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Discussione: Orio Vergani elogio alla Vespa

  1. #1
    VRista Junior L'avatar di MarcoV14
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    Orio Vergani elogio alla Vespa

    Sfogliando un vecchio numero di Motociclismo, e precisamente il n. 12 del 24 marzo 1949 (all'epoca era un settimanale) ho trovato un originale e ispirato articolo dello scrittore e giornalista Orio Vergani.

    In questo suo scritto tesse gli elogi alla Vespa e leggendolo si rivive l'atmosfera dell'Italia di settant'anni fa:


    "Nel suo serbatoio non crediate che porti solamente benzina.La sua benzina è mescolata con qualche goccia di essenza di primavera. Sonoqueste poche gocce di essenza di primavera che risvegliano la Vespa moltigiorni prima che si possa staccare dal blocco del calendario il foglietto del21 marzo. La tua Vespa se ne accorge prima di te se le albe accennano a farsirosee. Tu dormi, credi che sia ancora attorno a te l’umido inverno ovattato dinebbia: e invece la Vespa ha avvertito misteriosamente il primo passo lontanodel piede ignudo, color di rosa, della primavera.
    Tu l’avevi messa a dormire: ma essa è già sveglia, e fapiccoli inavvertibili movimenti di impazienza, che, alla lunga non possonosfuggirti. Non riempire allora la tua casa con inutili grida e inutiliinterrogativi. Non chiedere con voce tonante: “Chi ha toccato la mia Vespa?”.Non credere che solo tu hai un’anima, e che le cose non l’hanno. Prima di te,molto prima di te, la Vespa ha sentito che stava per arrivare la primavera. Nonaccusare di averla toccata il tuo ragazzo o la tua sventata servetta. Si èmossa da sola.
    ***
    Raccontano gli esperti che certe Vespe nascono con un donospeciale, con uno speciale istinto, e che, grazie a questo istinto, esse nonsolamente sentano nel loro metallo il preciso anche se lontanissimo preannuncio della primavera, ma, addiritturariconoscano dagli altri giorni la domenica. E qualcuna segna con un piccolosussulto l’inizio del pomeriggio del sabato.
    ***
    Tu l’hai presa, lo so, per andare in ufficio, per sbrigarecerti tuoi lavori, per vivere più sollecitamente la tua vita di fatica. Essanon si rifiuta a nulla, come una buona moglie, come una buona compagna. Maricordati che anche con la migliore delle mogli bisogna ogni tanto vivere unagiornata d’amanti. Lasciati quel giorno, consigliare dal suo capriccio amorosoe dal suo amoroso istinto. Come un’amante crederai d’essere tu a guidarla: einvece sarà lei che ti guida. Lascia che scelga lei la sua strada. La Vespa hamisteriose qualità di orientamento: nel suo caro cervellino ha una bussola chesi orienta sul misterioso e felice Paese delle Vacanze. Il Paese delle Vacanzepuò essere a due passi da casa tua, così come la felicità dell’ora d’amore statutta in noi. Non scegliere tu i tuoi itinerari, lascia che ti guidi il suoistinto d’amante.
    ***
    Con la Vespa non metti in imbarazzo nessuno, non oppriminessuno. Non è l’ultimo dei suoi meriti. Con la Vespa puoi andare a trovare iltuo vecchio maestro di scuola, il tuo compagno di banco che, diventato uomo, fail solito tran tran della modesta vita in provincia, il parroco del tuo paese, ilvecchio modesto compagno d’armi con il quale hai passato tante notti intrincea. Una qualunque automobile, forse, li disturberebbe: la Vespa no.Lasciare la Vespa appoggiata alla porta del vecchio compagno di scuola non ècome lasciare, lì fuori, l’automobile. Se lasci fuori la Vespa sei ancora ilragazzo di un tempo. Ti dico questo, amico Vespista, perché io conosco la buonamisura dei tuoi buoni sentimenti: e so che fra questi uno dei primi è ladiscrezione.
    Il tuo vecchio parroco, dalla porta della canonica, dirà contanta più sincerità: “Dio ti benedica!”. Tu non hai un mezzo di locomozione chequalche volta può dichiarare una insolente ricchezza. Hai poco più di ungiocattolo. Ti fai voler bene ancora come un ragazzo felice.
    ***
    Lo so che non è paragonabile ad un pranzo di quattroportate. Ma la Vespa mi piace appunto perché è paragonabile ad uno squisitosandwich: ad una cara merenda da ragazzi.
    ***
    Se le Ninfe tornassero al modo, salterebbero su dalle rivedei laghi, dalle rive dei fiumi, dalle rive dei freschi torrenti montanini persalire su una Vespa. Per questo la Vespa piace tanto alle ragazze che hannonelle vene un poco dell’antico azzurro sangue delle Ninfe.
    ***
    Conobbi una volta un misantropo. Egli apparteneva allacategoria dei misantropi eccezionali, con lunga barba divisa in due. Non aprivamai le finestre di casa e dietro ai vetri, come dietro alla lastra di unacquario vaneggiava il suo pallido volto incorniciato dalla tetra barba. Nonaveva mai creduto nell’amore: e addirittura non credeva nella vita. Non eramiope, aveva una vista ottima, ma psicologicamente egli aveva grossi emelanconici occhiali. Le stagioni passavano sulle sue spalle melanconicamente.A venti anni aveva già cominciato a dire non: “Ho venti primavere” ma: “hoventi inverni sul groppone”. Alla sera fermo davanti alle ceneri del focolarefrugando con le molle fra le ultime bragie, dichiarava all’unico amico cheaveva: “sono nato vecchio”. Quell’amico era convinto di poter essere l’unicomedico adatto al suo amico per guarirlo da quella penosa misantropia. Gli avevaconsigliato i viaggi: e il misantropo sogghignava; gli aveva consigliatol’innamorarsi e il misantropo sogghignava anche più forte. Finalmente un giornogli disse: “Monta con me sulla mia Vespa, andremo dove non ci vede nessuno, perle strade solitarie che vorrai indicarmi. Hai freddo? Mettiti due giornalisotto alla giacca e tira su il bavero. Hai paura di essere riconosciuto?Inforca pure il tuo melanconico paio di occhiali neri…” Insistette tanto chealla fine il misantropo fu costretto ad accettare.
    L’anno dopo mi hanno detto che il misantropo non solamentesi è rasa la barba a due pizzi, ma che, nelle giornate d’estate, lo vedono sullestrade lungo le spiagge filar sulla sua Vespa a torso nudo, talvolta persinoportando sul sellino una ragazza.
    ***
    Se fossi un medico per i bambini andrei a trovare i mieimalatini in Vespa. Sono sicuro che guarirebbero prima per chiedermi di fare ungiretto in Vespa.
    ***
    Fra duecento o trecento anni, quando si scriverà qualchemelodramma ispirato al nostro tempo e ai nostri costumi, il librettistaavveduto farà andare il tenore in Vespa. Immagino il tenorino del 2200 cantare“una furtiva lacrima…” appoggiato elegantemente alla sua Vespa, tipo 1949,portata a mano sino accanto alla buca del suggeritore.
    ***
    Se la Vespa fosse esistita al tempo di Canova, Canovaavrebbe immaginato “Amore e psiche” in Vespa.
    ***
    La Vespa sta alla grossa automobile come l’orologio da polsosta al vecchio orologio a pendolo che fa, nel salotto buono, pesantemente“tic-tac!”.
    ***
    Se i romani avessero avuta la Vespa, i Sabini avrebberocapito che non c’era nulla da fare, che era inutile protestare per il rapimentodelle loro ragazze.
    ***
    Per rapire Europa Giove si trasformò in toro: oggi sitrasformerebbe in Vespa.
    ***
    Puoi imparare ad andare in Vespa anche nel corridoio dicasa, fra le poltrone della nonna e lo scrittoio del papà, non occorre nemmenoche tu sposti i mobili, non occorre nemmeno che tu preghi tua sorellad’interrompere la sua lezione di pianoforte.
    ***
    Sullo scudo della Vespa sta scritto, in carattere corsivo“Vespa”. Sembra un biglietto da visita. La Vespa è il biglietto da visita dellafelicità.
    ***
    Il garage della Vespa, nelle notti d’estate, è una pianta dimimosa in fiore, il tronco di un oleandro, il fusto di una magnolia. Diprimavera il garage preferito è un mandorlo o un pesco in fiore. D’autunno ilpergolato con la prima uva bionda.
    ***
    Per l’eleganza della donna l’invenzione della Vespacorrisponde all’invenzione delle calze di seta.
    ***
    Mentre dormi, nella notte d’inverno, ti è sembrato di udireun ronzio, è come il battito di un leggero colpo sui vetri. Vuol dire che daqualche parte, lontano, è cominciata la primavera: e l’anima della tua Vespa siè svegliata, vola leggera, batte ai vetri, e dice: andiamo!

    Orio Vergani





    Ultima modifica di MarcoV14; 15-08-17 alle 16:54 Motivo: aggiunta spaziatura

  2. #2
    VRista Silver L'avatar di FedeBO
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    Re: Orio Vergani elogio alla Vespa

    Wow !grazie di cuore di averlo condiviso!

  3. #3
    L'avatar di Lukiers
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    Re: Orio Vergani elogio alla Vespa

    Belissimo, grazie per questa fantastico e toccante elogio alla vespa!

  4. #4
    VRista Junior L'avatar di MarcoV14
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    Re: Orio Vergani elogio alla Vespa

    Grazie

    Mi sono accorto, tardi, che nel fare il copia/incolla dal file che avevo preparato, si sono perse alcune spaziature nel testo... rimedio allegando le scansioni delle pagine originali
    Immagini Allegate Immagini Allegate

  5. #5
    VRista Silver L'avatar di luxinterior
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    Re: Orio Vergani elogio alla Vespa

    Bella!
    Grazie
    Ciao Lux
    HEY HO LET'S GO!

  6. #6
    VRista Silver L'avatar di farob
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    Re: Orio Vergani elogio alla Vespa

    Davero bello!
    Mi ha fatto tornare in mente un breve scritto di Enzo Jannacci...

    Grazie per aver condiviso


    E' Priiiimaveeeeeraaaaaaaaaaa..!!!

  7. #7
    VRista Senior L'avatar di Vespino86
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    Re: Orio Vergani elogio alla Vespa

    Citazione Originariamente Scritto da MarcoV14 Visualizza Messaggio
    Sfogliando un vecchio numero di Motociclismo, e precisamente il n. 12 del 24 marzo 1949 (all'epoca era un settimanale) ho trovato un originale e ispirato articolo dello scrittore e giornalista Orio Vergani.

    In questo suo scritto tesse gli elogi alla Vespa e leggendolo si rivive l'atmosfera dell'Italia di settant'anni fa:


    "Nel suo serbatoio non crediate che porti solamente benzina.La sua benzina è mescolata con qualche goccia di essenza di primavera. Sonoqueste poche gocce di essenza di primavera che risvegliano la Vespa moltigiorni prima che si possa staccare dal blocco del calendario il foglietto del21 marzo. La tua Vespa se ne accorge prima di te se le albe accennano a farsirosee. Tu dormi, credi che sia ancora attorno a te l’umido inverno ovattato dinebbia: e invece la Vespa ha avvertito misteriosamente il primo passo lontanodel piede ignudo, color di rosa, della primavera.
    Tu l’avevi messa a dormire: ma essa è già sveglia, e fapiccoli inavvertibili movimenti di impazienza, che, alla lunga non possonosfuggirti. Non riempire allora la tua casa con inutili grida e inutiliinterrogativi. Non chiedere con voce tonante: “Chi ha toccato la mia Vespa?”.Non credere che solo tu hai un’anima, e che le cose non l’hanno. Prima di te,molto prima di te, la Vespa ha sentito che stava per arrivare la primavera. Nonaccusare di averla toccata il tuo ragazzo o la tua sventata servetta. Si èmossa da sola.
    ***
    Raccontano gli esperti che certe Vespe nascono con un donospeciale, con uno speciale istinto, e che, grazie a questo istinto, esse nonsolamente sentano nel loro metallo il preciso anche se lontanissimo preannuncio della primavera, ma, addiritturariconoscano dagli altri giorni la domenica. E qualcuna segna con un piccolosussulto l’inizio del pomeriggio del sabato.
    ***
    Tu l’hai presa, lo so, per andare in ufficio, per sbrigarecerti tuoi lavori, per vivere più sollecitamente la tua vita di fatica. Essanon si rifiuta a nulla, come una buona moglie, come una buona compagna. Maricordati che anche con la migliore delle mogli bisogna ogni tanto vivere unagiornata d’amanti. Lasciati quel giorno, consigliare dal suo capriccio amorosoe dal suo amoroso istinto. Come un’amante crederai d’essere tu a guidarla: einvece sarà lei che ti guida. Lascia che scelga lei la sua strada. La Vespa hamisteriose qualità di orientamento: nel suo caro cervellino ha una bussola chesi orienta sul misterioso e felice Paese delle Vacanze. Il Paese delle Vacanzepuò essere a due passi da casa tua, così come la felicità dell’ora d’amore statutta in noi. Non scegliere tu i tuoi itinerari, lascia che ti guidi il suoistinto d’amante.
    ***
    Con la Vespa non metti in imbarazzo nessuno, non oppriminessuno. Non è l’ultimo dei suoi meriti. Con la Vespa puoi andare a trovare iltuo vecchio maestro di scuola, il tuo compagno di banco che, diventato uomo, fail solito tran tran della modesta vita in provincia, il parroco del tuo paese, ilvecchio modesto compagno d’armi con il quale hai passato tante notti intrincea. Una qualunque automobile, forse, li disturberebbe: la Vespa no.Lasciare la Vespa appoggiata alla porta del vecchio compagno di scuola non ècome lasciare, lì fuori, l’automobile. Se lasci fuori la Vespa sei ancora ilragazzo di un tempo. Ti dico questo, amico Vespista, perché io conosco la buonamisura dei tuoi buoni sentimenti: e so che fra questi uno dei primi è ladiscrezione.
    Il tuo vecchio parroco, dalla porta della canonica, dirà contanta più sincerità: “Dio ti benedica!”. Tu non hai un mezzo di locomozione chequalche volta può dichiarare una insolente ricchezza. Hai poco più di ungiocattolo. Ti fai voler bene ancora come un ragazzo felice.
    ***
    Lo so che non è paragonabile ad un pranzo di quattroportate. Ma la Vespa mi piace appunto perché è paragonabile ad uno squisitosandwich: ad una cara merenda da ragazzi.
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    Se le Ninfe tornassero al modo, salterebbero su dalle rivedei laghi, dalle rive dei fiumi, dalle rive dei freschi torrenti montanini persalire su una Vespa. Per questo la Vespa piace tanto alle ragazze che hannonelle vene un poco dell’antico azzurro sangue delle Ninfe.
    ***
    Conobbi una volta un misantropo. Egli apparteneva allacategoria dei misantropi eccezionali, con lunga barba divisa in due. Non aprivamai le finestre di casa e dietro ai vetri, come dietro alla lastra di unacquario vaneggiava il suo pallido volto incorniciato dalla tetra barba. Nonaveva mai creduto nell’amore: e addirittura non credeva nella vita. Non eramiope, aveva una vista ottima, ma psicologicamente egli aveva grossi emelanconici occhiali. Le stagioni passavano sulle sue spalle melanconicamente.A venti anni aveva già cominciato a dire non: “Ho venti primavere” ma: “hoventi inverni sul groppone”. Alla sera fermo davanti alle ceneri del focolarefrugando con le molle fra le ultime bragie, dichiarava all’unico amico cheaveva: “sono nato vecchio”. Quell’amico era convinto di poter essere l’unicomedico adatto al suo amico per guarirlo da quella penosa misantropia. Gli avevaconsigliato i viaggi: e il misantropo sogghignava; gli aveva consigliatol’innamorarsi e il misantropo sogghignava anche più forte. Finalmente un giornogli disse: “Monta con me sulla mia Vespa, andremo dove non ci vede nessuno, perle strade solitarie che vorrai indicarmi. Hai freddo? Mettiti due giornalisotto alla giacca e tira su il bavero. Hai paura di essere riconosciuto?Inforca pure il tuo melanconico paio di occhiali neri…” Insistette tanto chealla fine il misantropo fu costretto ad accettare.
    L’anno dopo mi hanno detto che il misantropo non solamentesi è rasa la barba a due pizzi, ma che, nelle giornate d’estate, lo vedono sullestrade lungo le spiagge filar sulla sua Vespa a torso nudo, talvolta persinoportando sul sellino una ragazza.
    ***
    Se fossi un medico per i bambini andrei a trovare i mieimalatini in Vespa. Sono sicuro che guarirebbero prima per chiedermi di fare ungiretto in Vespa.
    ***
    Fra duecento o trecento anni, quando si scriverà qualchemelodramma ispirato al nostro tempo e ai nostri costumi, il librettistaavveduto farà andare il tenore in Vespa. Immagino il tenorino del 2200 cantare“una furtiva lacrima…” appoggiato elegantemente alla sua Vespa, tipo 1949,portata a mano sino accanto alla buca del suggeritore.
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    Se la Vespa fosse esistita al tempo di Canova, Canovaavrebbe immaginato “Amore e psiche” in Vespa.
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    La Vespa sta alla grossa automobile come l’orologio da polsosta al vecchio orologio a pendolo che fa, nel salotto buono, pesantemente“tic-tac!”.
    ***
    Se i romani avessero avuta la Vespa, i Sabini avrebberocapito che non c’era nulla da fare, che era inutile protestare per il rapimentodelle loro ragazze.
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    Per rapire Europa Giove si trasformò in toro: oggi sitrasformerebbe in Vespa.
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    Puoi imparare ad andare in Vespa anche nel corridoio dicasa, fra le poltrone della nonna e lo scrittoio del papà, non occorre nemmenoche tu sposti i mobili, non occorre nemmeno che tu preghi tua sorellad’interrompere la sua lezione di pianoforte.
    ***
    Sullo scudo della Vespa sta scritto, in carattere corsivo“Vespa”. Sembra un biglietto da visita. La Vespa è il biglietto da visita dellafelicità.
    ***
    Il garage della Vespa, nelle notti d’estate, è una pianta dimimosa in fiore, il tronco di un oleandro, il fusto di una magnolia. Diprimavera il garage preferito è un mandorlo o un pesco in fiore. D’autunno ilpergolato con la prima uva bionda.
    ***
    Per l’eleganza della donna l’invenzione della Vespacorrisponde all’invenzione delle calze di seta.
    ***
    Mentre dormi, nella notte d’inverno, ti è sembrato di udireun ronzio, è come il battito di un leggero colpo sui vetri. Vuol dire che daqualche parte, lontano, è cominciata la primavera: e l’anima della tua Vespa siè svegliata, vola leggera, batte ai vetri, e dice: andiamo!

    Orio Vergani





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