
Originariamente Scritto da
alext5
Ci provo
Il cambio è formato sostanzialmente da due alberi, uno detto primario, quello che prende il moto dalla primaria ed uno detto secondario, quello che lo trasmette alla ruota.
Sull'albero primario chiamato anche multiplo o albero di natale, ci sono i 4 ingranaggi primari che sono solidali con esso quindi se gira l'albero girano, tutti alla stessa velocità.
Per il secondario invece il discorso cambia, c'è un albero (in parte cavo) e ci sono i quattro ingranaggi secondari, tutti indipendenti, normalmente non solidali con l'albero.
All'interno della cavità, un perno cilindrico è collegato da un lato al selettore del cambio e dall'altro alla crociera le cui punte fuoriescono da alcune scanalature presenti sull'albero nella parte cava.
Quando il cambio è in folle la crociera (o meglio le sue punte) non sono innestate in alcun ingranaggio, quindi sono liberi di girare ognuno ad una velocità diversa dovuto questo al diversità di rapporto di dentatura. in questa condizione la vespa è ferma, non c'è conduzione del moto.
Ipotizziamo due casi: 1) partenza da fermo, ruota ferma.
Per "ingranare" una marcia, dopo aver tirato la frizione, la crociera o meglio le sue punte devono inserirsi all'interno dell'ingranaggio dove sono ricavati degli intagli. A questo punto l'ingranaggio della prima marcia potrà trasmettere il moto (preso dal primario), tramite la crociera all'albero secondario del cambio o albero di uscita, collegato appunto alla ruota. Ovviamento dopo aver rilasciato la frizione.
La crociera riesce ad innestarsi all'interno dell'ingranaggio perchè con la frizione tirata l'albero primario non gira o meglio gira ma per inerzia e trascinamento quindi con poca forza, appena c'è la corrispondenza fra crociera e scanalature, la marcia si innesta. Se non girasse dovremmo essere fortunati a far coincidere ogni volta la posizione dell'ingranaggio con la crociera.
Quando da fermo inseriamo la prima marcia, il motore ha un piccolo sobbalzo, questo a dimostrazione che anche se abbiamo tirato la frizione comunque c'è una rotazione del primario, ovvero una minima conduzione del moto dalla frizione o da trascinamento appunto degli ingranaggi.
Caso 2) cambio marcia in movimento.
La crociera tramite il comando del cambio viene spostata, disimpegnando un ingranaggio e impegnando quello accanto. La distanza fra gli ingranaggi del secondario e la dimensione della crociera sono fatti in modo da non impegnare MAI due ingranaggi contemporaneamente, in teoria c'è un folle fra ogni marcia ovvero una posizione della crociera che non impegna nessun ingranaggio.
In pratica queste posizioni intermedie difficilmente si riescono a beccare, quando capita si dice di una "sfollata" ovvero nel passaggio da una marcia ad un'altra la manovra di innesto si è fermata a metà.
Se mai la crociera impegnasse contemporaneamente due ingranaggi si avrebbe una inevitabile rottura del cambio poichè avremmo due coppie di ingranaggi di rapportatura diversa obbligate dalla crociera a girare con velocità identica. Na traggedia
Quando si cambia una marcia in movimento rispetto alla partenza da fermo, c'è la differenza che l'albero di uscita (ruota) gira perchè il veicolo sta camminando. Questo non complica le cose anzi fa in modo che sia teoricamente più facile far coincidere la crociera con il suo innesto nell'ingranaggio (sono in due a muoversi, si vanno incontro), appena si trova in corrispondenza dell'innesto impegna l'ingranaggio. Al rilascio della frizione la trasmissione del moto è ripristinata.
Il selettore del cambio è fatto in modo da evitare o meglio rendere difficile che la crociera possa fermarsi in posizioni intermedie fra una marcia e l'altra o meglio ne è pervista solo una, quella del folle posizionato fra la prima e la seconda, dove fra l'altro c'è più spazio fra gli ingranaggi consentendo quindi di trovare il folle con maggiore facilità.
