Originariamente Scritto da
GiPiRat
Sono d'accordo nel merito, ma non nella sostanza.
Sino a 10 anni fa l'iscrizione ad un registro storico veniva fatta quasi esclusivamente per una soddisfazione personale e perché il veicolo acquistava un valore maggiore dal punto di vista assicurativo, in caso di sinistri. L'FMI non aveva ancora ricevuto il riconoscimento dallo Stato con l'inserimento nel novero dei registri presenti nell'art. 60 del CdS e chi iscriveva la propria moto o ciclomotore in quel registro, lo faceva solo per la gloria. Quelli erano tempi in cui l'iscrizione aveva valore fine a se stessa e ci se ne fregiava con un certo orgoglio.
Poi è arrivato l'art. 63 della legge 342/2000, che ha investito tutti i registri storici riconosciuti, soprattutto ASI e, subito dopo, FMI, di un potere enorme, perché, in pratica, lo Stato ha devoluto a loro il riconoscimento, insieme allo status di veicoli d'interesse storico e collezionistico, anche delle agevolazioni del bollo (quasi ovunque) e della reiscrizione al PRA dei veicoli radiati d'ufficio.
Le iscrizione ai club ed ai registri, a questo punto, sono salite in modo esponenziale, ed ancora crescono! E queste associazioni private fanno cassa, perché lo Stato ha calato le brache ed ha riconosciuto di non riuscire a gestire la questione dei veicoli storici (non c'ha manco provato!) delegando loro e, la cosa allucinante, è che lo fa senza nessun tornaconto! Ha fatto un regalo a queste associazioni di privati, nominalmente senza scopo di lucro (ma chi ci crede, al giorno d'oggi?!?
) e TUTTE ne hanno approfittato, chi più e chi meno (spezzo una lancia solo a favore del registro storico Fiat, l'unico che, in qualche modo, ha cercato di difendere appassionati e collezionisti, o anche solo chi conserva la 500 o la vespa del nonno!). La cosa mi fa girare i cosiddetti perchè, dietro alla nostra passione, c'è un giro d'affari e di denaro da fare paura, ed è quasi tutto in nero! Ma lo Stato ha altro a cui pensare che queste quisquilie, anche in tempi come questi!
Comunque, non sono d'accordo che un veicolo debba considerarsi storico solo perchè ha compiuto 20, 25 o 30 anni, ma neanche 50! Se quel veicolo è tenuto da schifo, o è solo apparentemente restaurato, allora è solo vecchio e indegno di circolare, anche solo per andare al raduno dietro l'angolo! Soprattutto se serve per la reimmatricolazione, la reiscrizione al PRA o l'immatricolazione di veicolo d'origine sconosciuta. Una qualche certificazione, in questi casi, è obbligatoria, anche se sarei più contento che fosse una struttura pubblica a fornirla, magari in tempi umani!
Ciao, Gino