Non mi collego spesso, ho letto questa discussione soltanto oggi. Da quel vespista pigro che sono ebbi il piacere di incontrarlo di persona soltanto in due o tre occasioni nei dintorni di Roma. Una persona dai tratti ed i modi di gentiluomo d'altri tempi, troppo tardi rimpiango non averlo frequentato di più. Da quanto scrivete comprendo abbia deciso di percorrere quella che E. Hesse nel suo "Il lupo della steppa" definì uscita di soccorso. Ne ho profondo rispetto. Senza nulla sapere delle circostanze mi sento di affermare che nel nostro mondo per chi sia sensibile, generoso ed onesto troppo spesso l'esistenza diviene uno sforzo penoso. Al nostro perduto amico dedico la splendida, tristissima, laica "Preghiera in Gennaio" di F. De Andrè che questa sera, solo, non mi stanco di riascoltare.
Hasta siempre Leo!
Fabrizio