Posto per conoscenza la posizione dell'ANCMA:
Rassegna stampa di oggi:
ANCMA è contraria all’obbligo di indossare le protezioni: “È un provvedimento integralista”
Milano 21 aprile 2010 – Confindustria ANCMA ha manifestato nuovamente il suo disappunto contro il Disegno di Legge sulla Sicurezza Stradale, che al momento è all’esame Commissione Lavori Pubblici del Senato e che se dovesse essere approvato nella sua attuale forma comprenderebbe un emendamento voluto dal PD con cui i motociclisti sarebbero obbligati ad indossare l’abbigliamento protettivo completo. Ciò comporterebbe un esborso fra i 500 ed i 1.000 euro per chi non ne è in possesso, oltre che il rischio di disincentivare l’utilizzo di moto e scooter, per la chiara difficoltà di circolare quotidianamente con pantaloni dotati di protezioni, tuta tecnica o giacca con paraschiena, guanti, casco integrale anche per conducenti e passeggeri di ciclomotore. L’ANCMA teme, infatti, una ripercussione sulle vendite dei veicoli a due ruote motorizzate, in un momento di già grande difficoltà per il mercato. E potrebbero derivarne anche effetti negativi sull’occupazione del settore. L’Associazione dei Costruttori sottolinea, inoltre, come la proposta non abbia precedenti in nessuno stato dell’Unione Europea e aggiunge che, tenuto conto dell’investimento richiesto per pilota ed eventuale passeggero, facilmente molte persone orienterebbero la loro scelta su prodotti low cost e di dubbia provenienza, compromettendo, così, il fattore sicurezza. Infine, l’obbligo di indossare il casco integrale si traduce nel mettere fuori legge tutte le altre tipologie di caschi che sono approvati dall’Unione Europea e omologati in tutti i suoi Paesi. Ha il presidente di Confindustria ANCMA detto Corrado Capelli: “L’industria motociclistica è da sempre favorevole alla diffusione dell’abbigliamento protettivo, che andrebbe incentivato attraverso opportune agevolazioni fiscali, ma siamo contrari a prescrizioni normative, in una fase nella quale peraltro il settore sta moltiplicando gli sforzi per migliorare gli standard tecnologici di sicurezza dei veicoli. In ogni caso l’obiettivo – irrinunciabile – della sicurezza non può diventare un pretesto per mettere in ginocchio un intero comparto industriale, già messo a dura prova dalla crisi economica”.
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ANCMA su protezioni obbligatorie: «No a provvedimenti integralisti»
In caso di approvazione della legge che obbliga i motociclisti a indossare casco integrale, paraschiena, guanti e ginocchiere, per i cittadini ci saranno costi tra 500 e 1.000 euro, per una spesa complessiva di 4 miliardi
Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) esprime fortissima preoccupazione per le recenti notizie di stampa che accreditano come possibile l’approvazione, da parte della Commissione Lavori Pubblici del Senato, di un emendamento di minoranza che introdurrebbe l’obbligo di abbigliamento protettivo completo per tutti gli utenti di ciclomotori e moto (pantaloni con protezioni, tuta tecnica o giacca con paraschiena, guanti, casco integrale anche per conducenti e passeggeri di ciclomotore).
L’industria delle due ruote a motore teme immediate ripercussioni sia sul piano economico che su quello occupazionale, come effetto della inevitabile contrazione della domanda di scooter e moto che ne deriverebbe.
La proposta, che non ha precedenti in nessuno stato dell’Unione Europea, rischierebbe paradossalmente di avere ripercussioni negative proprio sul versante della sicurezza.
Il rispetto della norma – in caso di approvazione – richiederebbe, infatti, un investimento pro capite che oscilla tra i 500 e i 1.000 euro (per una spesa complessiva di 4 miliardi di euro). Tenuto conto di questo, è facile prevedere che un numero incalcolabile di conducenti e passeggeri ripiegherebbero su prodotti low cost, di scarsa qualità e di incerta provenienza.
Vi sono poi forti perplessità di natura formale: obbligare conducenti e passeggeri di tutti i veicoli a due ruote ad indossare solo il casco integrale, significa mettere fuori legge le altre tipologie di casco regolarmente omologate secondo le direttive comunitarie ed ostacolare la libera circolazione dei cittadini all’interno dell’Unione Europea.
«L’industria motociclistica – sostiene Corrado Capelli, Presidente di Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) – è da sempre favorevole alla diffusione dell’abbigliamento protettivo, che andrebbe incentivato attraverso opportune agevolazioni fiscali, ma siamo contrari a prescrizioni normative, in una fase nella quale peraltro il settore sta moltiplicando gli sforzi per migliorare gli standard tecnologici di sicurezza dei veicoli. In ogni caso l’obiettivo – irrinunciabile – della sicurezza non può diventare un pretesto per mettere in ginocchio un intero comparto industriale, già messo a dura prova dalla crisi economica».
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