Mi piace riproporre l'articolo scritto dal mio amico giornalista in occasione della prima 3Mari.Da queste righe si capisce bene lo spirito che aleggia in questa manifestazione.
Diario di bordo
Peccato.... Seduto su una panchina di questa piazza di Bisignano, con le mani intrecciate dietro la testa come chi osserva con soddisfazione la propria impresa, non ho il tempo di godermela che la nostalgia gi si fa strada: Peccato. E pi la piazza va riempiendosi di voci, di rumori, e di colori, pi quelle sensazioni che hanno segnato gli ultimi tre giorni sembrano allontanarsi. Mi ritrovo cos a ripercorrere volti e strade, cercando di fissare nomi e paesaggi, in un tempo sospeso e ovattato che riprende a scorrere quando ormai sera, e quella piazza diventata la festa di tutti. Intorno, le vespe sui loro cavalletti ancora cariche di borse, coccolate protagoniste di un raid diverso da tanti altri: la Tre Mari, rievocazione di una gara entrata nel mito, e tornata dopo unassenza lunga 40 anni, si appena conclusa. Sorrisi, pacche, sfott che rimbalzano da un capannello allaltro in unatmosfera rilassata e complice, e in un attimo capisci che tutto qui. il popolo della Vespa, con quel modo cos particolare di stare insieme, di fare gruppo, che incarna un mito al cui fascino difficile resistere, e che infatti da oggi ha un nuovo adepto. Arrivato alla partenza di Bari con una vespa presa in prestito, e un approccio decisamente approssimativo, graziato solo dalla benevolenza che la metereologia riserva agli iniziati, e sospinto dalla pazienza di Emanuele, mio prezioso compagno di squadra, sono qui a farmi risucchiare da progetti di nuove partenze, e soprattutto, intenzionato ad acquistare, a qualunque costo, una vecchia Vespa. E intanto, pensando per un attimo alla distanza che mi separa dal 1961, anno di nascita mio e, mi dicono, della Vespa 160GL, vado ripetendomi che in fondo non mai troppo tardi per la prima vespa; del resto, basta cercare con lo sguardo in quella piccola folla Angelo, per sentirsi immediatamente rassicurati. Angelo Barillari, del Vespa Club Catanzaro, 40 dei suoi 71 anni passati a fare il capo officina Piaggio, uno che della Vespa conosce ogni minimo segreto, e che restituisce al raid quella dimensione di altri tempi, fatta di olio che annerisce le mani, e lenta pazienza: seconda tappa, quella che in 320km porta da Leporano a Bisignano, e Angelo meraviglia tutti, chinato al ciglio della strada con le mani nelle viscere della vespa, tirarne fuori il pistone ribelle, e rimontarla poi pezzo per pezzo, ripartendo con una scrollatina di pedale, come fosse la cosa pi normale del mondo. E certo quella di Angelo e della sua squadra di sessantenni, testimoni di una passione che non conosce et, e che li ha portati a percorrere insieme le strade della Grecia e del Portogallo, non che una delle tante storie che ci hanno accompagnato in questa indimenticabile tre giorni. Storie di piccole e grandi sfide, attraverso le quali tentare di cogliere il senso della partecipazione ad un raid nato con altre valenze sociali nellormai lontanissimo 1953. Gi al briefing della sera che precede la partenza, nella sede del Vespa Club di Bari, ho la prima sorpresa: nel guardarmi intorno, cercando di farmi unidea di quelli che saranno i miei compagni di strada, non incrocio che un solo volto di donna. Aurora, del Vespa Club Lecce, che nellatmosfera scherzosa della cena trover poi il modo di ironizzare su questa sua seconda luna di miele con 70 uomini. Lei e Gino sono sposati da neanche un mese, appena tornati da una settimana trascorsa sulle spiagge dellEgitto proprio per poter partecipare a questa prima storica riedizione della Tre Mari. A dire il vero, avrebbe dovuto esserci anche Elena insieme a Luigi baffone, chiamato cos per via del nickname usato in Internet, partiti da Firenze, ma che un incidente nella notte ha fermati ad Ancona. Niente di particolarmente grave, si dice al mattino in un clima di apprensione e di telefonate, ma che senza dubbio toglie al rito ufficiale della partenza qualcosa della sua euforia. Si parte a distanza di cinque minuti dalla squadra che precede, e i primi a partire sono quelli con la Lambretta, la cui presenza in un raid di sole vespe riaccende antiche rivalit mai del tutto sopite. Marco detto il Minghetti, Thomas, Maicol, e Martin Sticky Round, giornalista e fotografo free lance premiato poi per lo scooter pi originale, oltre ad essere probabilmente i pi bravi rianimatori di lambrette dItalia, sono un gruppo di amici che sembra uscito da un film come Radiofreccia. Ragazzi dalla goliardia inesauribile e contagiosa, che da anni vivono questi appuntamenti on the road come una dimensione irrinunciabile del loro stesso modo di essere, sintesi pi che mai felice dello spirito romagnolo, mescolato ad uno stile di stampo anglosassone. Dal 1989, anno in cui sono ripresi da Strasburgo gli Eurolambre, i raduni dedicati alle Lambrette, fino allultimo del 2003 allisola di Man, gli angloromagnoli di Forlimpopoli hanno viaggiato cos per tutta lEuropa, senza mai rinunciare al rito sacro dellhappy hour, e gi sono in preparativi per il raduno di questanno allisola di White, come raccontano entusiasti durante la cena al termine della prima giornata di viaggio. Una tappa di 340km., da Bari a Leporano, attraverso un percorso di scoperta che fa quasi il periplo della Puglia, fatto di paesaggi dalla bellezza primordiale, e di citt come Locorotondo, Lecce, Otranto, Galatina, i cui nomi bastano da soli ad evocare suggestioni senza tempo. E proprio a Lecce, inimitabile armonia di romanico e barocco, facciamo tappa per il timbro di controllo da Bardicchia, che a dispetto di una sede piuttosto anonima, scopro essere il pi antico concessionario dItalia della Vespa. Non solo, ma come mi racconta Gianni, presidente del Vespa Club Lecce, lormai ottantenne Bardicchia uno dei veterani della Tre Mari, tra i partecipanti alle edizioni del 1953, 54 e 55. E a dire il vero, non lunico, di veterano. A vegliare su tutti noi a bordo del carro scopa, insieme allinstancabile Maurizio, presidente del Vespa Club Bari, e uno degli artefici della rinascita di questo raid, c Nicola Viola, premiato nelledizione del 1954 come vespista pi giovane; addirittura, come ricorda con una punta di nostalgia, non aveva ancora compiuto i 18 anni, tanto che per partecipare costrinse sua madre ad un atto notarile. Ed proprio Nicola a passare il testimone al pi giovane di questa riedizione, Giuseppe De Pasquale, 18 anni, che viene premiato allarrivo di Leporano prima di ripartire per la seconda tappa, quella calabrese, che stupisce tutti per la variet dei paesaggi. Dallo Ionio cristallino di Trebisacce, su per i tornanti del Pollino, e ancora su, fino ai 1000mt. del Valico della Crocetta, per poi scendere sul Tirreno di Paola, ultimo dei tre mari, e risalire infine verso Bisignano. Una tappa guidatissima, che accende quel pizzico di agonismo che il pepe di certi dileggi della sera a tavola, e che costringe lultimo arrivato a mandare gi, come penitenza, uno dei famigerati peperoncini calabresi. Nicola, Angelo, Aurora, il Minghetti, e poi ancora Mauro, con le sue ferite ancora fresche che raccontano pi di tanti trofei, Manuel, Beppe, nostro compagno di squadra acquisito; nomi e storie che scorrono nella memoria mentre sono seduto su questa panchina, e che rimarranno come i tanti volti di questo raid, insieme ai sorrisi di curiosit e di simpatia che hanno accolto ovunque il nostro passaggio. E forse, questa nostalgia che mi prende allo stomaco, il segno di un qualcosa che landare di questi giorni ha risvegliato, una voglia di essere in viaggio assai diversa/lontana dallossessione di arrivare. Intanto, per, c ancora questa notte, con il tempo per qualche scampolo di goliardia, e per lemozione di dormire in un convento del 1200, sempre che per padre Nilo, o per gli altri quattro frati non sia troppo tardi per sentire la campanella, e venire ad aprirci.
Attilio Lauria
(Mediterraneo e Dintorni, numero di Luglio 2005)