Ce la farò a farne un conservato?
E' quello che mi domandavo quando dopo infinita contrattazione del prezzo la caricai in auto qualche annetto fa.
Ne avevo gia una quasi completa ma con il numero di telaio illegibile che mi aveva fatto desistere dall'intervenire e cercare un altra occasione per magari usare il meglio delle due.
Tempo e pazienza ci voleva e alla fine un telaio con targa l'ho trovato.
Fatto i conti tra quello che c'era e quello che mancava mi sono girato tutti i mercatini in zona degli ultimi 5 anni per recuperare il mancante, ricostruire le parti danneggiate e valutare il da farsi con tutti i pezzi a disposizione e in molti casi doppi.
Fatta la scelta ho venduto i doppioni per recuperare la doppia spesa e ho fatto la lista.
C'era tutto!
Ma una domanda, tra i tanti altri pensieri di altra naturache hanno abitato quella pensione della mia testa, ogni sera, ogni sera si ripresentava con il suo bagaglio alla reception.
Ce la farò a farne un conservato? Riuscirò a non farne un lecca lecca tutto nuovo? Troverò guarnizioni vecchie e crepate, manopole lise, portatarga semiarruginiti, fanaleria usata ma buona, gomme d'epoca?
Riuscirò a riverniciare le parti che la vernice se la son dimenticata da anni?
Riuscirò a togliere una riverniciatura semiprofessionale e una casereccia sulle parti da recuperare dalla donatrice?
Bho . . . per 5 anni mi son fatto sta domanda tra altri problemi più "secondari" come il vivere quotidiano, il superare le perdite di affetti familiari, andare dal commercialista, non bannare i clienti, farsi sopportare da Enza, sposarsi magari, organizzare le TREMARI, far visita ai parenti, dare il culo agli amici, mandare fanculo i sepolcri imbiancati, sgombrare il terrazzo e ordinare il garage, contare fino a 1000, e ricontare quel che resta ogni giorno che un fine mese non ce l'ho. . . ma alla fine dovevo farcela!
E mi sa che . . .