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Discussione: Restauro raddrizzatore vespa 150 GS

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  1. #1
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    Riferimento: Restauro raddrizzatore vespa 150 GS

    Il modo migliore per provare un diodo è il tracciacurve, ossia uno strumento con uno schermo dove appare la caratteristica tensione-corrente del componente in esame. Sull'asse y c'è la corrente, mentre sull'asse X c'è al tensione. Il componente diodo ideale dovrebbe avere corrente nulla fino a tensione 0, poi da tensione 0 un su dovrebbe avere resistenza nulla, per lasciare passare liberamente la corrente. Quindi linea orizzontale fino all'origine, poi linea verticale dopo. Naturalmente un diodi del genrere non esiste, però i moderni raddrizzatori al silicio, come questo BY126, si avvicinano molto. Come si vede dalla foto, la corrente inversa è nulla (naturalemte un po' ne passa, anche se dallo schermo non si apprezza) e questo è vicino al caso teorico, però la curva non si alza subito dopo il centro dello schermo, ma un po' dopo. Questo significa che è necessaria un po' di tensione per fare scorrere la corrente nel verso consentito dal diodo, in un'analogia idraulica sarebbe la pressione necessaria ad aprire una valvola unidirezionale.
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  2. #2
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    Riferimento: Restauro raddrizzatore vespa 150 GS

    Tocca ora alla prova del raddrizzatore, naturalmente essendoci 4 diodi andranno provati tutti. Nelle foto sottostanti si vedono i risultati. Il primo diodi è in condizioni discrete, c'è un po' di corrente di perdita ma nulla di che preoccuparsi per un elemento al selenio, è perfettamente normale anche da nuovi. Il secondo diodi è praticamente in corto, c'è una notevole corrente di perdita, mentre gli ultimi due sono praticamente interrotti, non lasciando passare corrente né in un senso che nell'altro.
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  3. #3
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    Riferimento: Restauro raddrizzatore vespa 150 GS

    A questo punto smontiamo il raddrizzatore, per farlo trapaniamo il ribattino cavo in ottone sul lato posteriore dal raddrizzatore. A questo punto è possibile scomporre il raddrizzatore, segnate il verso e la sequenza di tutti gli elementi, senza farlo è possibile rimontarlo seguendo lo schema e la logica del ponte di Graetz, ma bisogna essere pratici di elettronica!! L'elemento raddrizzatore è formato da uno strato di selenio disposto su un solo lato su tutto il lamierino di ferro che costituisce un terminale, e quindi da un piattello in ottone posto al centro, che costituisce l'altro terminale, rispettivamente anodo e catodo. Come si vede in foto c'è un anello più scuro di colorazione bluastra, dovuto al calore sviluppato nel funzionamento, che però non costituisce problema.
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  4. #4
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    Riferimento: Restauro raddrizzatore vespa 150 GS

    A questo punto ho provato l'elemento raddrizzatore in sé collegando un terminale del tracciacurve alla lamierina di ferro e sfiorando con l'altro la faccia esposta dello strato di selenio e l'elemento si è dimostrato funzionante!! Come si vede dalla prima foto c'è poca corrente inversa e la corrente cresce subito quando la tensione diventa positiva.
    Quindi il problema risiede nei piattelli di ottone, naturalmente essendo esposti bellamente all'aria e non sigillati, con il tempo si ossidano e non permettono un contatto sicuro con il selenio. Una bella passata di sidol per lucidare l'ottone e nella tenza foto si deve il risultato dell'elemento raddrizzatore con il piattello appoggiato. Per sicurezza ho dato una passata anche al selenio per eliminare la zona blu, ma ho notato che non è cambiato nulla.
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  5. #5
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    Riferimento: Restauro raddrizzatore vespa 150 GS

    ti seguo con interesse non tanto per il raddrizzatore della GS(che non ho)ma per la spiegazione fantastica che hai dato! ed essendo l'elettricità il mio campo mi è di notevole interesse! anche se diciamo che sotto i 220V a regola dovrò lavorarci assai poco!
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  6. #6
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    Riferimento: Restauro raddrizzatore vespa 150 GS

    Interessantissima lettura.... Complimenti
    Vorrei poter bere un caffè Quarta su questa terra e non un caffè Lavazza in paradiso.....

  7. #7
    VRista Senior L'avatar di Andrea L.
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    Riferimento: Restauro raddrizzatore vespa 150 GS

    Purtroppo non sono riuscito a recuperare l'elemento in forte perdita, probabilmente lo strato di selenio si è danneggiato. Disponendo però di un altro raddrizzatore, ho smontato pure quello, e ho notato una brutta cosa, dovuta forse al collegamento dei poli della batteria al contrario!! Il piattello in ottone e lo strato di selenio si sono fusi e bruciacchiati, quindi se avete il raddrizzatore originale al suo posto state attenti a come colegate la batteria. Gli altri tre elementi erano però buoni, quindi ne ho preso uno, disossidato e messo sull'altro raddrizzatore. A questo punto ho chiuso il tutto con una vite provvisoria e sono passato di nuovo al tracciacurve. Come si vede dalle foto, tutti a quattro i diodi sono adesso efficienti.
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  8. #8
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    Riferimento: Restauro raddrizzatore vespa 150 GS

    Per essere sicuri ho misurato anche la corrente di perdita tra il positivo ed il negativo del raddrizzatore, e ho ottenuto il valore di 1 mA a 6 volt e 7 mA a 20 volt, valori perfettamente nella norma per un raddrizzatore al selenio e nei limiti riportati sul manuale officina piaggio (1 mA a 6 volt a 10 mA a 20 volt). A questo punto si potrebbe montare, previa ricostruzione e ribattitura del perno centrale in ottone, ma chi si fida?? Sinceramente nemmeno io... oggi funziona, ma fra una settimana, fa un mese?? Per la GS è una cosa troppo delicata...
    A questo punto si potrebbe pensare che avrei potuto fare a meno di scrivere il post, però secondo me un po' di conoscenza non fa male, no?? Inoltre ho in mente un'altra soluzione che permetterà di ricostruire il raddrizzatore e di poterlo usare in tutta tranquillità e originalità... la pubblicherò a breve!!

  9. #9
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    Riferimento: Restauro raddrizzatore vespa 150 GS

    Citazione Originariamente Scritto da Andrea L. Visualizza Messaggio
    Per essere sicuri ho misurato anche la corrente di perdita tra il positivo ed il negativo del raddrizzatore, e ho ottenuto il valore di 1 mA a 6 volt e 7 mA a 20 volt, valori perfettamente nella norma per un raddrizzatore al selenio e nei limiti riportati sul manuale officina piaggio (1 mA a 6 volt a 10 mA a 20 volt). A questo punto si potrebbe montare, previa ricostruzione e ribattitura del perno centrale in ottone, ma chi si fida?? Sinceramente nemmeno io... oggi funziona, ma fra una settimana, fa un mese?? Per la GS è una cosa troppo delicata...
    A questo punto si potrebbe pensare che avrei potuto fare a meno di scrivere il post, però secondo me un po' di conoscenza non fa male, no?? Inoltre ho in mente un'altra soluzione che permetterà di ricostruire il raddrizzatore e di poterlo usare in tutta tranquillità e originalità... la pubblicherò a breve!!
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  10. #10
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    Riferimento: Restauro raddrizzatore vespa 150 GS

    Molto interessante, grazie per la delucidazione. Anch'io sulla VS5 ho montato quello nuovo come " Refranco", con il coperchio poi non si vede nulla.. Domenica 140 km tutto OK.
    Marino

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