...in cui la mattina ti alzi, guardi assonnato fuori dalla finestra e dici: "oggi prendo la vespa". Vai dove devi andare e, mentre sei a 20 chilometri di distanza, chiuso in un ufficio, guardi fuori dalla finestra e vedi che sta piovendo. La speranza che finisca di piovere entro l'ora in cui devi prendere la vespa per tornare indietro ti accompagna tutta la giornata, purtroppo proprio fino all'ora in cui esci e ti accorgi che invece di smettere piove più forte. Ovviamente non sei attrezzato con la tuta antipioggia e la vespa non ha parabrezza per credo religioso.
Fai spallucce, sistemi la borsa con il pc portatile dietro la schiena in modo che non prenda acqua, accendi la vespa e parti.
Ogni semaforo è una maledizione perchè la pioggia perpendicolare è quella che va ovunque, ogni tanto uno sguardo ai pantaloni, sui quali le macchiette d'acqua, che compaiono timidamente dopo i primi metri in vespa, si stanno amalgamando in un'unica una macchia scura grande ed uniforme quanto la coscia. Passano i chilometri che ti separano da casa e cominci a sentire che la tenuta della giacca da moto comincia a cedere e dei gelidi brividi cominciano a farsi sentire sul collo, sul petto, sul retro dei pantaloni e sul cavallo. Il peggio è quando ti si raffredda improvvisamente lo scroto. In quel momento hai toccato il fondo. Arrivi a casa, parcheggi al coperto, togli il casco completamente appannato e come un ebete guardi come sei ridotto. Speriamo di non incontrare nessuno in ascensore, ho una reputazione da difendere qui in condominio.
Domani sarà meglio![]()