Tempo fa ho letto un libro che mi sembrava interessante:
LO ZEN E L'ARTE DELLA RIPARAZIONE DELLA MOTOCICLETTA
e da allora ho sempre sognato di fare un viaggio tutto per me.
In solitaria.
L'occasione si è presentata quest'anno e non ero un esperto. Sono stato teso e presoccupato ma, devo dire, determinato.
Quando ho lasciato casa alla volta di Trieste che mi aspettava a 900 kilometri di distanza era buio fuori come dentro di me. Avevo paura.
Cosa mi sarebbe accaduto? La moto avrebbe retto? E avrei retto io?
A lungo nelle ore del primo mattino il mondo è esistito solo nel cono illuminato dal faro della vespa.
Un mondo fugace, solitario, silenzioso.
Le macchie d'asfalto scivolavano sotto di me come impronte inghiottite dall'oscurità.
A destra il tavoliere delle puglie incombeva alto e minaccioso di pioggia.
ho scorto per un attimo le ombre dei mulini a vento lassù in alto a tendere le braccia al giorno in arrivo.
Ricorderò per sempre il freddo e lo sconforto e la prima reazione: adesso torno indietro.
Una curva e poi un'altra e una collina e poi una discesa e il motore morbido e sicuro di una compagna affidabile mi hanno dato coraggio, sempre più.
Non pensavo tanto, ero concentrato. Pronto a carpire ogni rumore anomalo, l'occhio attento sulla strada.
Dopo qualche tempo l'avventura ha preso piede.
A volte canticchiavo. Ho cominciato a godermi le curve e il primo sole con quel cielo di un blu profondo, non più minaccioso metnre il gelo allentava la sua morsa.
Quando mi sono finalmente rilassato i miei pensieri hanno preso a girare come il motore di Barbara.
Ho ripensato a mille cose. Alle cose fatte e a quelle da fare, agli sbagli e alle vittorie. Ai mesi passati lavorando all'estero e quelli trascorsi in famiglia, agli amici e agli amori. A tutto. Alle mie passioni e alle mie pazzie. A volte ho sorriso da solo e mi sono sentito stupido nell'ascoltare il suono della mia risata rimbombare nell'universo chiuso del mio casco.
Era un po' come essere sott'acqua.
Le macchine mi sono passate accanto come passano i giorni, talvolta senza che me ne accorgessi ma la mia vespa procedeva tranquilla sempre pronta a rispondere ai richiami dell'acceleratore.
E' stato come ripercorrere la mia vita in una giornata. Tutte le emozioni si sono ripresentate.
Ricorderò per sempre tutti gli odori, di terra bagnata, di paglia bruciata, di aghi di pino e di mare. Ogni odore una immagine dal passato.
E' stato un viaggio lungo, lunghissimo, che come tutte le cose è terminato lasciando in me un segno profondo che tutti i vespisti e i viaggiatori in genere conoscono.
In me la consapevolezza e lorgoglio di aver realizzato un sogno.