Ciao, innanzitutto in bocca al lupo per gli studi...
Vediamo se posso aiutarti, io ho più o meno vissuto in diretta gli anni del boom Vespa PX e il successivo declino del marchio Vespa fino ai giorni nostri quindi ti farò un'analisi, molto grezza ma reale del fenomeno.
Tralasciando gli anni della nascita e del primo boom Vespa degli anni 50/60 ove il veicolo spesso era per gli italiani il solo modo di avere un mezzo di trasporto, affidabile e a prezzo relativamente basso ( unito all'idea lungimirante della Piaggio di offrire pagamenti rateali) ti parlerò degli anni fine 70,80 e oltre.
La Vespa dopo esser stata per i decenni precedenti spesso l'unico mezzo di trasporto per tutta la famiglia, si usava infatti da soli, in 2, 3 o anche 4 persone (2 adulti e magari 2 bambinetti), negli anni 70 ritorna prepotentemente di moda come veicolo per il tempo libero, soprattutto per i più giovani.
All'epoca per portare la Special 50 non serviva patente, casco, assicurazione, targa e mazzi vari: si pagava un bollo ridicolo ( per anni è stato 1500 lire), si metteva miscela e si andava alla conquista del mondo da soli o in coppia (anche se formalmente vietato c'era molta tolleranza). La Vespa era all'epoca praticamente l'unico scooter che ti permetteva di non sporcarti i pantaloni; i vari motorini e moto avevano tutti più o meno perdite di olio o parti ingrassate che potevano rovinare l'abbigliamento. La Vespa ti poteva portare in ufficio, al cinema, a scuola o da altre parti senza macchie e ciò fu particolarmente apprezzato dalle donne/ragazze. Con il Primavera 125 e poi con la linea PX gli orizzonti si allargarono improvvisamente: si poteva andare al mare o in campagna percorrendo anche parecchi km, sempre con l'affidabilità e la pulizia Vespa. I genitori (quelli che avevano avuto la Vespa come unico veicolo) ricordavano la robustezza e la velocità non eccessiva (anche se poi con varie modifiche si cambiava tutto) ed erano favorevoli all'acquisto della Vespa come regalo per la promozione dopo la 3 media o per la maturità. Il mitico Vespone Px diventò così l'oggetto del desiderio per migliaia di ragazzi che grazie a questo straordinario veicolo potevano muoversi in libertà, a pochi soldi e spesso avevano una freccia in più per le loro conquiste (il Px piaceva da morire anche alle donne). A 16 anni si prendeva la patente A con un esame orale e poi si circolava (anche in due, anche se era vietato formalmente), portando la ragazza a spasso o organizzando vacanze in Italia e all'estero. Un classico mito era andare all'estero, qualcuno faceva viaggi a Capo Nord e spesso tornava senza problemi. Affidabilità enorme (all'epoca chi arrivava con la macchina a 100.000 Km era un campione) e costi bassi uniti ad una praticità sconosciuta per un motociclo dell'epoca (ricordiamo la possibilità di mettere il parabrezza d'inverno, il cassettino dietro scudo dove mettere il Kway, il portapacchi, anche anteriore) e ad un design splendido ne fecero un'icona degli anni 70/80.
C'è da dire che all'epoca il protezionismo era molto forte, la concorrenza era limitata ai modelli europei, moto giapponesi al di sotto dei 350 cc erano contingentate e poco diffuse. L'alternativa alla Vespa 50 era il Ciao, i vari Ciclomotori italiani e qualche Peugeot 103. Per la 125/150 non c'erano scooter a fare concorrenza dopo la fine delle Lambrette.
Improvvisamente intorno alla metà degli anni 80, si affaccia sulla scena quello che insieme alle cazzate di Casa Piaggio (presentazione di modelli quali vespa Pk e Cosa) decreta un cambiamento dei gusti e acquisti in Italia: Il Peugeot Metropolis.
Questo 50 prodotto (mi sembra) su licenza Honda ha tutto quello che un 50 in Italia neanche si sogna: avviamento elettrico, miscelatore, frecce e variatore. Perfetto per una ragazza o anche un ragazzo un po' comodoso. La Piaggio presenta un paio di Vespe PK automatiche che fanno schifo come affidabilità e poi con la Cosa si martella gli ...attributi. Flop clamoroso. Nel frattempo crescono le disponibilità economiche, spesso per la maturità si regala al figlio la macchina (Fiat 500 usata e strausata) e si affaccia come concorrente del Vespone 125/150/200 un temibile avversario: l'Honda Spazio (CN 250). Uno scooter potente, automatico e a 4 tempi che in poco tempo soppianta i vari Vesponi nelle principali città italiane. Guidabile già dai 18 anni con la patente A o la B della macchina è il mezzo scelto dagli ex Vespisti ora cresciuti. Poi vengono immessi sul mercato scooter e maxi scooter sempre più potenti e grandi, qui a Roma fanno a gara a chi ce l'ha più grosso... (di cilindrata). Migliaia di Vespe prendono la via della rottamazione, spesso per vivere una seconda vita all'estero, nord Africa in primis. Con la comparsa della benzina verde cominciano a scomparire le pompa di miscela e si comincia a martellare la popolazione con l'idea che la benzina verde ed il catalizzatore risolveranno il problema dell'inquinamento. I 2 tempi vengono demonizzati e la Vespa rimane un mezzo di nicchia, per pochi appassionati.
Oggi di quegli scooter di plastica non ne sono rimasti che pochissimi esemplari, disintegrati gli altri dal tempo e da manutenzioni esose. Le vecchie Vespe invece, anche abbandonate per anni in cantina o in qualche polveroso garage, vanno in moto dopo un cambio candela e una pulita al carburatore; un litro di miscela nuova e il mito rinasce. La Piaggio per ben 2 o forse 3 volte rimette in produzione il PX che morto in Italia prendeva piede nelle città dei Paesi orientali e a volte ritorna anche qui come LML o all'estero con il nome di Stella o Belladonna.
Il resto come la febbre da Vespa, la nuova moda e purtroppo i prezzi esosi di vecchie Vespe è roba dei nostri giorni.
Spero di non averti confuso troppo le idee, per me è stata un 'occasione per rivivere gli anni della giovinezza.
Scusate tutti per la lunghezza, ma quanno ce vo', ce vo'...
Ciao.