
Originariamente Scritto da
Marben
Non è problema dei clienti, a ben vedere.
Fiat produce diversi modelli in Polonia e "coraggiosamente" li propone addobbati di tricolore (badare che ho una Fiat, anche se di quelle
assemblate in Italia). Insomma, l'orgoglio nazionale spesso è strumento per far soldi, ed in tal caso la Patria è una gran cosa. Quando si tratta di incentivare lo sviluppo industriale sul territorio dello Stivale, invece, è solo una palla al piede.
Il 100% made in Italy è falso in partenza e come affermazione andrebbe pesata. Condoniamola, con l'attenuante che a pensarle c'è un markettaro che vive nel mondo della menzogna per necessità

Battute a parte, al giorno d'oggi pensare ad un mezzo che sia completamente italiano è pura utopia. Penso che su questo siamo tutti d'accordo.
Già i PX Euro1/2 avevano molti componenti asiatici, in primis i carburatori Spaco. Poi abbiamo visto alcuni PX col selettore stampigliato col logo LML (quelli di Leopoldo e Mueno); gli specchi dal 2005 sono Fiem indiani, i volani marca "AE" (AutoElectronics Ltd.) sono sempre indiani, i cuscinetti di sterzo sono coreani, anni fa montarono anche centraline Mitsuba giapponesi in luogo delle solite Ducati. Le italianissime GTS usano pompe benzina made in China, peraltro selezionate distrattamente, visti i grossi problemi procurati a quasi tutti i proprietari delle 300.
I ricambi originali sono sempre più pezzi generici, indiani o cinesi imbustati elegantemente. Contachilometri indiani (costerebbe troppo commissionarli alla Marelli-ex Borletti), tamburi anonimi (punzonati maldestramente con l'esagono a prodotto finito), alberi motore e filtri aria LML e chi più ne ha...
Dati di fatto oggettivi che non fanno altro che ribadire l'ovvietà di una produzione che non può esulare dalla fenomenologia del "mercato globale". E' ormai una cosa normalissima, ma che comunque delegittima il "100% italiano". Definizione che, al più, oggigiorno si addice al pollame del supermarket.