Fermo autotrasporto sospeso. Si torna alla normalità. Successo per la categoria. Raggiunta un'intesa col Governo. Per il Segretario Generale CNA Sangalli: sono state date risposte alle aspettative degli autotrasportatori. E' stata una scelta traumatica e sofferta. Ma il fermo dell'autotrasporto, le colonne di tir ferme in autostrada e i bivacchi dei bisonti della strada nei pressi dei valichi di frontiera, hanno prodotto l'effetto sperato. Costringere il governo a trovare una soluzione immediata per sbloccare una vertenza che ha rischiato di paralizzare l'intero Paese. Ragiona così il Segretario Generale CNA, Gian Carlo Sangalli, che ha condotto le trattative con Palazzo Chigi, cioè, in particolare, con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta. Un negoziato velocissimo, spiega, a dimostrazione del fatto che le Organizzazioni di settore e le Confederazioni dell'artigianato, alle quali aderiscono la maggior parte delle
piccole e medie imprese, non avevano altra scelta. «CNA Fita e e Confartigianato Trasporti avevano preannunciato il fermo al Ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, un mese fa, ma sono nelle ultime ventiquattro ore si è fatto tutto quello che si sarebbe potuto e dovuto fare prima con calma e tranquillità», dice Sangalli. «Grazie all'intervento del Premier Romano Prodi e del Sottosegretario Enrico Letta, la conclusione della vicenda è stata positiva per il Paese».
Domanda. Positiva fino a un certo punto: danni per due miliardi, tensione. E c'è pure lo scontento della categoria, perché molte imprese si sono dichiarate insoddisfatte dell'intesa.
Risposta. Insisto, è una conclusione positiva per il paese. Per le aziende un po' meno ma solo perché sono state manifestazione da ultima spiaggia che sarebbe stato possibile evitare se Bianchi avesse mostrato un po' di sensibilità.
D. In tutta questa confusione, però, nessuno ha capito ancora quali erano le richieste degli autotrasportatori di piccole e piccolissime aziende che scontano i costi della disorganizzazione del sistema e soprattutto gli abusi della committenza, che scarica sul settore gran parte dei suoi costi e delle sue inefficienze. Ed è solo apparentemente libero, ma è invece non regolamentato.
D. Ma questi sono problemi che non si risolvono così, su due piedi. Perché allora questa forzatura del fermo?
R. Avremmo preferito farne a meno, ma le condizioni sono gravi e c'è allarme per il caro gasolio, al quale è difficile dare risposte. La capacità contrattuale delle imprese di trasporto nei confronti dei committenti deve essere in qualche modo sostenuta dallo Stato, come avviene in Francia. Dove sono state fatte alcune cose che si cominciano a intravedere nella proposta che Governo ci ha fatto.
D. Ma una riforma del settore c'era già stata con il precedente Governo. Che effetti ha prodotto?
R. E' stata un fallimento, ecco perché ora serve un nuovo intervento che rafforzi la normativa di settore, dopo che il Protocollo del febbraio 2007 è stato disatteso. E servono le risorse che non erano state previste dalla Finanziaria per il 2008.
D. Di tutto questo c'è traccia nella proposta di Prodi e Letta?
R. Sì, perché il settore avrà a disposizione circa 600 milioni di euro che sono indispensabili per garantirne la sopravvivenza.
D. Da dove spuntano tutti questi soldi?
R. In sostanza abbiamo ottenuto il riconoscimento dello stato di crisi e contemporaneamente 100 milioni di euro dall'Iva per fare fronte all'aumento delle accise sul gasolio, trenta in più per i pedaggi autostradali, i 195 già previsti dalla l'accesso alla professione, che erano assolutamente necessarie.
D. Ma limitare l'accesso in tempo di liberalizzazioni non è un controsenso?
R. Una norma che scade il 31 dicembre prossimo dice che una nuova impresa può entrare quando ce ne è una che esce. Ciò per evitare che entri in modo selvaggio chiunque, alterando gli equilibri del mercato. In Italia è necessario un numero degli operatori per concentrarli e qualificarli e dobbiamo creare nuove opportunità per coloro che hanno un professionale, oltreché di onorabilità professionale.
D. Tutto questo è previsto dalla proposta del Governo?
R. Sì, grazie a un lungo, serrato e febbrile confronto tra confederazioni artigiane, CNA Fita e Confartigianato Trasporti ed Esecutivo
D. L'aumento di temperatura, però, si è esteso a tutto il Paese, perché il fermo ha provocato disagi enormi. Non avete esagerato?
R. Il fermo è stato breve, due giorni, ed è stato determinato dalla insensibilità di Bianchi. Poi Prodi e Letta hanno recuperato la situazione. Certo, i disagi ci sono stati, ma non maggiori di quelli provocati da uno sciopero degli autoferrotramvieri. Eppure, si è scatenata una campagna di stampa fatta con lo scopo di colpevolizzare un settore che è vittima degli interessi della committenza. Che fa solo il proprio interesse, disinteressandosi della sicurezza.