Non lo so, io sono scettico riguardo a queste spiegazioni. Non ho mai condiviso il rivangare il fatto che un tempo le maestre bacchettavano le dita degli alunni o li facevano stare in ginocchio sui ceci. Come già detto non è affatto vero che quello fosse un metodo pedagogicamente corretto.
Io ritengo che il problema sia un altro. Non è vero che la decadenza della conoscenza della grammatica è una cosa recente. Chi non ha un nonno o uno zio che confondono "a" con "ha" o "e" con "è"? Si diceva, giustamente, che spesso queste persone non hanno avuto l'opportunità di studiare. Verissimo. Mio nonno non era scolarizzato, faceva il panettiere (ed era un fenomeno) e dimostarava senza dubbio maggiore intelligenza di molte altre persone conosciute. Era appassionato di storia e natura e ti sapeva raccontare aneddoti della Guerra meglio di un professore o conosceva gli gnu meglio di un naturalista.
Però una volta se uno studiava diventava medico, avvocato, ingegnere o cos'altro. Se uno non studiava difficilmente, poi, scriveva dei testi che tutti potessero leggere. Si scrivevano al massimo lettere, appunti, foglietti.
Ora chiunque ha l'opportunità di scrivere sul web, quindi anche le persone sgrammaticate. Il tutto è accentuato dal fatto che quando a scuola facevi degli errori nei temi la maestra ti correggeva; su internet questo non si fa, perché è considerato cattiva educazione. E così la sagra dell'orrore continua...