Il paraolio interno fu introdotto con la Vespa T5, adottato poi sulla Cosa ed infine esteso alla PX. Il suo scopo è quello di evitare che una perdita del paraolio stesso possa inficiare l'efficacia del freno posteriore. Questo di per sè è certamente un vantaggio, tuttavia esistono anche dei punti a sfavore. Il primo, evidente, è che in caso di rottura, è necessario aprire il motore; cosa ovviamente non necessaria col vecchio sistema a paraolio esterno. Un'altra ragione plausibile è che il paraolio interno, non lasciando trafilare l'olio del cambio sul millerighe, possa in qualche modo causare il problema che ti è capitato, ovvero l'usura dell'accoppiamento millerighe fra tamburo e albero cambio. Se è vero che questa è un'ipotesi, è altrettanto vero che è singolare l'incidenza del problema sulle Vespe a paraolio interno, mentre è assai raro su quello che avevano il paraolio esterno.
Io, nel dubbio, quando mi sono imbattuto in motori a paraolio interno non ho esitato a modificarli per montare il paraolio esterno.
La modifica è semplice: si tratta di chiudere il foro di drenaggio fra il paraolio interno ed il cuscinetto; io ho preferito farlo mediante saldatura, ma volendo si può optare per l'inserimento di un grano filettato, adeguatamente sigillato.
A quel punto si monta il paraolio esterno, che deve essere scelto in base al diametro del colletto del tamburo, e si monta un cuscinetto ruota non sigillato (ovvero si possono togliere le schermature a quello stagno).