Originariamente Scritto da
GiPiRat
Cari miei, la moda per la Vespa (e per la Lambretta) c'è sempre stata. Il primo raduno per Vespa Club è del 1949 e già nel 1951 ci fu il favoloso exploit delle vespa alla 6 giorni di regolarità che sancirono l'interesse mondiale per il piccolo scooter.
Negli anni '50 e '60 i raduni di Vespa (e Lambretta) erano oceanici, arrivava gente da ogni parte d'Italia per parteciparvi, i concessionari sponsorizzavano club e vespisti particolarmente avventurosi e di "manico", per non parlare di quelli provenienti dall'estero. Solo dopo l'inizio degli anni '70 e fino alll'inizio degli anni '80 ci fu un generale disinteresse nei confronti della Vespa, con lo sciogliersi di molti Vespa Club, ma le vespe continuavano ad essere non solo conservate nei garage degli italiani, ma anche ad essere prodotte (a parte la parentesi della Cosa, vespa a tutti gli effetti, ma tragico errore di marketing!) da mamma Piaggio.
Con la ripresa della produzione della PX paiono risorgere le sorti vespistiche, vecchi e nuovi Vespa Club riemergono dal passato o vengono fondati da vecchi e nuovi vespisti, figli e nipoti di quelli che le vespe le avevano conservate sotto un plaid in garage o depositi polverosi. Il VCI arriva ad avere più soci che negli anni '60, ed è così che lievitano le quotazioni di questi scooter che valevano poco o nulla sino a quel momento (tranne che per i collezionisti di sempre, naturalmente! Chiedete a senatore!
). Poi l'avvento del web e dei mercatini telematici ha fatto il resto, anche se è sempre possibile trovare quotazioni decenti se si seguono canali più tradizionali, come il passaparola, i giornali locali di annunci economici e la . . . fortuna (con la "C" maiuscola!).
Ora c'è la moda, ma anche uno zoccolo duro di vespisti da sempre e, se anche l'interesse per questi scooter Euro0 dovesse morire per effetto dei blocchi del traffico, ci saranno sempre gli smanettoni che li useranno sui circuiti e gli appassionati che si contenderanno l'ultimo ricambio originale su una bancarella di una mostra scambio!
Ciao, Gino