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Discussione: Un Saluto a uno dei più grandi registi italiani

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  1. #1
    VRista Silver L'avatar di Case93
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    Riferimento: Un Saluto a uno dei più grandi registi italiani

    Citazione Originariamente Scritto da otrebor Visualizza Messaggio
    io ricordo quella in cui Paolo Stoppa doveva "cag...", si fermavano in un bosco o nella boscaglia e (scatta l'intuizione geniale) qualcuno da dietro gli metteva un badile sotto. Lui si alzava e controllava e non trovava nulla.. ! e s i l a r a n t e ! a quel punto lo operavano o gli raccontavano che lo avrebbero operato.. non ricordo bene
    gli raccontano che ha una malattia terribile e deve essere operato,con questa scusa riescono a farsi estinguere il debito mi pare :)
    per Vesponauta:sono temi molto delicati,credo che ognuno la pensi a modo suo ma credo anche che sia giusto poter scegliere,in uno stato moderno e laico almeno dovrebbe essere cosi....dovrebbe
    Io non adoro quello che voi adorate
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  2. #2
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    Riferimento: Un Saluto a uno dei più grandi registi italiani

    Citazione Originariamente Scritto da case93 Visualizza Messaggio
    per Vesponauta:sono temi molto delicati,credo che ognuno la pensi a modo suo ma credo anche che sia giusto poter scegliere, in uno stato moderno e laico almeno dovrebbe essere cosi....dovrebbe
    Discorso vagamente ideologico-politico-confessionale...

    Siamo figli di un relativismo che ti fa "lavare le mani" sotto la finta etichetta de "la mia libertà finisce dove inizia la tua".

    Mi auguro che tu conosca il significato della parola "hospice", e ne abbia anche sperimentato in prima persona -come me- il contenuto, le forme, i colori, gli odori, il clima, le relazioni...

    Se non è così, mi dispiace, ma stai facendo solo filosofia (non te la prendere: mi servi come esempio! ), e rischi di seguire acriticamente l'idea del "branco", che ripete a pappagallo più o meno sempre le solite frasi fatte, senza farti un'opinione genuina e personale che sia il risultato di ciò che hai visto e toccato con mano in prima persona...


    "Scarrafone": PX 151 (nero!) del 2002!

    5 agosto 2009: 891 km in 14 ore e 15 minuti di fila!

    Oltre 115.000 km senza MAI aver aperto il motore!

    Pace e bene!

    Francesco

  3. #3
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    Riferimento: Un Saluto a uno dei più grandi registi italiani

    Citazione Originariamente Scritto da Vesponauta Visualizza Messaggio
    Discorso vagamente ideologico-politico-confessionale...

    Siamo figli di un relativismo che ti fa "lavare le mani" sotto la finta etichetta de "la mia libertà finisce dove inizia la tua".

    Mi auguro che tu conosca il significato della parola "hospice", e ne abbia anche sperimentato in prima persona -come me- il contenuto, le forme, i colori, gli odori, il clima, le relazioni...

    Se non è così, mi dispiace, ma stai facendo solo filosofia (non te la prendere: mi servi come esempio! ), e rischi di seguire acriticamente l'idea del "branco", che ripete a pappagallo più o meno sempre le solite frasi fatte, senza farti un'opinione genuina e personale che sia il risultato di ciò che hai visto e toccato con mano in prima persona...


    sono idee che ho sempre avuto pur essendo nato in una famiglia fortemente cristiana e in una provincia di fanatici religiosi,credo che,anche fossi credente,la penserei ugualmente,ognuno della sua vita fà ciò che vuole,se una persona crede che sia più dignitoso morire che stare a soffrire penso che la sua richiesta vada ascoltata,ovviamente vale anche se la persona vuole vivere,ci mancherebbe....opinione ripresa o no(che poi potrei anche dire che la tua opinione è ripresa altrove in quanto su questo tema ne esistono soltanto due,il così detto partito della vita e chi la pensa come me)credo fortemente in questa libertà di scelta,come posso scegliere se fare il delinquente o il lavoratore sottopagato posso scegliere anche scegliere di vivere o morire,la vita è l'unica cosa davvero nostra.
    con rispetto per le tue idee,ci mancherebbe è!è solo per discutere su un tema che forse mai avrà una definitiva risposta
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  4. #4
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    Riferimento: Un Saluto a uno dei più grandi registi italiani

    Cosa c'entra mettere in mezzo la "dimensione religiosa", quando sto facendo un ragionamento che vorrebbe essere basato sul semplice buon senso?

    Ah, sì, hai ragione: stiamo rischiando di subire il gioco di chi vorrebbe rinchiudere le diversità di pensiero ad esempio in "laico" e "cattolico", per creare ad arte faziosità e contrapposizioni per alimentare polemiche e divisioni...

    Torniamo allora a noi, senza farci fregare!

    Avevo circa 16 anni quando mi sono sentito crollare il mondo addosso quando rimisi in discussione tutto quello che stavo facendo, perchè vidi intorno a me un qualcosa che non mi convinceva. Addirittura ero arrivato a dubitare dell'affetto dei miei familiari ed ero anche arrivato a sentirmi "di troppo". Non è che "volevo farla finita", sia ben chiaro, ma mi sono domandato in maniera molto chiara che ci stavo a fare in questo mondo.

    Col tempo ho capito allora quelle persone che mi hanno detto che "la vita è un mistero" perchè non ne siamo i suoi detentori al 100%.
    Basta constatare come i nostri genitori non ci hanno certamente chiesto se volevamo nascere oppure no: semplicemente a riguardo dell'inizio della nostra vita non ne siamo affatto padroni: siamo qui, volenti o nolenti!
    Il bello della vita, allora, è divertirsi per una vita intera a scoprire che ci sto a fare in questo spazio e in questo tempo... affinando continuamente quanto già si è scoperto facendone un regalo per gli altri e soprattutto rendendosi conto in teoria e in pratica che l'uomo ha bisogno di un "ossigeno" particolare chiamato "amore/amicizia/affetto", che in qualsiasi istante può e deve essere dato e ricevuto.

    Se ho parlato dell'esperienza dell'hospice è perchè lì ho avuto conferma di come il non fare violenza al naturale decorso degli eventi aiuta sostanzialmente a cicatrizzare l'evento del distacco di un affetto senza rimpianti e senza rimorsi, e quindi in maniera più veloce e comuque sicuramente senza inutili strascichi!

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  5. #5
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    Riferimento: Un Saluto a uno dei più grandi registi italiani

    uhm ho dovuto rileggere un paio di volte il discorso per capire a fondo ciò che stai dicendo,ammetto di non esserci passato(e meno male detto tra noi)e spero di non passarci mai,l'hospice sò pressapoco cos'è ma come detto sopra non mi è toccata questa sorte fino ad ora,bene o male in 18 anni di vita ne ho viste ancora pochine come cose,e si in effetti il mio era un mero discorso non filosofico,diciamo un idea,la filosofia la lascio agli intellettuali...il punto è che non avevo capito bene in tuo discorso iniziale,credevo che tu la avessi buttata sul piano religioso,e ho esposto il mio pensiero per quanto opinabile sia.
    detto questo ognuno ha la sua idea e non sò nemmeno cosa risponderti
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  6. #6
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    Torniamo allora a noi, senza farci fregare!

    Avevo circa 16 anni quando mi sono sentito crollare il mondo addosso quando rimisi in discussione tutto quello che stavo facendo, perchè vidi intorno a me un qualcosa che non mi convinceva. Addirittura ero arrivato a dubitare dell'affetto dei miei familiari ed ero anche arrivato a sentirmi "di troppo". Non è che "volevo farla finita", sia ben chiaro, ma mi sono domandato in maniera molto chiara che ci stavo a fare in questo mondo.

    Col tempo ho capito allora quelle persone che mi hanno detto che "la vita è un mistero" perchè non ne siamo i suoi detentori al 100%.
    Basta constatare come i nostri genitori non ci hanno certamente chiesto se volevamo nascere oppure no: semplicemente a riguardo dell'inizio della nostra vita non ne siamo affatto padroni: siamo qui, volenti o nolenti!
    Il bello della vita, allora, è divertirsi per una vita intera a scoprire che ci sto a fare in questo spazio e in questo tempo... affinando continuamente quanto già si è scoperto facendone un regalo per gli altri e soprattutto rendendosi conto in teoria e in pratica che l'uomo ha bisogno di un "ossigeno" particolare chiamato "amore/amicizia/affetto", che in qualsiasi istante può e deve essere dato e ricevuto.

    Io pure è da quando avevo anche meno di 16 anni che mi domando che ci sto a fare a questo mondo. Da allora, da quella prima volta, ogni giorno, anzi ogni momento, me lo domando ancora.
    A volte mi capita pure di trovare una risposta, magari parziale, momentanea, ma a volte la trovo.
    Mi ricapita di ritrovarle quelle risposte, a volte vanno bene anche per una seconda, una terza e altre volte. Tanto da riconoscere che non erano poi tanto parziali visto che me le ritrovo.
    Cazzo però la riperdo ogni giorno. Ogni giorno me lo ridomando che ci sto a fare qui.
    Di sicuro non l'ho scelto io, ma da quando ne ho coscienza e finchè sarò libero delle mie azioni sono io e solo io a decidere della mia vita.
    Hai ragione a dire che non ne siamo detentori al 100%. E'da quando l'ho amaramente scoperto, poco prima dei 16 anni, che che tento di combattere chi mi impedisce di esserlo e perchè ogni essere umano su questo pianeta lo possa essere!
    E quando decidessi di andarmene, vorrà dire che avrò i miei buoni motivi per farlo e vorrei poterlo fare senza dovermi buttare da un 5° piano di un ospedale.


    Questo a prescindere se ho dato risposta a quel tarlo di domanda "che ci sto a fare a sto mondo" che torna sempre come deve tornare sempre a chi non si deve far dare la risposta da altri.

    Chi vuole continuare a vegetare in un letto con qualcuno che gli pulisce le feci e gli svuota le sacche dell'urina deve essere libero di farlo tanto quanto chi al solo pensiero di questo vegetare preferisce salutare tutti e andarsene.
    Siccome è difficile . . . estremamente difficile farlo da soli, (te lo posso assicurare!!!) se chiede aiuto a farlo gli deve poter essere come si da aiuto ad un infermo che chiede di continuare ad essere assistito.

    La libertà è il vero valore assoluto in questa vita e non la vita in se, tanto meno se non si può essere LIBERI delle proprie azioni.

    Quando decidessi di scoprire se quella domanda me la sono fatta invano o meno, vorrei poterlo fare senza ridurmi in poltiglia gettandomi da un 5° piano di un ospedale.
    Vorrei poterlo fare chiedendo aiuto ai miei amici più cari senza che possano essere inquisiti di omicidio.


    Questo vorrei come l'avrebbe voluto Mario.


    Chi non è daccordo continuasse ad assistere chi vuole essere assistito e non impedisse agli altri di essere libero al 100% almeno quella volta.
    Meglio un flacone di CIF che due kili di acrilico.
    http://old.vesparesources.com/forum/...pamodelli.html[SIGPIC][/SIGPIC]

  7. #7
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    Riferimento: Un Saluto a uno dei più grandi registi italiani

    "La vita che sogni è tutta un pacco come in TV: "affari tuoi".
    E' come la verginità: d'un tratto prima la perdi e poi la rivuoi".

    Citazione di Fabri Fibra (!!!) che fotografa a mio giudizio bene il sentire contemporaneo.




    Il "che ci sto a fare" io non me lo domando più: ho troppe cose da fare per perderci tempo a chiedermelo...

    Ma il motivo è semplice: una volta che circa 20 anni fa mi sono reso conto che potevo investire sulle mie inclinazioni naturali (la meccanica) ho ripreso gli studi dando loro un'anima, e tutto quello che la vita da quel momento in poi mi ha posto davanti, sia come incoraggiamento che come prova, l'ho letto come la naturale conseguenza di quella scelta di fondo che riporto adesso volentieri: non importa il risultato/successo in senso assoluto, ma l'impegno a mettercela tutta nello sforzarmi di fare bene il bene -a partire dalle cose in cui sono portato- deve esserci tutto, al di là dei risultati riscontrabili!

    La mia esperienza con l'hospice mi mostra come con veramente molto poco si sfuma la tentazione di "farla finita", tanto si può contare sulla presenza di gente che non si fa problemi a svuotare le sacche e a pulire il tuo corpo dalla pelle ormai resa estremamente fragile, dato che è specializzata in questo e non ti fa pesare una condizione di malattia che, ed è doveroso sottolinearlo, non è colpa della persona malata, ma è "semplicemente" un evento, seppur sgradevole, che è accaduto.
    Ma soprattutto hai intorno a te il calore e l'affetto delle persone a te care, che magari ti assistono impotenti in silenzio, ma escludendo il "rumore delle parole" ti infondono quel calore umano e quella tenerezza che si esaltano in particolare in quelle situazioni dove si sperimenta la "dipendenza" dalle altre persone (stessa cosa che succede a due innamorati, che non possono stare separati per molto tempo!).
    Quando c'è amore si passa sopra al fastidio di dover pulire le feci, perchè questa incombenza rimane sempre una cosa secondaria rispetto al valore della vita in sè, e non ci vuole molto a capire che questa operazione non lede la dignità di una persona (al limite crea imbarazzo, ma questo è un altro discorso, e comunque è un momento superabile), non la "punisce" e non intacca affatto l'affetto che si può comunque continuare a dare e ricevere nonostante le modificate condizioni fisiche.
    Decidere di "togliere il disturbo" significa mettersi in condizioni di poter privare i miei cari dell'opportunità di trasmettermi affetto anche nella mia infermità, non escludendo il fatto che magari avrebbero ancora qualcosa da comunicarmi, anche se fino a quel momento non erano stati in grado di farlo...

    Anche gli anziani che dicono "non ce la faccio più" arrivano a pensarlo perché vorrebbero continuare a misurarsi con il metro della giovinezza, non tenendo conto che ogni età ha la sua particolare forma di maturità, coi suoi limiti, ma anche con le sue particolari risorse, tutte da scoprire (ho vicino casa mia una RSA, "luogo d'ispirazione" di questi miei pensieri... ).



    Che s'intende per "libertà"?

    E' ciò che genera le conseguenze della citazione iniziale?

    Se è così, allora bisogna riconoscere che questo concetto è limitato alla sfera personale, e dimentica la dimensione sociale e relazionale dell'uomo.

    Non esiste, quindi, libertà se non in relazione con gli altri, perchè ogni mia scelta, direttamente o indirettamente crea, consapevolmente o meno, delle inevitabili risonanze sugli altri.

    Una volta mi fu fatto l'esempio del codice della strada: se tutti lo rispettassero si avrebbe la certezza che, se ho benzina a sufficienza e motore a posto tanto da non guastarsi (queste due cose dipendono dalla mia responsabilità) avrei la certezza di arrivare a destinazione dal punto in cui parto perchè sono "libero" nel momento in cui sono "protetto" da un legge, cui anche gli altri sono tenuti a rispettare, affinchè tutti possiamo rimanere "liberi" di non tamponare ed essere tamponati, rispettandosi nelle distanze di sicurezza, occupando con ordine gli incroci e così via.

    Allora posso essere creativo dentro quegli strumenti che mi proteggono perchè sono... libero... di rimettere sempre in gioco cuore e cervello, perchè possa dare e ricevere dalle persone che mi circondano (come sto facendo in questo momento in cui vi sto scrivendo!), fino a quando potrò avere tempo e possibilità per farlo... e così poter dire a me stesso che non spreco tempo e lo sfrutto finchè mi è possibile!


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  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da Vesponauta Visualizza Messaggio
    Non esiste, quindi, libertà se non in relazione con gli altri, perchè ogni mia scelta, direttamente o indirettamente crea, consapevolmente o meno, delle inevitabili risonanze sugli altri.

    Appunto e la penso come Gianni.

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