Citazione Originariamente Scritto da Scighera

Tornare indietro non ha senso , e non succederà ... Quindi ora l'unica cosa da fare sarebbe l'introduzione del cambio manuale sulla GTS , che non sarebbe niente male , però !!! Ci sono troppi problemi ... dovrebberl sviluppare un cambio manuale del tutto nuovo che sarebbe adatto al motore usato sulla Vespa , e alla stessa Vespa .... gli altri scooter con un cambio manuale non l'avrebbe comprato quasi nessuno ... ad esempio skiper con il cambio manuale l'avrebbero venduto sì e no 2-3 su 100 venduti .... quindi non ha senso farlo ... poi per quanto riguarda la Vespa ... sarebberò vendute più o meno la metà con il cambio manuale ... per non parlare che lo stesso cambio sarebbe utlizzabile solo su GTS 250 e 300 , mentre per i cinquantini dovrebbero sviluppare un'altro ... poi non c'è nessun altra casa nel mondo che vorrebbe fare uno scooter con il cambio mnaule , così che piaggio potrebbe venderlo , oppure dividere i costi del R&D ....

Ma proprio no!!! Un frullatore con cambio posticcio (e sarebbe di quelli con variatore a stadi tpo Burgman) è e resta un frullatore con una stupida ambizione!
Se cambio deve essere, che sia un cambio vero, non un variatore che simula l'effetto ingranaggio... Senza frizione, ovviamente, e con attuatore elettrico: orrore!
E poi: motore centrale? Scocca tutta scatolata e telaio a longheroni?
Non ci son cazzi, ibridi non s'hanno da fare. Se non la si vuole fare come Corradino comanda, facciamola morire una volta per tutte sta Vespa, senza sfruttarne più di tanto il nome.

In secondo luogo l'errore della Piaggio, che riproduci col tuo ragionamento, è quello di credere che perchè il mercato non ha scooter a cambio manuale, allora essi non interessano a potenziali acquirenti.
La PX aveva discreti volumi di vendita, pensiamo che comunque non era pubblicizzata, ma parliamo sempre di 15-20000 pezzi annui. In classifica, in Italia, si vendevano più PX 150 che LX della stessa cilindrata.

Il punto è che bisogna pur proporre qualcosa che rispecchi le richieste di un certo tipo di acquirente, riteniamolo pure di nicchia, ma ci sono colossi che stanno in piedi anche grazie a certi modelli di nicchia, che fanno immagine e sono l'emblema rassicurante di una tradizione che continua.

La Piaggio attuale non ha nè capo nè coda, non si differenzia palesemente dal resto, e se non naviga in buone acque (e chi conosce i modi di Colaninno sa perchè) è anche a causa della sua continua omologazione al resto del mercato.

Per come la vedo io si sentiva molto più bisogno di uno scooter a cambio manuale piuttosto che di uno a 3 ruote.
Fare uno scooter a 3 ruote per me non è osare, ma assecondare una visione superficiale delll'innovazione. Ne è nato un prodotto che non ha buona immagine, pare una protesi per guidatori incapaci. Ben altro è l'appeal del cambio manuale, specie se abbinato alle riconosciute doti del progetto Vespa.
Sì, rilanciare lo scooter a trasmissione manuale significava osare, osare distinguersi: ed il mercato verosimilmente avrebbe dato ragione ai padri di tale scelta.

Ricordiamoci che la Vespa fu un'azzardo. I titolari della Guzzi pronosticarono una breve vita ed un clamoroso insuccesso. E guarda caso si ritrovarono poi a vestire in fretta e furia una moto, dando origine al Galletto, per contrastare il successo grandioso della Vespa e della sua principale antagonista. E poi decenni dopo sono finiti nelle fauci della Piaggio, divenuta nel tempo un colosso (e grazie a cosa? Di certo non grazie e X9, Skipper e Zip).

Tante persone che hanno una Vespa automatica avrebbero apprezzato una col cambio manuale, ma non d'epoca. Certo perchè chi prendeva una Rally mai si sarebbe accontentato di una farobasso, all'epoca. L'evoluzione ci deve essere. Evoluzione del mezzo, non sfruttamento del marchio. Insomma, più lavoro di progettisti e meno seghe mentali da manager. Chè tanto di copiare i giapponesi non abbiamo bisogno!