Nel periodo in cui Pantani ha iniziato la sua parabola ascendente, io ero un ragazzino, e le imprese di quel ragazzo con le orecchie a sventola e la pelata che lo facevano sembrare più vecchio dei suoi 24 anni (ancora non portava la bandana da Pirata), le sue continue sfortune, ma ancor di più le sue incredibili rialzate, erano semplicemente un esempio di come non si debba mollare mai, di come la forza di volontà possa piegare un destino crudele.
All'epoca, beata fanciullezza, il fatto che il ciclismo fosse contaminato dal doping non mi sfiorava per nulla, perciò ho avuto la fortuna di provare delle belle emozioni grazie alle imprese del Pirata.
Il dopo Madonna di Campiglio è un'altra storia, e non posso negare di avere provato rabbia e delusione, nel vedere uno dei miei preferiti anche solo sfiorato dal sospetto del doping!

Insomma le emozioni date da quelle fughe a cui nessuno sapeva resistere non possono essere cambiate da un fatto postumo, in questo caso la quasi certezza che tutti facessero uso di sostanze dopanti......ormai quelle emozioni son state vissute e indietro non si torna!