Originariamente Scritto da
Marben
All'elenco occorre aggiungere la 125 GT VNL1T, da non confondere con la GT commercializzata in Italia. Si trattava di un modello derivato dalla GL, con ruote da 8" a cerchio chiuso, e cilindrata 125 cc, destinata a certi mercati esteri, in primis quello Svizzero.
Ebbe poi la sua evoluzione nella 125 Sprint, di fatto una Sprint, ma con cilindro 125; aveva prefisso telaio VNL2T, come la "nostra" GT.
La Super 150 prodotta negli anni '70 e destinata a vari mercati internazionali, specialmente a quelli più poveri, pur proseguendo nella numerazione della Super 150 venduta in Italia sino al 1969, era modello di fatto differente. Aggiornata in diversi dettagli estetici, si presentava col manubrio a faro trapezioidale, modificato tuttavia nell'alloggio del contachilometri: ospitava, infatti, il tachimetro tipo Primavera, per intenderci, sovrastato dal logo esagonale, alla maniera dei manubri Rally/SV/GTR/TS.
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Stando ai dati matricolari diffusi su Vespa Tecnica, che dovrebbero essere stati forniti direttamente da Piaggio, pare che Sprint e GT sopravvissero per qualche anno (GT 1973; Sprint 1974) al fianco dei modelli che, in Italia, le sostituirono nel 1969.
Dati che sarebbe meglio verificare, perché non mancano le incongruenze: pare, infatti, che esistano delle Sprint del 1972 con matricola compresa fra il n. 0150000 ed il 0150751 (in seguito la numerazione fu cambiata con la sostituzione della prima cifra: 1150752), che si andrebbero a sovrapporre alle prime 751 Sprint Veloce, prodotte nel 1969.
Tutto questo restando nel recinto di Pontedera o comunque di ciò che è stato prodotto e numerato direttamente da Piaggio.
Il faro trapezioidale si ritrova anche nella produzione di molte licenziatarie.
Le più note sono probabilmente le Motovespa 150 S e 160/160 GT.
Come molti modelli Motovespa, si trattava di curiosi mix di componenti già in uso nella produzione italiana, ma non senza elementi di novità. Molti credono che il motore 160 spagnolo derivi da quello della GS 160, in realtà si tratta di un'evoluzione del più umile motore VNA, incrementato nell'alesaggio e nella corsa.
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La Bajaj Chetak, dal 1972 ai primi anni '80, fu prodotta con manubrio a faro trapezioidale; fu esportata anche in Germania e negli Stati Uniti.
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Anche le Taiwanese Paijifa e PGO hanno prodotto "Vespa" dal faro trapezioidale, anche su telaio smallframe.
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PGO si è poi cimentata in una singolare reinterpretazione del proiettore trapezioidale, montato sui modelli Sport 100 ST e 125 ST, con la loro curiosa scocca a metà fra la PK e la PX.
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In Indonesia Danmotor dovrebbe aver prodotto su licenza un modello sostanzialmente identico alla Sprint, denominato Sprint-V, poi affiancato da modelli derivati dalla PX/PS.
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Se poi volessimo allargare ai fari "squadrati" in generale, avremmo ulteriori sorprese.
Si è citata la Special italiana, dalla quale sono derivati alcuni modelli stranieri: come le Motovespa PK 75, NK 125 e 125 T3...
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... e la PL170 (100cc), costruita in India dalla Andhra Pradesh Scooter
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... molto simile alla P100TS indonesiana:
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Piaggio produsse per i paese emergenti la P150S, erede della Super 150 che, negli anni settanta, incontrò un clamoroso successo commerciale.
La P150S era una PX dotata di ruote da 8", sospensione anteriore vecchio stile, confano sinistro portaoggetti e manubrio a faro squadrato.
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Dalla P150 S furono mutuati altri modelli per paesi emergenti, come la "Exclusive" e la "Spartan" prodotte in Indonesia dalla licenziataria Danmotor:
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Con un manubrio simile, ma montato su quello che di fatto è un Arcobaleno, era prodotta la Motovespa do Brasil 200:
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Dalla nostrana T5, invece, derivarono numerosi modelli:
La spagnola Motovespa TX 200:
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... la PX 200 GS, venduta da Piaggio in alcuni mercati dell'Europa continentale, ma che sospetto fosse assemblata sulle linee della TX:
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... la LML Select e la LML T5 200ES (unica Vespa 200 indiana)
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... e, infine, le Danmotor Excel e Spartan, 150 e 200 cc:
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Questi molti esempi, senza la pretesa di essere esaustivo.