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Discussione: Restauro PX200E arcobaleno

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  1. #36
    VRista Junior L'avatar di sisco986
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    Restauro PX200E arcobaleno

    PROLOGO

    Appena qualche anno fa, oltre lo studio, una delle mie attività principali era occuparmi delle mie vespe, preoccuparmi di come restaurarle al meglio, che bellezza!
    Avevamo già organizzato tutto, la facciamo sabbiare là, quel carrozziere usa poco stucco, questo pezzo lo recuperiamo, questo bisogna comprarlo…
    Poi la notizia della malattia, la mia spalla principale in quest’attività era venuta meno.
    Abbiamo lottato per quasi 3 anni, e la vespa mi ha sempre accompagnato quando venivo da te, però non era più lei la mia preoccupazione, l’ho trascurata, ma lei non mi ha mai abbandonato, anzi se ci penso mi faceva anche scalciare meno per metterla in moto.
    Ricordo la nostra eterna questione sul colore della PX 200, tu dicevi “il bianco è a’morte soj (il colore perfetto)” , io forse affascinato dalle PX più moderne puntavo al nero, ma per te così sarebbe diventata “la vespa di Guariglia (un noto becchino salernitano)”.
    Era fine agosto quando tutto è degenerato, hai iniziato a non parlare più, a non alzarti dal letto, ed alla fine dovemmo portarti all’hospice.
    In quei rari momenti in cui eri un po’ più lucido ricordo che ti facevo sedere sulla carrozzina e ti portavo fuori al terrazzino vedere la mia vespa parcheggiata per strada, l’ex proprietario l’aveva riverniciata in un celestino puffo…si notava da un chilometro di distanza (ed infondo odiavamo entrambi quel colore).
    Poi hai iniziato a non alzarti più, ogni tanto ti parlavo ancora della vespa, ormai rispondevi sempre più raramente, i dottori non sapevano dirci se eri lucido e ci capivi o meno…Ma quando ti chiesi “allora stà vespa di che colore la facciamo?” tu mi rispondesti “Blu, come quella di Nello”.
    Era un chiaro segnale che capivi tutto, e alla fine hai scelto un colore che potesse piacere ad entrambi.
    Dopo poco te ne sei andato, ricordo che andai a piangere sulla vespa, sempre parcheggiata sotto quel balcone, ormai era il simbolo della nostra unione e concretizzazione di una passione comune scoperta troppo tardi.
    Ora mi trovo solo in un impresa che avevamo iniziato in due, ma questa te la devo, la nostra PX200 dovrà essere fantastica, una piccola opera d’arte in memoria di te, mio padre.
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