri e di oggi che fanno e faranno parte per sempre del mio vissuto.
Uno sguardo alla mia Primavera marrone, anche quando apro il garage per uscire in macchina, mi basta per richiamare alla memoria tanta parte della mia vita. La trovo una cosa rassicurante. E', forse, anche un modo per sentire che esisto.
Vespa, ergo sum.
E non posso spiegarvi cosa provo quando mi carico i miei due marmocchi per fare il giro del cortile.