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Discussione: e ora....il dopo Grazzano Visconti

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  1. #1
    VRista L'avatar di robertosole
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    Riferimento: e ora....il dopo Grazzano Visconti

    Insegno storia e letteratura italiana, non potrei non apprezzare e stimare chiunque si dia da fare per conservare e mantenere vive le radici storiche del nostro paese.
    La Vespa (a maggior ragione quelle più vecchie) fanno parte di diritto del nostro patrimonio sociale.
    Ma una precisazione va fatta:la Vespa nasce come uno dei primi mezzi di massa che con due lire dava un po’ a tutti la possibilità di muoversi con libertà.
    Questo spirito “popolare” è stato nel tempo un po’ la cifra fondamentale della sua identità.
    Ora è del tutto legittimo (ma anche giusto?) che modelli come la 98 oggi valgano tanto. È altrettanto legittimo però, per quanto mi riguarda, che quel mondo così “prezioso” in ogni senso che è l’alto collezionismo mi lasci un po’ freddo. Ma non perché non potrei (e non potrò mai) accedervi, ma quanto perché per me la Vespa nasce ed è un mezzo popolare. Se inizia a valere come un terzo del mutuo che pago con sacrifici per pagarmi la casa, inevitabilmente inizio a guardarla, a dire "ok bella", ma a sentirla troppo lontana dal mio mondo e dal mio modo di amarla. Per dire un’eresia bonaria, per me non è più nemmeno tanto una Vespa, se per Vespa intendo un popolare e democratico sogno di libertà alla portata di tutti (me compreso).
    Ma questa ovviamente è la mia criticabilissima (ma rispettosa) opinione.
    Ciao a tutti e comunque grazie per quanto mi fate imparare di nuovo!

  2. #2
    VRista DOC L'avatar di Cammeo
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    Riferimento: e ora....il dopo Grazzano Visconti

    bella risposta....condivido in pieno!

  3. #3
    VRista Junior L'avatar di bobo60
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    Riferimento: e ora....il dopo Grazzano Visconti

    Citazione Originariamente Scritto da robertosole Visualizza Messaggio
    Insegno storia e letteratura italiana, non potrei non apprezzare e stimare chiunque si dia da fare per conservare e mantenere vive le radici storiche del nostro paese.
    La Vespa (a maggior ragione quelle più vecchie) fanno parte di diritto del nostro patrimonio sociale.
    Ma una precisazione va fatta:la Vespa nasce come uno dei primi mezzi di massa che con due lire dava un po’ a tutti la possibilità di muoversi con libertà.
    Questo spirito “popolare” è stato nel tempo un po’ la cifra fondamentale della sua identità.
    Ora è del tutto legittimo (ma anche giusto?) che modelli come la 98 oggi valgano tanto. È altrettanto legittimo però, per quanto mi riguarda, che quel mondo così “prezioso” in ogni senso che è l’alto collezionismo mi lasci un po’ freddo. Ma non perché non potrei (e non potrò mai) accedervi, ma quanto perché per me la Vespa nasce ed è un mezzo popolare. Se inizia a valere come un terzo del mutuo che pago con sacrifici per pagarmi la casa, inevitabilmente inizio a guardarla, a dire "ok bella", ma a sentirla troppo lontana dal mio mondo e dal mio modo di amarla. Per dire un’eresia bonaria, per me non è più nemmeno tanto una Vespa, se per Vespa intendo un popolare e democratico sogno di libertà alla portata di tutti (me compreso).
    Ma questa ovviamente è la mia criticabilissima (ma rispettosa) opinione.
    Ciao a tutti e comunque grazie per quanto mi fate imparare di nuovo!
    Concordo con quanto dici ma aggiungo alcune mie riflessioni.

    Vero è che diversi possessori delle nonne se la tirano un pò
    ma non è giusto per questo accomunare tutti quanti.
    Io ho avuto tante vespe economicamente importanti e ancora
    oggi conservo il paperino e una delle prime ( Pagata allora 350000£.)
    Ho avuto fortuna ma anche mi son sbattuto 30 anni fa a cercarle, a conoscerle ad apprezzarle, quando i più mi davano
    del pazzo o dell'arrogante quando sostenevo che questi
    veicoli sono Cultura con la C maiuscola.
    Non è necessario avere una 98 ed essere straricchi. Un faro basso
    a filo costa più o meno come una Rally eppure passa questa
    equazione: faro basso=snob pieno di soldi e ignorante.
    Per me ogni Vespa ha pari dignità.
    Dico solamente che molti vorrebbero poter partecipare
    ai raduni con un faro basso godendo in pieno del loro mezzo con
    tranquillità e soddisfazione.
    Un' ultima cosa.
    La 98 costava quasi come un intero anno di lavoro di un operaio che la fabbricava. Non è nata come un mezzo popolare anche se lo è
    diventato. Gli acquirenti appartenevano alla borghesia e in diversi casi
    alla nobiltà e volenti o nolenti ancora oggi non è raggiungibile
    da tutti.
    Con simpatia

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