Citazione Originariamente Scritto da signorhood Visualizza Messaggio
Ti rispondo come se la vespa in questione fosse la mia l'approccio fosse quello che per me è, appunto la mia filosofia del restauro conservativo.
La vespa ha tutti i documenti in regola quindi dovrò sottoporla solo a revisioni biennali, ha la sua vernice originale nel 90% delle parti.
Guarnizioni cambiate, manopole non originali, sella non originale ma un bell'esemplare di aftermarket dell'epoca da recuperare.
Decido di rifare solo le pedane e i pochi punti dove la ruggine è arrivata alla lamiera, poi pulisco, elimino le ossidazioni della vernice per quel che posso e rivernicio le pedane e a pennellino i punti di cui prima.
Con quelle pedane non passo la revisione.
Sulle pedane elimino la vernice scrostata e tutta ruggine superficiale.
Mi accerto che non ci siano punti dove è passante, in caso se piccoli puntyi vado di stucco metallico, altrimenti saldatura.
Passo il fondo antiruggine riempitivo alla nitro che mi son fatto io virando un fondo riempitivo color giallo ocra.
Due mani abbondanti.
Spiano e porto a livello della vernice esistente.
Elimino la sovrapposizione di fondo sulle parti verniciate originali, perchè come ho detto non maschero volutamente.
Una volta preparata la superficie vernicio con due mani e anche più di vernice a finire, lascio asciugare e successivamente passo con carta e acqua da 800/1000 per "opacizzare" e uniformare alle parti già verniciate originali.
Le parti di confine le ho sfumate e non ho dei confini netti dell'intervento, mi fermo a parti strutturali come rinforzi, accoppiamenti di lamiere e/o tracce di tappetini per lo scudo.
Sul sottocofano la ruggine è presente, stesso procedimento delle pedane ma li sotto se uso il colore originale sarà molto diverso da quello che resta, perchè il calore e i residui di olio usciti dalla marmitta hanno cotto tutto e reso molto più giallorossiccia la parte esposta.
Il CIF non riesce a togliere del tutto quell'ossidazione, se devo intervenire in parti estese devo ritoccare il colore aggiungendo un po di giallo e a volte anche nero fino a riuscirci.
Se non lo facessi sarebbe evidentissimo l'intervento e ho deciso a monte di mascerare le parti estese.
Se uso il suo colore originale quasi sicuramente (un po di esperienza ce l'ho) risulterà più scuro e brillante, siccome non voglio evidenziare l'intervento lo viro con poche gocce di bianco fino ad ottenere il tono giusto. Pazienza ed esperienza nell'uso dei colori e ci si arriva.
Se avessi voluto evidenziare l'intervento non l'avrei virato.
Rimonto le sue striscie pedana e i suoi ribattini con la ribattinatrice che fa la testa zigrinata. Rinfilo le sue striscie di gomma consumate originali.
Se son stato bravo, paziente e abile a lavoro finito l'intervento di recupero si vedrà appena e con l'uso si uniformerà ulteriormente al resto.

Poi siccome la mia personale filosofia del restauro conservativo mi porta a godere immensamente nel vedere, toccare e usare quelle parti in gomma originali ma ancora buone invece di quelle nuove rifatte, mi metterò alla ricerca di guarnizioni cofani grigie un po cotte ma ancora sane, manopole originali lise ma non del tutto, stemmino piaggio usato originale e non nuovo.
Dove non li trovassi, perchè ormai o è difficile o ti sparano prezzi da orologeria vintage, mi metterei li a consumarle per renderle consone al tutto, perchè appunto la mia personalissima filosofia del restauro conservativo me lo fa piacere così!

Dov'è il tarocco? Nell'aver fatto interventi di restauro che non si vedano a primo colpo d'occhio?
Se vuoi chiamalo tarocco, io ci vedo degli interventi con sistemi e metodi del tutto coerenti con il procedimento originale che ripristinano una parte che altrimenti con l'uso è destinata a degradare oltre.

Per me tarocco è usare fondi epossidici e vernici acriliche o bicomponenti su veicoli che non le hanno mai viste!

Per le auto d'epoca il sistema non cambia, c'è chi ama il conservativo e chi il lecca-lecca.
Ma anche quei pochi non parvenue del restauro che si approcciassero ad un auto con filosofia conservativa, dovranno essere in grado di poter intervenire da soli sulla carrozzeria e le dimensionbi di un auto non sempre lo permettono, a meno che non navighino nell'oro e possano permettersi di andare da un carrozziere e impegnarlo per mesi chiedendo una lucudatura generale e microinterventi sparsi usando colori originali, parte per parte, intervenendo su graffi e virando il colore . . .

Io sono intervenuto su unìauto da me in qusto modo, per anni e ti assicuro che è un lavoro di fisifo, sopratutto se poi l'auto dorme fuori e quello che fai in un mese di lavori te lo giochi in due anni di vita all'aperto.

Ma si può fare anche sulle auto, credimi, solo che ancora gli appassionati o si crogiolano nel godere di restauri lecca-lecca o per convenienza o per impossibilità ad intervenire da soli fanno rifare tutto dal carrozziere di turno.

Questa è la mia personalissima filosofia del restauro conservativo e i veicoli che ho fatto li ho usati e strausati e ogni tanto devi reintervenire per mantenere un livello accettabile di conservazione.
La BIBBI si è fatta tre TREMARI, vacanze, viaggi e ogni giorno trotterella per commissioni, non mi pento di aver messo in evidenza alcuni interventi e mascherato altri. Quelli fatti ad arte sfido chiuque a trovarli e ce ne sono . . .
Io sono completamente in accordo con la filosofia di signorhood, il mio unico dispiacere è che questo discorso non può valere per i radiati.... magari anche l'ASI e la FMI la pensassero come noi.... avremmo più pezzi di storia e meno vespe laccate..............