Non è proprio così, ci sono isole felici, come la Germania, l'Inghilterra e la Svizzera, ma nazioni che stanno peggio di noi, come la Grecia. Il fatto è che da noi, l'eccessiva burocraticizzazione e le relative richieste di certificati fatti da terzi, sono figlie, spesso, dell'inveterata tendenza del cittadino a "gabbare" l'autorità. Che sia un serpente che si morda la coda, non fa onore a noi cittadini come alle lleggi che ci governano (fatte da rappresentati liberamente eletti!).
Sì, questa se la potevano risparmiare, anche se ci sarebbe un escamotage, ma sempre passando dai vai club storici (almeno, i più rappresenattivi delle varie province).
Questo, comunque, è un comportamento criminale da esecrare! Ci mancherebbe che si corrano questi rischi per non avere un "fastidio" ogni due anni!
Veramente, ultimamente ho notato molti conservati iscritti ai registri e, comunque, mentre l'FMI ha alzato gli standard dei criteri per accedere all'iscrizione al registro storico (in precedenza eccessivamente bassi, soprattutto per gli scooter), l'ASI li ha abbastanza abbassati. Inoltre, la certificazione di un meccanico per rimettere in circolazione un veicolo radiato o demolito, è sempre stata necessaria, sin da quando ho fatto la prima reimmatricolazione (e son passati ormai 16 anni).
Inoltre, la possibilità dichiarata di poter immatricolare un veicolo d'interesse storico e collezionistico di origine sconosciuta, che era stata bruscamente interrotta anche nelle poche sedi di motorizzazione dov'era possibile, è finalmente possibile su tutto il territorio nazionale.
Ci si deve accontentare anche di questi piccoli successi, sperando che le cose migliorino nel futuro e, magari, nel nostro piccolo, cercando di indirizzarle in questa direzione!
Ciao, Gino