Ciao a tutti!
Buon primo maggio (anche se ormai sta per finire...)!
Eccomi tornato da una a mio parere bellissima scampagnata in terra di Francia, che racconto sperando di far cosa gradita.
Dunque dunque: itinerario Aosta-Albertville-Annency-Aosta. Km. all'incirca un 300 o 350. Strada prevalentemente secondaria, o statale, ma senza traffico eccessivo. Circa 13 euro di benzina (una volta un rabbocco di 5, un rabbocco di 3.50 e un altro rabbocco di 5)
Questa la scampagnata che ho fatto oggi col il mio px.
Partenza da Aosta attorno alle 9.20, dopo avere montato il famoso portapacchi di cui in un altro post...(maledettissimi rivetti grrr). Passaggio in Francia attraverso il tunnel del M.Bianco (26 eurozzi circa totali di pedaggio per andata e ritorno e all'interno l'aria è respirabile). Usciti (eh sì, c'è anche la fidanza) dal versante francese, un simpatico gendarme ci osserva, ma non si muove. Ci fermiamo per sistemare i guanti e lo zaino sul portapacchi, e allora ci viene incontro domandandomi il libretto: glielo dò, e mi dice che gli pare cosa bizzarra che io abbia potuto passare il traforo con un mezzo come il mio...mi chiede che velocità ho tenuto nel tunnel (circa 60/65 orari) e allora capisco dove vuole andare a parare: gli indico sul libretto la voce cilindrata (guarda quella carta verda un po' smarrito...) e gli faccio notare che è un 151. "Ah bon, ca va: c'est un gros Vespà", mi riconsegna il papier e se ne va soddisfatto...Ripartiamo a spron battuto verso la meta. Nel paese di Le Fayet (quello dove c'è anche il trenino che porta al ghiacciaio della mer de glace) l'itinerario (consultato sul sito dell'Anas, sotto la sezione "quo vadis") ci dice di lasciare la strada nazionale per prendere una dipartimentale in direzione Saint Gervaise, Megeve. Dopo una sinuosa salita (che tra l'altro permette di avere una vista magnifica di tutta la piana sottostante) il panorama si apre: arriviamo su una specie di grande pianoro, coperto di baite, villini e pascoli (con relativi animali). La strada sale e scende dolcemente fino a Megeve, tra prati e pini. Ad un certo punto, prima di arrivare al paese, si incontra uno di quegli spiazzi attrezzati da pic nic che piacciono tanto ai francesi: la vista è davvero magnifica, e una sosta, per noi e per la vespa, cade a fagiolo. Da qui, pieghiamo verso le Gorges de l'Arly, un vallone piuttosto profondo incorniciato da pareti rocciose scoscese, in direzione di Praz s/Arly e di Ugine. Sorpresa! Le Gorges sono chiuse per lavori, e ci fanno deviare su di una stradina minuscola, che sale , sale sale e passa sopra la gola: direi che il contrasto tra i prati verdi e la neve appena più in alto che possiamo vedere, vale molto di più di una gola incassata...Comunque, continuiamo a salire e scendere fino ad arrivare, con una lunghissima e panoramicissima discesa ad Ugine. Di qui ci si reimmette sulla nazionale e svoltiamo a sinistra per Albertville, che ormai dista solo una manciata di km. Nostra meta è il suggestivo borgo medievale di Conflan, che domina dall'alto la moderna Albertville: borgo pedonale, pieno di botteghe di artisti (pittori, incisori, ecc), molto curato e pittoresco. Si sono fatte le 13.30 e decidiamo di dar fondo ai panini: la scelta cade sul punto dominante del villaggio, la "torre saracena", circondata da un giardino pubblico piccolo, ma curato, che si affaccia come un balcone sulla valle di Albertville. C'è il sole, un po' di vento e si sta veramente bene (i panini,poi, sono anche buoni..). Facciamo un giretto per il borgo (la piazza principale, le vie strette un po' come i carugi liguri) e ripartiamo. Si torna indietro sino ad Ugine, e si prosegue diritti verso Annency (44km). La strada è pianeggiante e piuttosto larga, in alcuni punti a 2 corsie con limite a 110km/h: la vespa prende l'abbrivio.
Si supera qualche frazione e paese e poi, quasi all'improvviso, appare il grande lago di Annecy, che con la bella giornata è solcato da ogni tipo di barchetta e attira una quantità di bagnanti...Ed ecco il patatrac! (ovviamente quanto segue non è obbligatorio per chi volesse provare questa gita...ehe!)
Noto che l'indicatore della benzina di colpo si sposta verso lo zero...fermo subito, pensanso di perdere benzina o che si sia staccato o il tubo che va al carburatore o il cavo sotto la sella che manda il segnale all'indicatore...tutto regolare. Riparto, ma faccio che mettere un po' di benzina per sicurezza (in Francia non ci sono i self service come i nostri...). Sembra tutto a posto. Ma dopo un attimo ecco di nuovo l'indicatore che scende verso lo zero: arriva quasi a battuta e scatta di nuovo al pieno..Fa così per 4 o 5 volte, ma la vespa sembra andare benissimo. Penso al galleggiante (magari s'è bucato?) e, visto che non posso farci nulla, proseguiamo senza problemi. Poi, passando in una zona di ombra, noto che la spia dell'anabbagliante, la spia delle frecce, l'illuminazione del quadro e ora anche l'indicatore benzina sono tutti morti. NON si accende più nulla (eccetto il clacson). Che fare? Beh, fosse per me, tiro dritto nel mio itinerario, torno verso casa, tanto fa buio tardi, e poi vedo. Però la fanciulla, che vale un bijou, mi fa notare che a) senza frecce non è il massimo, b) nel tunnel il faro è obbligatorio e noi siamo senza, c) che cmq da noi dovrei viaggiare con i fari accesi...Ehm ehm. Non ha tutti i torti. Ci fermiamo lungo la strada, che ora costeggia il lago, e decido di scoprire che cosa c'è che non va. Siccome il clacson e la luce-stop funzionano, e il resto no, penso a qualche connessione saltata. Per fortuna ho con me un po' di attrezzume. Smonto il nasello, per vedere se i collegamenti sotto sono a posto: lo sono. Tolgo il cofano sinistro, per controllare la batteria: tutto a posto, fusibile,positivo e negativo, connessioni, capicorda...tutto. Frattanto la fanciulla telefona al povero papà, che di queste cose ne capisce bene: verdetto è "c'è qualche connettore staccato o un filo tranciato. Guarda dietro la batteria. Allora tolgo la batteria, stacco i cavi, poi allento i quattro bulloni che reggono il porta batteria e controllo tutte le connessioni dietro. Anche loro tutte al loro posto. Sono una belva, c'è un caldo maledetto, un bagno di unto e sudore...si profila già il recupero dei gitanti a mezzo autoveicolo e la relativa mia figuraccia....Poi, per caso mi viene di aprire il cofano destro: centralina, bobina, cavo candela...tutto maledettamente a posto. Poi noto quella scatoletta nera che sta appena sopra la protezione del volano, che è attraversata da un cavo che viene dalla centralina e si tuffa nel telaio. Perso per perso la svito e la apro. Sorpresa! Lì dentro i fili sono collegati da due connettori bianchi...STACCATI credo per le vibrazioni. Li riattacco e come per magia tutto va a posto: luci, frecce, spie...Vittoria! Sono in condizioni pietose, con un dito sfracellato per colpa di una chiave inglese, ma ho vinto! Si rimonta tutto e ripartiamo! La sosta forzata di obbliga a rivedere i tempi: decidiamo solo di attraversare Annecy, senza fermarci: la città è molto carina, con i canali come una piccola Venezia. E poi il lago è davvero splendido. Usciti dalla città, seguiamo le indicazioni per Chamonix-M.Blanc (68km) e dopo un tragitto gradevole attraverso la campagna dell'Alta Savoia e una sosta a La Roche s/Foron per una orangina, ritorniamo verso il confine. Alle 7.45 siamo di ritorno a casa.
Come gita, direi che ne è valsa la pena, soprattutto per il bel tempo, che permette di avere dei bellissimi panorami. La vespa, inconveniente a parte, si è comportata benissimo e devo dire che non ha mai avuto una incertezza o esitazione nè in salita (e ce n'è parecchia) nè in discesa (forse ce n'è anche di più). E poi, sentirsi gli occhi di tutti puntati addosso! Fa un certo piacere. Sia quando affrontavamo le rampe del monte bianco ( dalle macchine ci guardavano, forse chiedendosi come faceva quell'affare così piccolo a tenere così bene la marcia) sia attraversando i vari paesi: in molti guardavano, commentavano, sorridevano, stupiti nel vedere questo mezzo di trasporto, con targa italiana, arrivato fin lì.
E con questo ho finito. Scusate la lunghezza del post! Ciao a tutti