Oggi ho vissuto una giornata indimenticabile!
Stamattina, molto presto, suona il campanello. Strano: normalmente quando arriva qualcuno sento sempre il rumore del motore che arriva in piazzetta, parcheggia e viene spento. Impossibile non sentirlo, e visto che intorno a casa mia non abita nessuno, già mi avvicino al citofono prima che venga suonato.
Stamattina, invece, no.
Una persona a piedi? A quest'ora?
Qualcuno in bici, con questo freddo?
Mi affaccio. Una persona, con casco integrale, abbigliamento da motociclista, guanti e quant'altro al cancello.
Penso: "ma la moto?" .
Non la vedevo perchè nascosta alla mia vista dalla finestra. E, ripeto, non l'avevo sentita arrivare!
Possibile che sono diventato pure sordo di colpo? Già porto gli occhiali fissi, da appena sveglio, escluso in piscina e sotto la doccia...
E invece non sono invecchiato di colpo: esco sulla piazzetta, e davanti a me si materializza ciò che avevo visto solo in alcuni video su YouTube!
Non ci posso credere: mi hanno portato un vero prototipo in carne e ossa... ehm... in acciaio e alluminio di una moto che finora avevo visto solo come un esercizio tecnico magari interessante, ma ben lontano dalla realtà!
Il losco figuro vestito da motociclista mi propone di accompagnarlo per una passeggiata verso il mare. Risveglio il Guzzino, che era da un mese e mezzo che era fermo (infatti s'è così tanto emozionato che per accendersi ci ha fatto un po' tribolare... ), perchè m'immaginavo dai video che ho visto che Scarrafone avrebbe fatto fatica a stargli dietro.
Fa impressione e simpatia confrontare il casinistico pulsare del bicilindrico di Mandello riconoscibile a distanza, col fruscio del treno degli ingranaggi e della catena di trasmissione di questo particolare mezzo, che mi precedeva sempre di una buona spanna, e non vi nascondo che non era scontato starci dietro!
Sguardo fisso sulla targa (prova): "TAPC1TA1".
Arriviamo verso Tirrenia. Poco prima, sosta per uno spuntino. Il collaudatore mi spiega che in questi giorni sta testando il prototipo per affinare la meccanica. Già i test hanno dato esito positivo in condizioni estreme di temperatura, dal Marocco all'Etna (e in effetti ero più io a patire il freddo che la moto... ), ma come è bene in questi casi, aveva comunque bisogno di macinare altri chilometri.
Un certo senso di "rispetto" per questo gioiellino ce l'avevo, soprattutto vedendo la componentistica di qualità che monta, ma anche di "timore" per l'altezza della sella e la posizione di guida tipicamente da enduro "vera".
A stomaco pieno, un brivido freddo:
- "Te la senti di provarla?"
- "Non ci pensare nemmeno: e se non sono capace?"
- "Ma come, proprio tu, che macini chilometri con la Vespa per l'Italia, che hai ridato vita a questa vecchia Guzzi, che due ruote le sai guidare..."
- "Ma dài: così alta... temo di farla cadere a terra!"
- "E' tutta un'impressione: una volta che parti non hai problemi!".
Evvabbè, cediamo al pressante invito. Sarò capace di essere all'altezza?
- "Dài, France, facciamo così: questo interruttore posizionato sul verde diminuisce l'amperaggio. Al motore arriva meno corrente per non danneggiare i terreni fuori strada. Inizia in questo modo, così prendi confidenza. Ricordati che non è un motore a scoppio, quindi basta che ingrani da fermo la marcia, non necessariamente la prima, dai gas (si fa per dire... ) e la moto parte da sola. Per aumentare o scalare le marce il cambio si usa normalmente, tirando la frizione".
Abituato alle quote di sterzo del Guzzino, ben granitico nella sua abbondante avancorsa, questo manubrio così allargato e questa luuuuuuunga forcella abbastanza verticale mi danno una sensazione di estrema leggerezza a cui non ero abituato: sono passati ormai degli anni da quando non ho più inforcato il Tuareg, e mi ero dimenticato che con le enduro si sterza col manubrio, mentre con le stradali con tutto il peso del corpo...
Ci credete che in pochissimi chilometri c'ho preso subito confidenza?
Ma siamo sull'asfalto, non in fuoristrada! Perchè non disabilitare la modalità eco?
Accosto, mi fermo, sgancio il pulsante verde. Parto ancora una volta in quinta marcia. La frizione tanto non serve.
"Eppure pensavo che 'sto motore fosse una potenza... mah... qui andrò si e no a 50 all'ora..."
Ero abituato al filo di gas per consumare poco coi mezzi "a scoppio", e non mi ero accorto di quanto acceleratore mi era rimasto ancora da utilizzare...
Capita l'antifona, tutto cambia!
Gli alberi del Viale D'Annunzio mi scorrono silenziosi a fianco. Il cupolino mi devìa l'aria dal corpo e non mi rendo conto che avevo superato i 110 km/h!!! Me lo dirà il collaudatore leggendo il tachimetro del Guzzino, mentre faticava a raggiungermi tirando le marce del bicilindrico: Tacita aveva sul cupolino lo smartphone, che fa anche da strumentazione, con la batteria scarica...
Nel frattempo arriviamo in città: non vi dico che piacevole effetto è "frusciare" nel traffico senza creare confusione.
Da un lato si potrebbe pensare al maggior rischio per gli altri che non percepiscono l'arrivo di un mezzo elettrico, ma dall'altro lato la estrema prontezza del motore ti divincola quasi istantaneamente da qualsiasi situazione d'impaccio. Sgusciavo come un'anguilla!
Figuriamoci se invece di lasciare la quinta marcia si scala di un paio di rapporti: una ripresa da moto supersportiva! Sembra quasi che la moto "si strappi via" da sotto il sedere, e c'è da "appendersi" al manubrio!
Quando il giro si conclude, immaginatevi che bell'impressione ha lasciato in me: un mondo ovviamente diverso sia da quello motociclistico che da quello vespistico. Ma che ha ben ragione di esistere.
Queste le impressioni del giro. Adesso iniziamo un po' di riflessioni (tecniche e non solo) da condividere e ragionarne insieme.
Tutti sappiamo che un motore elettrico di per sé non ha bisogno delle marce. Io non la penso affatto così, proprio per la prova che ho fatto.
Se ci pensate, a che servono le marce se non a moltiplicare la coppia coi rapporti più corti? Non per niente ad esempio il Ciao monomarcia si vendeva di fatto solo nei luoghi pianeggianti!
Avere più coppia attraverso l'uso del cambio significa poter sfruttare il mezzo in diverse situazioni senza aver bisogno di un motore "maggiorato", anche nelle sue dimensioni (oltre che nei consumi, ovviamente!).
Sentendo i video del fondatore dell'azienda, viene precisato che questa non è una moto elettrica da enduro, ma una moto da enduro elettrica. Non è un dettaglio: Corradino D'Ascanio ha progettato la Vespa a partire da chi la doveva usare. In altri termini: era lo scooter a dover nascere intorno alle esigenze di chi lo avrebbe guidato, e non doveva essere l'utilizzatore a doversi adeguare alle caratteristiche del mezzo.
Qui si è partiti da: "Ci serve una moto da enduro. Punto primo. Vogliamo che sia alimentata elettricamente. Punto secondo.". Non si è adattato qualcosa di già esistente per "forzarlo" a diventare da enduro. Infatti il motore è ben piazzato in basso e non ingombra.
Anche Alec Issigonis partì da un foglio bianco per creare la Mini.
Già m'immagino che qualcuno dirà: "meglio comunque il motore a scoppio, è più divertente". Non dimenticatevi che qui c'è il cambio, quindi sotto sotto è una Vespa!
Rimane divertente: fidatevi! E c'è un "plus": il motore non va mai sottocoppia, e quindi non costringe a scalare nel traffico, non c'è mai da sfrizionare. Basta spalancare l'acceleratore, in qualsiasi condizione! E alla fine c'è quindi più sicurezza!
Altra obiezione sensata: l'autonomia. Ho fatto due conti. Nel mio ipotetico uso quotidiano non avrei problemi (certamente non posso farci gli 891 km in 14 ore e 15 minuti di vespistica memoria!), dato il mio consueto "monte ore" quotidiano medio, visto che con 4 batterie della tecnologia attuale si raggiungono i 100 km. Particolare è la possibilità di poter avere una stazione di ricarica a pannelli solari! Quindi in casa posso fare il bucato senza che mi scatti il contatore mentre ricarico la moto!
Anzi, la stazione di ricarica mi eroga almeno 2,5 chilowatt: quindi il bucato lo faccio in giardino, mentre sono in giro con la moto!
Terza obiezione, il prezzo. Logico che non è una "cinesata", e la tecnologia ha il suo valore. Ma se a me proponessero un budget da spendere per una moto d'epoca -con freni e dotazioni di sicurezza inadatte alle condizioni di traffico attuale, e che rimarrebbe un pezzo comunque poco utilizzabile- o per questa, v'immaginate la mia risposta, che bada a quello che serve...
V'incuriosisce? Eccovela, ad esempio, in questo video:
Tacita Test Lo Vetere 480 soundtrack - YouTube
Ma se volete levarvi qualche altra curiosità:
Tacita
Aspetto le vostre impressioni, curiosità e commenti!