Nei primi anni ‘90, l’OMS lanciò una campagna di
vaccinazione di massa contro il tetano in vari Paesi (fra cui Messico, Nicaragua, Filippine) dedicato
soltanto alle donne fra i 15 e i 45 anni. Ma i maschi e i bambini sono forse naturalmente immuni al tetano?
Insospettito, il cattolico Comitato per la Vita (Comitè Pro Vida) messicano, nell’ottobre 1994
riuscì a procurarsi alcune fiale del vaccino anti-tetano, e lo fece analizzare in laboratori biochimici.
Questi appurarono che in diverse
fiale era presente gonadotropina corionica umana (hCG), l’ormone naturale femminile essenziale per mantenere la gravidanza.
In natura, la gonadotropina corionica «avverte» il corpo femminile che un ovulo è stato fecondato, e provoca il rilascio di altri ormoni che preparano la superficie dell’utero all’impianto dell’uovo fertilizzato.
I consueti test di gravidanza misurano, di fatto, la presenza di dosi elevate di HCG (James A. Miller, «Are New Vaccines Laced with Birth-Control Drugs?, Human Life International Report, giugno-luglio 1995, volume 13, numero 8.).
Il fatto è che, introdotta la hCG nell’organismo
insieme a un germe attenuato del tetano, la
reazione immunitaria che si
scatena forma
anticorpi non solo contro il tetano, ma
anche contro lo hCG. Gli anticorpi anti-hCG rendono ovviamente incapace l’organismo femminile di portare a termine la gravidanza.
Di fatto, il vaccino iniettava un anti-concezionale.
L’organizzazione Human Life International, avvertita del fatto dai Pro Vita messicani, chiese alle sue organizzazioni affiliate (in 60 Paesi) se erano in grado di confermare il dato sospetto. Dalle Filippine (dove già
3,4 milioni di donne erano state vaccinate) e dal Nicaragua giunsero le conferme.
Apparentemente, il programma era in corso anche in Nigeria e Tanzania: anche lì, la speciale antitetanica veniva somministrata solo a donne in età fertile.
Del resto, i protocolli dell’OMS prescrivevano
cinque iniezioni presunte «di richiamo», le prime tre entro tre mesi.
Altra
stranezza, dato che il vaccino antitetanico dà una immunità decennale con
una sola iniezione.
Gli esperti dello Human Life International, allora, cominciarono a spulciare la letteratura scientifica sull’argomento: e scoprirono che da almeno vent’anni l’OMS, attraverso ricercatori collegati, stava cercando di creare un
vaccino anti-fertilità utilizzando un «toxoide del tetano» come veicolo.
Infatti, il sistema immunitario, per natura, non aggredisce lo hCG; bisogna «ingannarlo» mobilitandolo contro un bacillo unito alla gonadotropina, in modo da scatenare la risposta degli anticorpi contro l’uno e l’altro.
Ecco qui alcuni degli studi:
«Clinical profile and Toxicology Studies on Four Women Immunized with Pr-B-hCG-TT,» Contraception, February, 1976, pagine 253-268. «Observations on the antigenicity and clinical effects of a candidate antipregnancy vaccine: B-subunit of human chorionic gonadotropin linked to tetanus toxoid», Fertility and Sterility, October 1980, pagine 328-335. «Phase 1 Clinical Trials of a World Health Organisation Birth Control Vaccine», The Lancet, 11 June 1988, pagine 1295-1298. «Vaccines for Fertility Regulation», Chapter 11, pagine 177-198, Research in Human Reproduction, Biennial Report (1986-1987), WHO Special Programme of Research, Development and Research Training in Human Reproduction (WHO, Geneva 198. «Anti-hCG Vaccines are in Clinical Trials», Scandinavian Journal of Immunology, Volume 36, 1992, pagine 123-126.
Il programma era stato inizato dall’
OMS nel 1972, e nel ‘93 aveva già speso 365 milioni di dollari in questi esperimenti che - nella lingua di legno massonica - si chiamavano «ricerche sulla salute riproduttiva».
I fondi venivano dalla Banca Mondiale, dall’ONU, dalla Rockefeller Foundation, da un buon numero di università specie scandinave, dai governi britannico e tedesco.
A tutta prima, l’
OMS negò che il vaccino contenesse hCG. Di fronte ai risultati delle
analisi di laboratorio, sia l’OMS sia il Dipartimento di Sanità delle Filippine (DOH) derisero i referti perchè venivano, dissero, da «gruppi cattolici di diritto alla vita».
Quattro fiale del vaccino, fornite dal ministero filippino, furono allora esaminate dal St. Luke Medical Center di Manila, che è luterano:
tutt’e quattro le fiale contenevano hCG.
A questo punto, l’
OMS cambiò linea di difesa: le quantità di hCG nel vaccino erano «insignificanti», assolutamente insufficienti a scatenare anticorpi contro la gonadotropina. Trenta donne filippine che avevano ricevuto il vaccino cosiddetto anti-tetanico, sottoposte ad esame, risultarono avere
altissimi livelli di anticorpo anti-hCG.
Inoltre, si scoprì che i vaccini usati (tre diversi preparati, di tre ditte diverse) non avevano la licenza per essere commercializzati o somministrati nelle Filippine. L’autorità preposta, il filippino Bureau of Food and Drug, si giustificò dicendo che le tre ditte «non avevano chiesto la registrazione» dei loro preparati.
Si trattava di due aziende canadesi,
Connaught Laboratories Ltd. e Intervex, e una australiana, la CSL Laboratories.
«Aziende note e stimate», si affrettò a testimoniare a loro favore l’OMS. Una di queste, la
Connaught, era divenuta nota negli anni ‘80 in quanto
distribuiva plasma sanguigno contaminato dal virus dell’AIDS.
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