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Discussione: Vecchia stilografica da rimettere in strada

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  1. #1
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    Riferimento: Vecchia stilografica da rimettere in strada

    Citazione Originariamente Scritto da daviserra Visualizza Messaggio
    Bisogna vedere come è inserito. Nelle Montegrappa, montblanc, namiki, pelikan visconti ecc sono avvitati.
    Dovresti prendere il pennino con un panno e svitarlo tenendo ferma l impugnatura.Se non sei sicuro di come è inserito non fidarti.a maggior modo se la penna è parecchio vecchia.
    Omas , Aurora 88, Aurora anni 70 con pennino piccolo, Reco Gold 512
    mi dispiacerebbe romperle.

    Ma come mai ne sai di stilografiche? Lavori nel settore?

  2. #2
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    Riferimento: Vecchia stilografica da rimettere in strada

    Copia/incolla dalla rete

    Le penne stilografiche si compongono essenzialmente di tre parti
    1- Punta (o puntale) dove è inserito il pennino (al di sotto del pennino c'è una specie di linguetta solitamente in resina nera (plastica) che si chiama alimentatore (il quale attraverso un canale interno ha la funzione di far scorrere l'inchiostro regolarmente e fluidamente cioè senza "singhiozzi").
    2- Corpo centrale o fusto destinato ad ospitare la ricarica di inchiostro.
    3 - Cappuccio che di solito ha una clip (linguetta di ferro/oro per l'inserimento nel taschino della giacca) e delle verette (la veretta è un anello decorativo di ferro, acciao, oro, può essere uno o più di uno, ed è posto alla base del cappuccio.
    In ordine cronologico i principali materiali con cui è fatta una stilografica sono:
    - Ebanite, utilizzata sin dai primi del 1900; è una gomma naturale sottoposta ad un particolare procedimento industriale: fragilità agli urti e cadute, scarsa possibilità di colorazione, teme luce, umidità e calore che possono provocare scolorimento, opacità e patina marrone. Le penne di ebanite sono solitamente di colore nero o con poche variazione di colore arancio/rosso sempre in toni poco brillanti.
    - Celluloide, molto usata dagli anni '20 agli anni '40; è un composto di nistrocellulosa, pigmenti, canfora ed alcool etilico. Colorata resistente piacevole al tatto, dai toni caldi brillanti. Teme calore e si ammorbidisce a soli 70 gradi. (Attenzione!)
    - Resina plastica: praticamente plastica! ci riferiamo al materiale della maggior parte delle penne attuali.
    I sistemi di ricarica più frequenti sono:
    - la comunissima cartuccia in plastica (in versione normale o lunga): è una sorta di piccolo cappuccetto in plastica che contiene l'inchiostro (ovviamente del colore che più ci piace): si svita il corpo della penna dalla punta e si inserisce (con una decisa pressione) la cartuccia all'interno del punta, ovviamente in direzione del pennino! Le cartucce si trovano in vendita un pò ovunque, presso negozi di penne o comuni cartolibrerie. Rimane il sistema di ricarica -forse meno fascinoso- ma più pratico in assoluto.
    - ricarica a leva: si tratta appunto di una leva collocata sul corpo della penna; questo sistema prevede che si acquisti una boccetta di inchiostro (anch'essa in vendita presso comuni cartolibrerie); ebbene, si immerge completamente il pennino nella boccetta, si tira la leva sollevandola dal corpo della penna e portandola in posizione perpendicolare al corpo stesso, poi facendo ben attenzione che il pennino sia ben immerso, si riporta giù verso il corpo della penna la leva, in posizione iniziale. Che cosa accade con questo movimento della leva? Che la stessa, una volta aperta, preme meccanicamente un serbatoio di gomma posto all'interno del corpo della penna, il quale come un palloncino prima butta fuori l'aria dal pennino e poi (riportando la leva in posizione originaria) risucchia -in aspirazione- l'inchiostro. Nella predetta operazione di ricarica consiglio di porre al di sotto della boccetta carta assorbente (comune scottex) avendo cura una volta aperta la boccetta, prima di inserire il pennino, di pulire con scottex l'orlo della stessa boccetta al fine di evitare di macchiarsi.
    - ricarica a pistone: anche qui serve boccetta di inchiostro e immersione del pennino, solo che al posto di alzare una leva, si gira solitamente il fondo del corpo della penna (lato opposto al pennino): avvitando e svitando lo stesso si aspira l'inchiostro o lo si butta fuori. Che cosa accade? Che la rotazione del fondello fa scendere o salire un pistoncino all'interno del corpo della penna con la conseguenza di buttare fuori l'aria in fase di discesa e di aspirare l'inchiostro in fase di risalita. In tal caso non c'è un serbatoio di gomma all'interno del corpo della penna bensì è lo stesso corpo a fungere da serbatoio.

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