Il rischio nel discutere di questi argomenti sta nell'immaginarsi personalmente in quei panni, cosa ovviamente sgradevole e non augurabile.

Di fatto, fino a quando "non ci si sta dentro", non ci si può logicamente immaginare quali possono essere le reali emozioni che emergono in quelle circostanze.

Ci ritroviamo quindi a fare dei discorsi come se rimanessimo "affacciati alla finestra", senza "scendere in piazza" a rimboccarsi le maniche e a "toccare la vita" come si può presentare anche al di là di come normalmente la immaginiamo.


Suggerisco quindi a tutti di ritagliarsi e regalarsi un po' di tempo per fare opera di volontariato, ad esempio come soccorritori su un'ambulanza: sarà che conosco bene questo tipo di esperienza, dato che sabato mattina ero al volante di un Ducato così attrezzato, però vedo quanto è bello dare una porzione del proprio tempo (che è la nostra vita!) perchè la mia vita e la mia libertà possa incontrarsi nel soccorso con la vita e la libertà modificata del fratello, che è tale perchè fatto della mia stessa "pasta" umana.

A mio giudizio, è il modo più completo per non "cortocircuitarsi" in argomenti come questo, dove il rischio di fermarsi alle ipotesi rimane elevato, nel tentativo di voler (lecitamente) rimuovere il timore di trovarsi in condizioni sgradevoli e non desiderabili.