Citazione Originariamente Scritto da Alext5 Visualizza Messaggio
Qualche chiarimento.

Quello che chiamiamo "ammortizzatore" in realtà è composto di due parti: una parte elastica ed una parte frenante.

La parte elastica senza la parte frenante restituirebbe al veicolo la forza che lo stesso ha scaricato su di essa. Esempio: se vi mettete due molle sotto le scarpe e vi lanciate da un balcone ci sono buone probabilità che ritornate su.

La parte frenante serve appunto per frenare la restituzione di quella forza che il veicolo ha scaricato sulla sospensione. Se mentre viaggio prendo un dosso la sospensione si comprime assorbendo il dosso ma poi si estende più o meno lentamente per evitare ovviamente di volare o meglio per evitare che la ruota perda il contatto con la strada. Senza la parte frenante si estenderebbe restituendo la stessa forza accumulata nell'affondamento: risultato? Un bel volo!

Aumentando il precarico, la parte elastica viene potenziata, la parte frenante no, idem quando un ammortizzatore si esaurisce ovvero la parte frenante perde capacità, la parte elastica pervale.

Certo un ammortizzatore "sportiveggiante" ma per uso stradale quotidiano, economico e con la possibilità di una minima regolazione precaricando di più la molla, rispetto agli originali è avanti e non poco. Ovviamente la resa e la durata dipende anche dal peso del guidatore.

I bitubo che considero "sportivi" invece hanno la regolazione sia della parte elastica che della parte frenante con la possibilità quindi di adattare un elevato precarico ad un adeguato effetto frenante in estensione. Al prezzo di un bitubo si comprano parecchi ammortizzatori sportiveggianti ma limitati nelle regolazioni in quanto si può agire a scatti o con le ghiere solo sulla parte elastica.

Molti li hanno criticati ma molti di quei molti non sapevano neanche quello che avevano comprato e li hanno montati senza neanche sapere cosa e come regolare.

Che dire Alex: ... chiaro come sempre.
Per riprendere il discorso di AlexT5, la molla, per sua caratteristica, se sottoposta a forza e poi liberata "oscilla", e la parte "frenante" deve smorzare queste oscillazioni per ritornate a "riposo" in un tempo calcolato.
Poter regolare lo smorzamento significa regolare la stabilità
La corsa della molla, "lo schiacciamento", si chiama "freccia" e a parità di acciaio armonico e di carico, questa "freccia" varia secondo 4 parametri che sono:

  • il diametro del "filo" della molla
  • il suo trattamento
  • il diametro del'avvolgimento
  • la frequenza delle spire


Se notate negli ammortizzatori sportivi la molla varia la frequenza delle spire per aumentare la modularità dello schiacciamento, addirittura nei bitubo la molla è divisa in due con spire differenti.
Ma la molla è "solo" per sostenere il carico, in realtà chi governa è la "parte frenante".
Pensate di prendere una serie di buche in sequenza: alla prima buca la molla si schiaccia e se la parte frenante rilascia troppo velocemente la molla, si provaca il classico "rimbalzo" che alla buca successiva farebbe perdere il controllo, mentre se la molla resta troppo frenata, l'ammortizzatore resta "in carico", impedendo di assorbire i colpi successivi.
Da qui si capisce l'importanza di poter regolare sia il carico della molla che il suo smorzamento.
Negli ammortizzatori più sofisticati, lo smorzamento ha doppia velocità, ovvero: la prima parte ritorna velocemente e la seconda, verso la fine della corsa, frena maggiormente.


Gg