Ho evidenziato un passaggio col quale siamo tutti d'accordo. Il verbo 'snaturare' è realistico, non è frutto di una scelta infelice. E a questo punto osservo: non è forse in stridente disaccordo con le tesi che sostieni, considerando che non stiamo parlando del colore delle manopole ma di un aspetto che più di ogni altro caratterizza il mezzo? Ben inteso, non è certo l'unico.
Voglio porti una domanda che non ha l'intenzione di farti cambiare idea, ma perlomeno quella di suffragare la mia (nostra) tesi.
Quando guidi la GT puoi ravvisare caratteri distintivi che ti portano ad assimilarla più ad un PX o ad uno scooter di attuale concezione similgiapponese?
Questo è giocoforza un punto fermo. Dalla 98 alla PX il passo è ampio ma, si badi, non "incolmabile". Ovvero esistono e sono evidenti le "maglie" del processo evolutivo che porta dall'una all'altra.
Con le Vespe di nuova concezione si è fatto un salto senza ragioni e mediazioni; ovvero si è operata una scelta evidentemente opportunistica, accostando a meccaniche 'nuove' (ma impiegate su larga scala su altri mezzi) pochi elementi che richiamano la tradizione Vespa. Magra figura ridursi a "citazioni" (MrOizo faceva l'opportuno esempio della sospensione anteriore) del passato. Alla stregua di tante nuove auto che citano il passato ma che nessuno, nemmeno i produttori, osa veramente definire come figlie, eredi dei modelli cui, a livello estetico, s'ispirano.
Io credo che nell'evoluzione della Vespa si sia sempre usata la razionalità. Ora "citando" si va a finire nell'emotività più superficiale, uno stratagemma che detto diversamente serve ad evocare qualcosa come veicoli per una commercializzazione di successo.
La Vespa a suo tempo convinse perchè era qualcosa di nuovo, sensato ed intelligente. Negli anni si è quasi auto definita. Non mi stupisce che ora chi l'ha apprezzata per ciò che è ed è stata non la riconosca in mezzi drasticamente diversi. A poco serve ricercare un improbabile legame "genetico" in pochi dettagli. Non basta. Chi piange la Vespa la vorrebbe ritrovare con quelle peculiarità per cui, in vita, l'ha amata. Di certo non per le sembianze, vuote ed approssimate.