In questo caso non mi sento però di dare ragione all'ottimo Senatore: in fondo, sinchè lo si fa con pacatezza e rispetto, si può scrivere anche su argomenti più seri delle nostre care vespette. Se non ricordo male Seneca disse: "Il saggio vive finchè deve non finchè può". Con ciò sono convinto che: quando le cure divengono peggiori del male ognuno di noi ha il diritto di rifiutarle ed ancor più di pretendere farmaci palliativi che possano alleviare il dolore anche al prezzo di abbreviare quanto resta della propria esistenza. Naturalmente ha anche il diritto di agire in maniera totalmente opposta accettando cure e sofferenze anche quando non vi sia speranza di miglioramento. Il problema di fondo è il rispetto della volontà e delle scelte dei singoli in un campo che più personale non potrebbe essere. Sempre a parer mio a P. Welby va, comunque la si pensi, la gratitudine di tutti per aver sollevato un dibattito serio in una società persa dietro tante sciocchezze. Ci mancherà!