Credo che l'edizione di quest'anno della Tre Mari, sarà ricordata come la più scalognata. Ad aprire le "danze" (al negativo), ci ha pensato un ragazzo di Martina Franca che, dopo appena un 20/30 kam di percorrenza, ha messo ko il suo 200. All'inizio, aveva detto che aveva grippato ma, quando mi ha detto dettagliatamente come si è comportata la vespa, per me la spiegazione è una sola: un bel buco nel pistone!
La serie della jellatura, continua con una delle due donne guidatrici che, purtroppo per lei, è caduta ben due volte. Ora veniamo al pezzo forte: Horus, anche quest'anno, è riuscito a dare una bella scaldata al suo motore e così abbiamo deciso di dividere la squadra. Turbo e Baffo li abbiamo lasciati andare avanti, anche perchè il Turbo lamentava "sofferenza" del suo motore ad andature lente ed io, Horus ed Higlander eravamo la retroguardia. Per via di tutto ciò, eravamo ultimi, per cui abbiamo deciso di ripartire in solitaria da Grottaminarda, io ed Horus con Maria, per cercare di riguadagnare terreno, mentre tutti gli altri, ben dentro alla tabella di marcia, erano fermi a mangiare. A Nocera Inferiore, veniamo raggiunti dal resto della squadra ed io ed Horus, abbiamo deciso di tagliare il percorso attraversando la montagna in direzione di Amalfi ed evitando così il periplo della penisola sorrentina, tanto, il controllo a scontrino, era appunto ad Amalfi. Bene, dopo un'arrampicata sulla montagna, accompagnata da pioggia, inizia la discesa in direzione di Ravello, sempre piovendo. Ci fermiamo per la seconda volta a gonfiare la gomma posteriore della vespa di Horus e riprendiamo la discesa, avendo cura di scendere lentamente vista la pioggia e la strada con svariati tornanti e curve a non finire. La strada è molto stretta e le auto si scocciano a stare dietro di noi e così, un novello Niky Luada, inizia un sorpasso ad entrambi tra una curva e l'altra. Dalla curva sbuca un'auto e Niky tenta di chiudere Horus, ma non ci riesce e così facendo, rischia la collisione con l'auto che sopraggiungeva; subito dopo l'auto, arriva un camion o una corriera, non ricordo, e non so ancora ora come il novello Niky, sia riuscito a schivarla.
Va beh, mi dico, e continuiamo a scendere, quando d'un tratto, nell'niziare a fare una curva, sento la vespa che mi parte con l'anteriore; tento una disperata manovra per cercare di riavere il controllo del mezzo, ma la vespa mi parte con il posteriore, e lì è stato un attimo.
Sono finito a terra insieme alla vespa che ha urtato un muretto di argine di un fossato tra la strada e la montagna. Ovviamente, la vespa si è fermata contro questo muretto alto appena 20 cm, ma io sono stato proiettato in avanti finendo contro la montagna! Ho dato una gran capata ed una spallata contro la roccia, e sono rimasto nel fossato. Ho visto tutto buio; ho tentato di rialzarmi, puntando la mano sinistra, ma non ci riuscivo, era come se non stessi facendo nulla; ho ritentato una, due, tre volte, e forse ancora, sino a quando non sono riuscito ad alzarmi, ma le gambe non mi reggevano. Nel frattempo Horus, che non mi aveva visto cadere perchè mi precedeva ed aveva già fatto la curva, stava fermandosi vicino a me. Pensate che è stato richiamato dal rumore della caduta. Non riuscivamo a capacitarci dell'accaduto, non è possibile cadere a 20/30 all'ora anche se la via è bagnata. Scorgo una macchia sull'asfalto, mi avvicino, passo le dita sulla macchia e puzzava di gasolio o qualcosa del genere. Mi sfilo il casco, ed il collo mi fa un male cane, così come un piede ed infatti zoppico. Horus cerca di chiamare il 118 ma non c'è campo, per cui inforca la vespa e scende più a valle. Dopo pochi minuti, arriva l'ambulanza e mi carica. Al Pronto soccorso, mi viene diagnosticato un foro nella coscia destra, per cui mi mettono qualche punto di sutura, escoriazioni varie alla gamba destra e una gran botta alla testa con ripercussioni al collo e basta. Finalmente, mi dicono che posso scendere dalla barella. Bene, inizio, con molta fatica, la discesa dalla barella ma, quando sono con i piedi per terra, mi accorgo che l'alluce destro è violaceo e mi fa male tanto da non poter camminare. Mi riportano in sala raggi e trovano la frattura dell'alluce. La mia avventura, è iniziata all 17 di sabato, per concludersi verso le 22, quando la vespa veniva caricata sul carro scopa ed io stesso nella cabina di guida alla volta dell'ostello. Giunti li, vengo a sapere che nella stessa curva dove son caduto io, altre due vespe, una appresso all'altra nel vero senso della parola, sono andate giù. Evidentemente, avevo visto giusto, riguardo alla chiazza oleosa. meno male che è finita lì, perchè, alla fine, la quasi totalità dei partecipanti ha fatto quella strada. Nel frattempo, veniva avvisata l'FMI dell'accaduto e l'Assicurazione della FMI, per il solo fatto di essere io socio di essa, mi offriva la possibilità di essere traserito a casa con mezzi messi a disposizione della FMI e così, verso le 12 di oggi, è arrivato un taxi, visto che le mia gambe erano sane, per portarmi a casa da Cava de' Tirreni, altrimenti l'FMI avrebbe fatto intervenire unìambulanza. Abbiamo fatto l'autostrada e, ad un tratto, è arrivata un acqua torrenziale. Il taxi poteva procedere a 40/50 all'ora. Ovviamente il mio pensiero è andato ai compagni di avventura e così, una volta a casa, ho potuto sbloccare la mia Sim e chiamare Maurizio. Ecco gli ultimi aggiornamenti: il T5 di Alessandro Sancineti, è morto prima di arrivare a Policoro ed il GS 160 di Franco De Santis è morto a Matera. Sul furgone non c'è più posto e così Maurizio, mi chiede se possono scaricare la mia vespa, visto che, comunque, andava in moto e darla in prestito al De Santis per permettergli di rientrare a Bari e di caricare la sua vespa al posto della mia.
Per il momento, non ho altre notizie e, sinceramente, spero che la raffica di calamità sia finita con quelle che vi ho raccontato.
P.s.: ho il dito steccato e mi fa un male cane, ma quello che mi duole di più è il collo, è come se mi avesse investito un TIR.