- Non fare carburante per due giorni non serve a nulla, se non a mandare un segnale che... verrà tranquillamente ignorato.

- I carburanti di origine vegetale non sono una risposta: la terra emersa non è abbastanza neppure per un decimo del parco circolante, e poi ci sarebbe il problema del cibo.

- Idrogeno ed elettricità hanno ancora limiti tali da non renderli alternative accettabili.

- le accise sui carburanti conservano ancora la denominazione iniziale, ma di fatto al termine dell'esigenza si sono trasformate in TASSE sull'uso dei veicoli a motore, sul cui introito (sicuro e costante, a differenza delle tasse "normali") lo Stato basa gran parte dei propri conti. Per questo motivo non vengono e non verranno mai tolte, ma semmai aumentate.

La soluzione? Al momento ne vedo una sola: limitare il consumo (prendere la vespa invece della macchina, privilegiare la guida risparmiosa rispetto a quella sportiva), tornare a vivere a "Km zero" (fare la spesa al negozio sotto casa con la sporta invece di andare al centro commerciale, ricordarsi che le "passeggiate" si fanno a piedi e non in macchina) e "disabituarsi" progressivamente all'uso dei mezzi propri in favore di quelli di massa.
Ne guadagneranno il portafogli, il traffico e la salute.