Senza entrare nel merito di qualsiasi polemica, la collaborazione fra VCI e FMI è cosa nota. Il presidente Leardi e referente di marca per il r.s. FMI e questo già può spiegare le dinamiche che, negli anni, hanno portato ad un progressivo indebolimento del Registro Storico Vespa che esiste ma non vale nulla e peraltro è ignorato se non osteggiato dai Vespa Club. Ovviamente non viene riconosciuto dall'art. 60 del C.d.S. e pertanto il suo valore è assai discutibile. Un vero peccato, specie se pensiamo che altri Registri di marca (vedi gruppo Fiat) sono regolarmente riconosciuti; parliamo peraltro del Registro Storico Vespa, ovvero una realtà che potrebbe contare molte iscrizioni, anche alla luce delle mode così diffuse negli ultimi anni.

Discorso vecchio... Purtroppo il R.S., per come funziona il mondo dei veicoli storici in Italia, è un passaggio obbligato ed è comunque un giro d'affari. Pure lo Stato e le sue amministrazioni locali demandano ad enti privati la concessioni di determinati status, al fine di ottenere benefici di vario genere, come quelli fiscali oppure addirittura la facoltà di circolare su strade pubbliche. Questo di per sé dovrebbe stupire!
Ovviamente non c'è verso di imprimere una svolta alla situazione. Ricordo anni fa un incontro, che non esito a definire stucchevole, a Lodi, per affrontare il discorso 'blocchi del traffico'. Ordine del giorno, in soldoni: come trovare una scappatoia per poter circolare anche con Vespe non originali. Presente anche il vice presidente della Regione. La soluzione da lui proposta fu quella di creare un Vespa Club 'padano', con relativo R.S. cui ammettere Vespe anche non originali. Sconcertante, specie se proposto da chi ha facoltà di legiferare. In buona sostanza: la torta è buona ed abbondante, l'importante è averne una fetta.