Giorno 19 mi arriva una telefonata.

Un mio amico mi racconta questo episodio.

Pochi giorni prima era stato come al suo solito a fare colazione in un bar. Giornata nuvolosa, carica di neve imminente dalle mie parti e di pioggia dalle sue, in Lazio.
Parcheggia l'auto davanti alla vetrina del bar, scende, chiude l'auto, percorre alcune decine di centimetri e si avvicina all'ingresso del locale.
In quel momento, mentre sta per spingere la maniglia dell'ingresso del locale, da dietro un flash forte "come quello che scatta quando l'autovelox fotografa chi corre troppo veloce" -mi racconterà- lo coglie, senza altri fenomeni correlati.
Non ci fa caso più di tanto, ma rimane sorpreso da come tutte le persone lo osservano a bocca aperta quando entra nel locale, e lui rimane "stranito", perchè lo vedevano come se fosse stato un marziano.

Si avvicina un signore, che gli dice: "Ragazzo, si vede che Dio ti vuole proprio bene!".

Gli spiega che esattamente tra la sua auto parcheggiata e le sue spalle, sul marciapiede, è piombato un fulmine.

Questo mio amico ha passato un anno intero con Checco ai tempi del servizio militare.

E questo episodio è accaduto esattamente il 17 dicembre, giorno in cui Checco avrebbe compiuto 33 anni...