Originariamente Scritto da
Marben
Io invece mi sento di quotare in toto Vespa979 che secondo me coglie in pieno la filosofia autentica del restauro.
Il punto è che non si tratta di rimontare pezzi marcilenti, ma di riportarli alle condizioni di origine, sfruttando componenti autentici e certamente di qualità.
Non significa compromettere la sicurezza, e su questo si potrebbe aprire un dibattito. Purtroppo la qualità di molti ricambi di produzione contemporanea è talmente bassa che c'è da avere più paura con il materiale nuovo che con quello usurato!
Prendiamo ad esempio gli ammortizzatori: con pezzi nuovi abbiamo notizia di rotture traumatiche che, a quanto ne so, con i vecchi originali sono del tutto improbabili.
Tornando al caso specifico, non dico che ci si debba accanire sui pezzi magari compromessi da tanti fattori; ma certamente ha senso cercare pezzi originali, anche da sistemare, per perseguire il miglior risultato.
Ho sempre trovato ridicoli i pavoneggiamenti dei venditori che si vantano di "aver montato tutti pezzi nuovi, non c'è più niente di vecchio". Bravissimo, da applausi!
E di annunci simili se ne leggono molti.
Un esempio? Capaci tutti di montare parafanghi repro, fa niente se poi la forma non ha nulla a che vedere con l'originale. E poi magari c'è comunque da coprirli di stucco perché vengono stampati male.
I contachilometri? Un altro esempio emblematico. Il mercato è invaso da repro asiatiche, approssimative nell'estetica e nella funzionalità. Il loro costo è assai variabile, ma la qualità è sempre la stessa; la stessa Piaggio li distribuisce, ovviamente a caro prezzo. Ma si riconoscono lontano un miglio e in questi casi nulla è meglio dell'originale.
Discorso analogo per la fanaleria. Eppure per tanti è preferibile un Bosatta (durata media due mesi, e non scherzo!) ad un pezzo ben conservato ma magari non come nuovo.
L'elenco sarebbe molto lungo, dai telai delle selle repro che si piegano, ai clacson con stampigliature di fantasia, passando dai lamierati approssimativi e dalle parti in gomma che si screpolano.
Con tutto questo esistono anche riproduzioni ben fatte, ma si tratta di merce rara. Per esempio bisogna apprezzare la fanaleria della nuova Grabor Siem, che peraltro mi sembra stia ulteriormente affinando i propri prodotti.
Come in ogni cosa occorre buon senso: un pezzo di ruggine dai connotati compromessi non può valere uno sproposito solo perché vecchio, né un ammasso di pezzi nuovi ed approssimativi può vantare il prestigio di un restauro fatto con la testa (e col cuore).
Per inciso, gli ammortizzatori Vespa montati sino a metà anni '70 circa (ed alcuni anche un po' più tardi) sono revisionabili. Per molti si trova anche l'anello di tenuta di ricambio. Intendiamoci, può essere un intervento antieconomico ed in qualche caso insensato (per esempio in quei casi in cui la cromatura dello stelo si sfoglia). Ma gli ammortizzatori nuovi non sono tutto 'sto capolavoro, anzi.