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Discussione: Restauro raddrizzatore vespa 150 GS

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  1. #1
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    Restauro raddrizzatore vespa 150 GS

    Intento che si zinca la bulloneria del motore, effettuiamo un altro restauro un po' impegnativo, ma che fa la differenza tra un GS soprammobile ed un GS che si può usare senza preoccupazioni, parliamo del famigerato raddrizzatore a cristalli di selenio!!
    Il raddrizzatore è il responsabile della rettificazione della corrente alternata proveniente dalla bobina del volano, che di conseguenza divente una corrente pulsante unidirezionale in grado di ricaricare la batteria. Quando questa funzione viene meno, la batteria non viene ricaricata correttamente e quindi più si usa la vespa più si scarica, questo è particolarmente grave per la GS dato che anche la bobina di alta tensione prende corrente dalla batteria, e quando questa è scarica non c'è più nemmeno corrente alla candela, quindi la vespa non parte manco a spinta. Ho invece appurato (e anche un altro frequentatore del forum) che se sia la bobina interna al volano che quella di alta tensione sono efficienti, la GS è in grado di viaggiare tranquillamente, a patto di tenere luci di posizione spente, non pigiare il freno dietro e non suonare il clacson, dato che tutti questi dispositivi prendono corrente sempre dalla batteria, e quando questa non c'è, rubano corrente alla bobina della candela facendo spegnere la vespa. Inoltre il motore non va sopra i 4500-5000 giri, ma questo è perfettamente normale, come specificato dal manuale di officina della GS (ma non c'è nessuno che li legge??), durante la prova del motore in "emergency running", ovvero senza batteria.
    In conclusione l'efficienza del raddrizzatore per una GS è di fondamentale importanza, a meno che come detto prima si vuole tenere come soprammobile oppure... usa e getta!! Quando finisce la batteria, si scende e si va a spinta. La soluzione più semplice è sostituire il raddrizzatore al selenio con un ponte di diodi al silicio, in tal modo si risolve tutto, ho già effettuato due interventi del genere e la GS va benissimo, però qualche giorno fa mi sono chiesto, e se volessi mantenere il vecchio raddrizzatore per l'originalità, è possibile "rigenerarlo"??
    Ecco come si presenta il raddrizzatore appena smontato dalla vespa.
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  2. #2
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    Riferimento: Restauro raddrizzatore vespa 150 GS

    Innanzi tutto per chi non è del mestiere un po' di teoria. Come detto prima, la corrente proveniente dalla bobina all'interno del volano è alternata, ossia scorre prima in una direzione e poi in un'altra, ad una frequenza determinata dal numero di giri del motore (ad esempio quella di rete è fissa a 50 Hz, ossia 50 volte al secondo la corrente cambia verso). La batteria per ricaricarsi ha bisogno di corrente almeno unidirezionale, cioè che scorre da una sola parte, anche se ad impulsi non fa niente. Il modo più semplice per fare questa trasformazione è mettere un diodo, in sostanza una valvola unidirezionale, che permette alla corrente di scorrere in un solo verso, "segando" la parte negativa della corrente. In sostanza alla batteria arriva una corrente del tipo potitivo-nullo-positivo-nullo, etc, dove nullo è stata la semionda negativa della corrente proveniente dalla bobina che è stata tagliata dal diodo. Ci sono molte vespe che prevedono questi tipo di raddrizzatore, detto anche a singola semionda, dato che permette alla singola semionda positiva di arrivare alla batteria, elimindando quella negativa. Tra le altre c'è anche la 150 GS fino a numero telaio 62740. Questo però presuppone una grande perdita di carica che potrebbe essere mandata alla batteria, dato che la semionda negativa viene di fatto buttata via. Un modo migliore di sfruttare la corrente alternata è prendere anche la semionda negativa, girarla a testa in giù, in modo che diventi positiva, e quindi mandarla alla batteria. Come è facilmente intuibile la corrente inviata alla batteria è di intensità doppia. In effetti dal numero di telaio 62741 la 150 GS ha adottato questo sistema. Per effettuare questo processo servono quattro diodi, collegati a ponte di Graetz detto anche raddrizzatore ad onda intera. Non ci sono solo vantaggi, dato che la corrente deve attraversare due diodi per volta, si hanno maggiori perdite, dato che un diodo non è un interruttore ideale ma si mangia sempre qualcosa anche lui quando è attraversato dalla corrente, e sicuramente 4 diodi costano di più di uno. Comunque il vantaggio di poter sfruttare tutta l'onda alternata è molto maggiore.

  3. #3
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    Riferimento: Restauro raddrizzatore vespa 150 GS

    Il modo migliore per provare un diodo è il tracciacurve, ossia uno strumento con uno schermo dove appare la caratteristica tensione-corrente del componente in esame. Sull'asse y c'è la corrente, mentre sull'asse X c'è al tensione. Il componente diodo ideale dovrebbe avere corrente nulla fino a tensione 0, poi da tensione 0 un su dovrebbe avere resistenza nulla, per lasciare passare liberamente la corrente. Quindi linea orizzontale fino all'origine, poi linea verticale dopo. Naturalmente un diodi del genrere non esiste, però i moderni raddrizzatori al silicio, come questo BY126, si avvicinano molto. Come si vede dalla foto, la corrente inversa è nulla (naturalemte un po' ne passa, anche se dallo schermo non si apprezza) e questo è vicino al caso teorico, però la curva non si alza subito dopo il centro dello schermo, ma un po' dopo. Questo significa che è necessaria un po' di tensione per fare scorrere la corrente nel verso consentito dal diodo, in un'analogia idraulica sarebbe la pressione necessaria ad aprire una valvola unidirezionale.
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  4. #4
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    Riferimento: Restauro raddrizzatore vespa 150 GS

    Tocca ora alla prova del raddrizzatore, naturalmente essendoci 4 diodi andranno provati tutti. Nelle foto sottostanti si vedono i risultati. Il primo diodi è in condizioni discrete, c'è un po' di corrente di perdita ma nulla di che preoccuparsi per un elemento al selenio, è perfettamente normale anche da nuovi. Il secondo diodi è praticamente in corto, c'è una notevole corrente di perdita, mentre gli ultimi due sono praticamente interrotti, non lasciando passare corrente né in un senso che nell'altro.
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  5. #5
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    Riferimento: Restauro raddrizzatore vespa 150 GS

    A questo punto smontiamo il raddrizzatore, per farlo trapaniamo il ribattino cavo in ottone sul lato posteriore dal raddrizzatore. A questo punto è possibile scomporre il raddrizzatore, segnate il verso e la sequenza di tutti gli elementi, senza farlo è possibile rimontarlo seguendo lo schema e la logica del ponte di Graetz, ma bisogna essere pratici di elettronica!! L'elemento raddrizzatore è formato da uno strato di selenio disposto su un solo lato su tutto il lamierino di ferro che costituisce un terminale, e quindi da un piattello in ottone posto al centro, che costituisce l'altro terminale, rispettivamente anodo e catodo. Come si vede in foto c'è un anello più scuro di colorazione bluastra, dovuto al calore sviluppato nel funzionamento, che però non costituisce problema.
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  6. #6
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    Riferimento: Restauro raddrizzatore vespa 150 GS

    A questo punto ho provato l'elemento raddrizzatore in sé collegando un terminale del tracciacurve alla lamierina di ferro e sfiorando con l'altro la faccia esposta dello strato di selenio e l'elemento si è dimostrato funzionante!! Come si vede dalla prima foto c'è poca corrente inversa e la corrente cresce subito quando la tensione diventa positiva.
    Quindi il problema risiede nei piattelli di ottone, naturalmente essendo esposti bellamente all'aria e non sigillati, con il tempo si ossidano e non permettono un contatto sicuro con il selenio. Una bella passata di sidol per lucidare l'ottone e nella tenza foto si deve il risultato dell'elemento raddrizzatore con il piattello appoggiato. Per sicurezza ho dato una passata anche al selenio per eliminare la zona blu, ma ho notato che non è cambiato nulla.
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  7. #7

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    Re: Restauro raddrizzatore vespa 150 GS

    Andrea L. grazie per la tua spiegazione tecnica. Quind per stare tranquillo per non restare a piedi basta cambiare il raddrizzatore con un ponte di diodi al silicio, il suo fusibile ed avere una batteria che mantiene la carica e siamo più che apposto?? Alcuni sostengono di cambiare anche la bobina del volano, cosa consigli in merito!! Posso chiederti dove posso andare a comprare queste componenti e i vari riferimenti si watt o marche da dare al negoziante. Grazie, gentilissimo.

  8. #8
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    Re: Restauro raddrizzatore vespa 150 GS

    Il raddrizzatore a ponte è acquistabile in un negozio di componenti elettronici.
    Questo articolo, è in homepage ed è molto interessante:
    http://old.vesparesources.com/conten...-raddrizzatore
    Devi fare acquisti su SIP-Scootershop? Loggati tramite il nostro negozio (con il tuo attuale nome utente/password di SIP):
    http://vesparesources.sip-scootershop.com

    Grazie!

    Appassionati di bricolage non scoraggiatevi! Ricordate che il Titanic e' stato costruito da un gran numero di professionisti, ma l'Arca di Noe' solo da un dilettante!".

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