Ciao.
Comunque quando si trova in vendita il prezzo di un usato becco alto va dai 100/200 euro .
Addirittura fantomatici fondo di magazzino li vendono per 500 euro .
Prima o poi ci arriveremo ad una riproduzione fedele all ' originale. Il fatto e' che non c'e' informazione , pertanto molti credono che la propria vespa non monti la becco alto .
Un esempio ? I possessori di Primavera prima serie .
Prima che Marben postasse quell immagine da cui si desume l introduzione della becco basso anche io pensavo fosse una questione di esaurimento scorte .
Invece no . Considerato anche il fatto che quando ho tempo io cerco informazioni anche per ore su i particolari delle vespe e non avevo mai trovato l informazione .
io ero riuscito a trovarne una ad un mercatino in buone condizioni, l'unico problema che il venditore mi ha chiesto 400€
Mi piacerebbe conoscere quello che spende 500€ per un padellino a scarico alto fondo di magazzino. Guardarlo negli occhi ed esprimergli il mio... disappunto.
Ora, molti commercianti da anni, un colpo alla volta, stanno cercando di gonfiare i prezzi oltre ogni ragionevolezza.
L'arma in nostro possesso è una e semplice: boiccottarli!
La Vespa potrà camminare serenamente con una marmitta a scarico basso e, con un po' di pazienza, una buona occasione arriverà.
Probabile, ma probabilmente questa non avrà alcun logo riconducibile a Piaggio, come avviene ora per certe buone riproduzioni di padelle large anni '60.
E già ci sarebbe da ridire, perché, logo a parte, non mi sembra possa essere lecito stampigliare un IGM/DGM, riconosciuto a suo tempo a Piaggio quale costruttore, su uno scarico riprodotto, per quanto fedelmente.
Aggiungere scudetti ed esagoni sarebbe ovviamente una mossa ancora più rischiosa ed infatti al momento solo i vietnamiti di turno e pochi temerari hanno osato tanto.
Da Piaggio, invece, non mi aspetterei nulla. È già tanto che commercializzino ancora le padelle DGM 4109 S, probabilmente lo fanno solo per l'elevatissimo ricarico che riescono, evidentemente, a fruttare.
Ma rispondono comunque alle logiche di un costruttore, ovvero fornire un ricambio compatibile ed adattabile alla luce della sigla di omologazione, riportata sulle schede di omologazione.
Visto che il ricambio è adeguato, sia per funzionalità che per pure esigenze legali, questo tanto basta, i dettagli poco più che estetici esulano da quanto possa ragionevolmente competergli.
E non dimentichiamo che Piaggio non è più quella di una volta e non è nemmeno sollecita su questioni omologative. Per fare un esempio, qualche anno fa chi comprava il proiettore non alogeno per PX come ricambio, si ritrovava nella bella scatola Piaggio azzurra un proiettore palesemente asiatico, privo di qualsiasi sigla di omologazione. Evidentemente nemmeno Piaggio, in quel frangente, si preoccupò di fornire un ricambio adatto alla circolazione su strada. Meglio comprare da altri distributori il solito Triom.
Analogamente per Vespe più vecchie Piaggio distribuisce da anni fanaleria Bosatta, la quale, oltre a non soddisfare i più basilari requisiti qualitativi, non ha lo scampolo di un'omologazione... Ma in questo si ebbe l'accortezza di demandare la distribuzione dei ricambi ad una società terza, che poi era la Notari, titolare del famoso catalogo "Vespa Vintage"...
C'è da sperare che qualcuno colga l'idea e riproduca per bene questa benedetta marmitta, ma oltre i 100€ sarebbe un furto (se RMS vende le sue a 15... ammettiamo di farle in Italia, che male non fa, e spendiamo qualcosa in più), avendo una punzonatura comunque non conforme al fac-simile della STO.