Un attimo, un attimo. Secondo me stiamo andando un po' fuori tema. Tutti gli aspetti considerati sono sacrosanti e rispecchiano l'evoluzione della nostra lingua che, di per sé, non è affatto un male. Il problema si presenta quando ci sono delle carenze macroscopiche, errori da matita blu, che non possono essere tollerati e rendono spesso incomprensibile il discorso. Il confondere "a" con "ha", ripeto, è una cosa che fa rabbrividire. Sono cose che dovrebbero appartenere al saper leggere-scrivere-far-di-conto, conditio sine qua non si ricade nell'analfabetismo.
Notare, però, che le basi della grammatica non si imparano né alle superiori né alle medie. Il 90% della conoscenza della propria lingua si dovrebbe acquisire alle scuole elementari, lasciando agli anni successivi l'ampliamento del vocabolario o il perfezionamento dello stile. E' chiaro che dei dubbi possono rimanere: io stesso non mi vergogno di ammettere che fino a 2-3 anni fa avevo dei dubbi su "valigie" o "ciliegie", ero costretto a consultare il dizionario ogni volta perché insicuro. Finché mi sono finalmente deciso a riprendere in mano la grammatica e reimparare definitivamente la "regola della i".Questo è abbastanza normale, e rispecchia il liceo "all'italiana". Anch'io ho frequentato uno scientifico (che è considerato l'equivalente del classico in altri paesi europei) e non è certo per ciò che ho studiato al liceo che ho scelto di frequentare la facoltà di Fisica.
L'ignoranza scientifica è un tema che sento molto: in Italia non ti puoi permettere di sbagliare un congiuntivo o di non sapere chi sono Leopardi e Dante, ma sei liberissimo di non sapere nulla riguardo a semplici equazioni, trigonometria o analisi. Non si è considerati ignoranti se non si sa che due gravi di massa diversa cadono alla stessa velocità o se non si è mai sentito parlare di mitosi o meiosi.
Ma questa è un'altra storia.
Grazie! Anch'io la vorrei una maglietta così!