Originariamente Scritto da
Tondo68
Credo che, come sempre, il giusto stia nel mezzo.
Mi permetto di proporre il mio punto di vista, non essendo io direttamente coinvolto nella polemica, dato che sono un appassionato meccanicamente più che autosufficiente e anche piuttosto informato, che però non effettua lavori di alcun genere a terze persone, fatta salva una strettissima cerchia di amici veri e propri -bastano le dita di una mano per contarli- i rapporti con i quali non sono in alcun modo inquadrabili nel genere artigiano-cliente. Facendo un altro lavoro, non avrei modo di gestire una clientela e, soprattutto, come giustamente sostiene Felice, non sarebbe corretto (né consentito dalla legge) fare concorrenza sleale a chi manda avanti un'impresa facendosi carico di tutti i relativi e gravosissimi oneri.
Senatore fa un ragionamento ineccepibile in linea di principio, ma non sempre applicabile alla pratica realtà del lavoro e dei rapporti interpersonali. D'altro canto, è vero che alcuni meccanici esagerano con il ricarico, sostenendo a tutti i costi il principio opposto, complici l'attuale contesto di crisi e l'insostenibile pressione fiscale.
Il ricarico, invero, è la prassi di sempre: quando i pezzi di ricambio si comperavano solo nei negozi, restava un segreto dei (giustamente) beneficiari degli sconti; ora, che è fiorito il mercato online, agli artigiani è di fatto venuta meno (o è diventata evidente per tutti) una fonte considerevole di guadagno.
Insomma, penso che i clienti potrebbero anche non impuntarsi a voler comperare proprio tutto online e, viceversa, i meccanici potrebbero tollerare di buon grado che il cliente chieda loro di montare qualcosa che ha provveduto da sé ad acquistare.
In generale, sono convinto che la salvezza di ciascuno risieda nella comprensione e nel rispetto delle ragioni e delle esigenze dell'altro, specialmente nel caso questi abbia interessi opposti.