L'Agosto romano me lo sono sciroppato tutto lavorando. Fatta eccezione per il fuori servizio della Burra ed il caldo umido davvero eccessivo di alcune notti a me va bene così. Quando milioni di italioti sciamano per tutti i bei luoghi del paese e l'orrenda metropoli si svuota tiro un sospiro di sollievo, è già mezza vacanza, l'assenza di traffico riduce lo stress lavorativo di buon quarto, gli uffici si liberano della maggioranza degli strz, con l'aria condizionata ed il silenzio si riesce pure a lavorare in maniera produttiva. Certo la Vespa mi è mancata, e la consapevolezza che, nel giro di un paio di settimane, il magmatico eterno caos della città eterna sarebbe tornato quello di sempre al rientro dei forzati della vacanza, in genere più stressati che alla partenza, contribuiva con l'afa agostana alle mie notti insonni.

Mentre, come sul letto di Procuste, mi tormentevo tra desiderio e dolori alla saccoccia, lambiccandomi la scarsa materia grigia sul comprare non comprare, cosa comprare, e quale destino riservare alla fedele Burra . nell'afa agostana forze oscure ordivano, nella frescura di bunker ad aria condizionata, le loro fosche trame. Preceduta da una serie di operazioni di ingegneria finanziaria o di "businness process reengineering", l'inglese si usa per imburrare i grossi cetrioli una volta esaurite le pur ampie possibilità dell'italiano , i miei padroni (datori di lavoro per gli amanti del politicamente corretto) annunciano la urgente necessità di liberarsi di circa tre centurie di dipendenti. Potete immaginare lo stato d'animo e le convulsioni della saccoccia per la necessità di economizzare il più possibile in vista di tempi che si prospettano assai cupi.

E però... Settembre, il mese più bello e malinconico, la magica luce dorata, il pigro assopirsi dell'estate, le spiagge deserte, qualche ombrellone sparuto, quel senso di fine e d'abbandono che hanno i luoghi di mare dopo le invasioni agostane. Settembre: sorseggiare un anice forte seduti ad un tavolo sul lungomare di un isola greca mentre quel sole che vide Achille ed Ulisse veleggiare alla volta di Ilio s'immerge indifferente agli umani tormenti nell'Egeo dalla cui spuma nacque Venere Afrodite Tanit....

Settembre, periodo nel quale ambirei andare, incamminarmi in direzione contraria alla italica sardomobilizzata massa rientrante, rinserra l'urbe nella morsa del traffico, il parcheggio scompare, il ritrovarsi rinchiusi fra quattro lamiere, in una foresta di latta, diviene ancor più claustrofobico, si deve anticipare la sveglia per raggiungere il lavoro (finchè dura!) il desiderio delle due fidate ruotine si fa sempre più pressante. Mi sento oppresso, privato della libertà, dell'aria. E però... la mobiltà, già non quella offerta dal simpatico insetto, ma quella del Grande Cetriolo, quella mobilità che è un italico politicante eufemismo per non dire disoccupazione, precarietà, fame! Risparmiare si deve. Perbacco!

Così sabato m'incammino, autobus e tram, un tram così vecchio e rugginoso che immagino risalga al tempo di Cecco & Nina, e vorrei fargli una foto, ma non ho la Pentax con me, libretto degli assegni in saccoccia quello si. Vado dal concessionario. In vetrina non c'è, dentro non c'è, i monomarcia li guardo si e no. Dubbioso domando: "Ma la Vespa PX non la avete?" e di rimando: "Hanno smesso di farla proprio oggi, in magazzino ne abbiamo qualcuna, ma sono le ultime". Domando: "Quindi ci sono e disponibili subito, il prezzo...?" Mi avvertono che, per le poche rimaste, è previsto un aumento del prezzo. Incredibile di solito la roba che esce di produzione la scontano . Fare un assegno di Sabato è inutile.

Mi concedo ancora due giorni per pensarci. Chissà.. lunedì il cetriolo avrà raggiunto misure mostruose tali da sconsigliare qualunque impegno economico, meglio essere prudenti! Però: ora o mai più! A dispetto de "el Ave Padulo" che da presso mi insegue tosto voglio fare questa folle spesa. Lunedì serà ritorno, con gli assegni in tasca, scendo dall'autobus ed il solito tram rugginoso è appena partito dalla fermata, ho ancora qualche minuto per ripensarci. Sino al prossimo tram.

Targa pari Please! Preferirei grigio, se non c'è va bene bianco. Pago contanti, i buffi non mi son mai piaciuti, almeno il portapacchi in omaggio datemelo. Se tutto va bene venerdì la ritiro. E' fatta! La saccoccia duole assai, l'uccello Padulo starnazzando tenta di posarmisi sulla spalla, con il suo carico di depressione, lo scaccio, accendo una sigaretta. Passa sferragliando il tram, questo è nuovo . Non ho voglia di salire Da San Lorenzo faccio una passeggiata sino al Colosseo, passo a salutare una anziana zia. Per fortuna mi offre un Cuba Libre. Ci voleva proprio!

Ed i cetrioli stasera li magno nell'insalata. :D Alla faccia del grande cetriolo e dell' Ave Padulo mi sono aggarbato una delle ultime Vespe prodotte. Scusate se è poco!

E magari quel Settembre in Egeo con la Vespa ...