UNASCA
COMUNICATO STAMPA
CDPD e SENTENZA DEL TAR LAZIO: NON CI SONO DUBBI, E’ STATO ELIMINATO IL CERTIFICATO DI PROPRIETÀ
DIGITALE
A CONFERMA DI CIO’ C’E’ IL FATTO CHE ACI, PUR DICHIARANDO CHE LA SENTENZA LEGITTIMA IL CDPD, HA
FATTO RICORSO AL CONSIGLIO DI STATO CONTRO LA STESSA
Per Unasca e’ stata messa fine a una procedura che invece di semplificare ha reso più complesse le
procedure burocratiche
Roma, 31 maggio 2016 - UNASCA ribadisce che la Sentenza del Tar del Lazio n. 5861 del 17 maggio 2016 (vedi
allegato), in accoglimento del ricorso presentato da UNASCA, ha dichiarato illegittimo il CDPD perché viola la legge che
prevede il rilascio del Certificato di proprietà al momento della prima iscrizione o di ogni altra successiva pratica
riguardante il veicolo.
Tuttavia l’ACI in questi giorni ha affermato che tale sentenza ha legittimato il CDPD, per poi fare ricorso al
Consiglio di Stato contro la stessa sentenza. In effetti per UNASCA è importante fare chiarezza sul punto: il TAR ha
infatti condannato l’ACI a corrispondere 8000,00 euro di spese di lite, sottolineando che nessuna norma, nemmeno
del Codice dell’Amministrazione digitale (CAD), impedisce al cittadino che ha acquistato un veicolo o che ha
effettuato il trasferimento della proprietà di esso di ottenere una copia cartacea del certificato.
I Giudici capitolini sono stati lapidari nell’ammonire ACI: il ricorso di UNASCA va accolto e il CDPD annullato
perché sostituisce il rilascio del Certificato di Proprietà del veicolo con l’”Attestazione di presentazione delle formalità”
e perché impedisce di ottenere il Certificato in formato cartaceo, anche su richiesta della parte.
A conferma di ciò c’è anche il fatto che Aci abbia in realtà fatto ricorso al Consiglio di Stato contro tale
sentenza.
Il Giudice amministrativo ha posto la parola fine al Certificato di Proprietà Digitale e alla complicatissima e
illegittima procedura ideata da ACI, incomprensibile e vessatoria per i cittadini che sono stati, da una parte, privati del
certificato di proprietà della loro auto, e, dall’altra, gettati in un turbinio di pdf di ricevute prive di valore, di servizi online,
di password, di codici di accesso, di smartphone ecc…, specie quando si effettuano ulteriori operazioni come i
trasferimenti di proprietà. Si deve tornare al vecchio certificato di proprietà CARTACEO ed al rispetto della legge ha
appunto statuito il TAR.
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Ufficio Stampa Unasca
Valeria Cecilia
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ACI
Aci: "Il TAR ha riconosciuto legittimità del CdP Digitale"
Non si placano le polemiche Unasca-Aci sul famoso Certificato di Proprietà Digitale. Ora è l'Aci a passare all'attacco: “Il TAR del Lazio ha riconosciuto la piena legittimità del Certificato di Proprietà Digitale introdotto dall’ACI, né avrebbe potuto fare altrimenti, stanti le norme dettate sin dall’emanazione del Codice dell'Amministrazione Digitale”.
Lo ha dichiarato Giorgio Brandi - Direttore del Servizio PRA - intervenendo per fare chiarezza su alcune interpretazioni non corrette di una recente sentenza dei giudici amministrativi del Lazio; interpretazioni che rischiano di creare disorientamento tra gli automobilisti e gli operatori del settore.
“La recente sentenza del TAR – spiega Brandi – prevede solo che, nel caso un cittadino ne faccia esplicita richiesta, il Certificato di Proprietà possa ancora essere rilasciato in forma cartacea, utilizzando la modulistica del 1992”.
“Si tratta – chiarisce il Direttore del Servizio PRA - di una opzione che sembra voler venire incontro alle esigenze di quei cittadini che, per ragioni sociali e/o anagrafiche, potrebbero avere - in questa fase di cambiamento dei processi - difficoltà a rapportarsi con l'elemento di grande novità costituito dal Certificato di Proprietà Digitale, insomma quello che viene definito il "digital divide".
“La digitalizzazione del Certificato di Proprietà ha, in realtà, come obiettivo principale proprio quello di semplificare la vita degli automobilisti, soprattutto di quelli meno "attenti" alla gestione dei documenti della propria auto. È chiaro, però, che - come ogni significativa innovazione - ha bisogno di essere metabolizzata”.
Prosegue Brandi: “I vantaggi del CDP Digitale sono evidenti e innegabili: la carta scompare e i certificati, nella loro versione digitale, vengono custoditi negli archivi informatici del PRA, senza alcun onere, né rischio per gli automobilisti. Niente più frodi per furto, smarrimento o falsificazione, dunque, e niente più denunce di smarrimento (se ne contavano più di 300mila ogni anno), né spese per il rilascio dei duplicati”.
“Tutti aspetti che - una volta illustrati con l’accuratezza che ogni innovazione richiede - riteniamo possano essere riconosciuti attraverso una precisazione definitiva al Consiglio di Stato, che ACI si riserva di richiedere”.
“La migliore conferma della validità del CDP Digitale - conclude il Direttore del Servizio PRA - è lo straordinario successo riscontrato tra gli automobilisti italiani: in soli 7 mesi di operatività, infatti, (il CDP Digitale è stato introdotto il 5 ottobre scorso) sono stati rilasciati più di 7 milioni e 200mila certificati, a una media di quasi 35mila CDP Digitali al giorno”.
La Repubblica Motori - 24 Maggio 2016