Originariamente Scritto da
Vesponauta
Negli "accordi impliciti" che stanno dentro una qualsiasi relazione!
Ai tempi d'ingegneria ho incontrato una ragazza che è dventata la mia compagna di banco, la confidente, la dolce e discreta presenza che m'incoraggiava nei momenti in cui mi sentivo un po' più a terra.
Altrettanto era per lei: quante me ne ha raccontate del suo ragazzo, compresi certi dettagli che non si raccontano a chiunque...
La fiducia reciproca più totale si esprimeva anche nel gioco: quante volte telefonava a casa dove abitavo, dicendo ai miei compagni di casa: "Pronto? Sono Moana [nome inventato da lei...
per far "schiattare" i miei compagni...
]: c'è Francesco?".
Era chiaro per entrambi che non avevamo bisogno di "andare oltre": ci è sempre bastato quello che decidevamo insieme di fare (compreso il suo scherzo di farmi chiudere gli occhi e aprire la bocca dopo un pranzo in pieno luglio, mentre si stava avvicinando alle mie gambe con l'epilatore a molla...
), anche perchè se "attivavamo il linguaggio del corpo" avremmo fatto violenza ai nostri rispettivi "mondi personali", dove c'erano già altre persone, altre relazioni, a diversi livelli.
Se ci fossimo "lasciati andare", avremmo in qualche modo alterato la semplicità tipica dell'amicizia: la presenza di "altri scopi" onestamente alla fine avrebbe creato delle dinamiche relazionali di cui non difficilmente se ne perde il controllo totale.
(Cosa che capita, e va detto, anche quando diverse volte in una coppia di ragazzi l'essere già stati a letto insieme crea di fatto un doppio legame di dipendenza reciproca, che rende più drammatica la eventuale -ma non impossibile- conclusione del rapporto.)
In sostanza, con questa mia amica, il problema non s'è quindi creato: la fiducia che ha sempre riposto in me è sempre stata totale, perchè ha sempre saputo che io non stavo cercando una che "me la dava", e per questo mi sono sentito privilegiato nell'essere stato una persona importante per lei!
Del resto, lo sapete, già la fisiologia del cervello femminile è diversa da quella dell'uomo: si spiegano quindi le differenze e le complementarità tra uomo e donna. Certi dettagli che a noi uomini sembrano insignificanti (pensate, ad esempio, a quanti etti di metallo spesso le donne indossano al collo, alle mani, alle orecchie, e a noi non dicono nulla, anzi...
), per le donne sono fondamentali. Per la mia "Moana" sono sempre stato una persona speciale, diversa dalla massa, proprio perchè ho sempre creduto e coltivato lo stile dell'amicizia, senza complicarlo appesantendolo di elementi tutto sommato passeggeri!
Concludo: nel 2003 sono stato invitato al suo matrimonio, celebrato in Comune a Bari. Credo che se non ci fossi stato in quell'occasione (che mi ha costretto a "scendere" in Puglia apposta per il matrimonio!) mi avrebbe fucilato!
Ora abitiamo a circa 900 km di distanza, e logicamente non ci vediamo mica tanto spesso, ma so che quando capiterà di vederci sarà come se ci fossimo lasciati il giorno prima!
(Un po' come capita coi diversi Amici VRisti sparsi per lo Stivale...
)