Gabriele, ma che significa? Non esiste livello culturale, semmai esiste interesse, si può essere interessati a capire da dove viene fuori un termine o se una parola è corretta, come si può anche esserne totalmente disinteressati...
Scusa, ma se a te insegnano una cosa sbagliata, tu continui con i paraocchi come farebbe un animale da soma? Non è una evoluzione, è una forma che è sempre esistita, solo che veniva/viene utilizzata maggiormente in una determinata area.io so che "scatolo" non è italiano, sud o nord poco importa, così mi han insegnato a scuola, e così l'ho detto. Che poi,nella evoluzione della lingua, l'accademia della crusca, dica che scatolo sia o sia diventato italiano..questo io non lo so, ne mi interessa..per me rimane sbagliato.![]()
Quello fatto è un esempio ne esisteranno tanti altri, dove magari effettivamente l'errore esiste, ma quello che mi preme mettere in evidenza, è il semplice fatto che uno prima di giudicare, deve cercare di capire se l'altro è in errore o meno, tutto qui.
Concordo con te, è ovvio che l'insegnante deve essere il riferimento, ma non ti illudere che 20-30 anni fa, di insegnanti somari non ve ne fossero...Comunque, poco importa, voleva essere solo un esempio, del livello di "italianizzazione" di alcuni insegnanti che mi capita di conoscere.
Ripeto, che siano "polentoni" o "terroni" poco importa, un insegnante dovrebbe non avere di queste lacune.
Mi spiego meglio.
Se io che sono un semplice magazziniere dico "il gnocco" (tipica declinazione modenese per indicare una tipologia di prodotto da forno) piuttosto che "lo gnocco" (forma corretta) non importa a nessuno..
se invece, l'insegnante di mio figlio parla come me al bar con gli amici, perdonatemi, ma la cosa fa leggermente incacchiare...
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Cmq, "il gnocco fritto", è una leccornia, mia madre, quelle volte che gli prende la smania di fare il pane, ne fa una sua versione farcita...come direbbe Dan Peterson. Fenomenale!
Bye, Luca